Max Casacci svela l'anima dell'universo in Earthphonia: echi sonori al centro del pianeta
MusicaE' finalmente disponibile in digital download e su tutte le piattaforme streaming la nuova opera sonora (Sugar Music/Universal Music Italia) del produttore torinese realizzata esclusivamente con suoni e rumori degli ecosistemi che regolano il nostro pianeta. Un progetto editoriale che, oltre alla versione digitale, uscirà anche in formato fisico in allegato all’omonimo libro
La musica non è figlia del nulla bensì dell'ambiente in cui viviamo. E' l'ombra, a volte ingombrante, di quello che siamo. E che siamo stati. Max Casacci con Earthphonia, che è anche libro oltre a essere un'opera sonora senza strumenti, ci accompagna in una dimensione altra, ci accompagna a cogliere il respiro della Natura e del Mondo. Al primo ascolto mi è parso di sentire piovere alle mie spalle ascoltando Watermemories. Il consiglio è di ascoltarlo in cuffia.
Max pubblichi un album epocale in un momento particolare.
Guarda ho condiviso con amici e colleghi l’aridità creativa di questo periodo… Personalmente ho sempre avuto la dimensione urbana come riferimento, stavolta ne sono uscito. I palazzetti, le canzoni e la classifica sono cose da Subsonica, da solo inseguo altri mondi sonori.
Va ricordato che le tue origini musicali sono comunque particolari.
La mia prima fase musicale è militanza in bande post punk e colonne sonore, teatro sperimentale, danza contamporanea, la mia stella polare è Brian Eno. Io non riesco a stare fermo.
E da questa urgenza nasce Earthphonia, album e libro.
Ogni brano ha una sua genesi. Il Watermemories che hai citat è frutto di registrazioni sul campo; a monte c'è una scelta di cosa vuoi raccontare: siamo partiti dalle sorgenti e mi serviva una nota che non trovavo finché in un gironodi pioggia ho visto una pozza sul Cervo con associato uno sgocciolamento dal ponte. E' la cascata ipnotica che c’è all’inizio e ti porta nel flusso del torrente. Poi ho accarezzato il Santuario della Madonna Nera di Oropa con la sua sacralità, ci sono opere d’arte che hanno fatto da medium come porre un orecchio nel bicchiere. Da una scultura di Michelangelo Pistoletto nasce la nota flautata che è diventata una nota orientale. Alla fine pale e macine che celebrano il lavoro umano.
Si percepisce un libero vagare.
Ho lavorato con estrema libertà. Ci sono pietre sonore suonate in loco. In
Terre alte senti i lupi e le campane che tintinnano al collo delle pecore.
Sembra anche di sentire voci il lontanaza. I suoni d'acqua?
Delta e Oceanbreath sono l'elaborazione di materiale che mi è stato inviato. Ero pronto per andare a Comacchio ma il covid (tutto sul coronavirus) me lo ha impeidto e dunque mi hanno mandato filmati. Oceanbreath è un lavoro che nasce in collaborazione con Onlus Worldride per salvaguardia oceani. Il coro di pesci che introduce il brano è commovente.
Un'altra composizione commovente è The Queen ovvero i suoni delle api.
Le api le ho registrate io da apicultore e il brano nasce anche grazie ai racconti di Mauro Pizzato apicultore. Mi ha raccontato la vera storia della regina e io la ho girata in chiave barocca, il solo che ho impresso è la linea musicale, per il resto ho seguito loro. Le api prendono decisioni danzando: devono scegliere dove trasmigrare quando la regina è adulta e l'alverare si sdoppia. Le api ricercatrici zampettando indicano le nuove direzioni e così viene identificato il luogo. la ho ribattezzata democrazia dance. La cadenza è di una danza di corte.
Ci porti dentro un vulcano con Strombolian Activity.
Non lo ho codificato in modo dantesco però mi sono affidato ai racconti di Mario Tozzi. E' una finestra su un qualcosa che modifica l'umanità. Sono un alito di vita ma anche fenomeni devastanti che si esprimono con terremoti e altri eventi dal forte potenziale distruttivo.
A monte c'è un lavoro di ricerca immenso.
Il lupo lo ho cercato in rete, il vento arriva dal Museo della Montagna. La percezione di musica è cambiata, ora sto attento a qualunque rumore ed è sempre una emozione. Ho impiegato più di un mese per ogni pezzo. Ci ho lavorato con costanza e credendoci e più volte mi sono chiesto cosa sto facendo. Mai nessuno al mondo credo abbia fatto un lavoro simile e se c’è non lo conosco quindi ho agito senza alcuna guida.
Earthphonia è anche un viaggio umano.
Mi ha permesso di incontrare importanti i personaggi. Stefano Mancuso mi ha insegnato a osservare le piante: sono esseri viventi e dotati di forme di intelligenza e coscienza. Adottano soluzioni creative di fronte a situazioni di difficoltà. Proprio per questo è diventato pure un libro: c'è materiale che non poteva essere perduto.
Hai pensato a come proporlo dal vivo?
Certo non troverai le balene sul palco ma ho già fatto esperimenti in versione elettronica. In una serata a Empoli garantivano il distanziamento invitando il pubblico a portarsi una coperta per immergersi in toto nei suoni. Ipotizzo la parte finale con un repertorio precedente che declina la musica coi rumori delle città senza gli strumenti. Molti ballavano col rumore del tram di Firenze. Ho sonorizzato la bici di Marco Aurelio Fontana campione di cross country. I Vulcani danno ritmo.
Dopo le strade e la natura ora ci vorrebbero i rumori domestici.
Li ho e li ho riesumati, sono in una vecchia musicassetta. Si sente mia madre che rideva in cucina. Poi rumori di cortile, suoni domestici. Avevo 21 anni quando la ho realizzata e ora è suggestivo riascoltare quei suoni.
Come stai passando questi mesi di quarantena?
Con mia moglie, mia figlia e i gatti e ogni tanto qualche amico.
Loro hanno ascoltato in anteprima Earthphonia? Che ti hanno detto?
Hanno approvato ogni mio brano. Semafori verdi. Poi lo ho presentato a Carlo Petrini soprattutto per il libro, a me convinceva l'album in formato libro. Vado a Bra da lui, in rispettosa distanza sociale, e so di incontrare una persona che ha visto tanto nella vita e sai che giudica in un battito di ciglia. Lui dopo poco si è alzato e mi ha abbracciato. E mi ha detto cosa dovrei fare dopo la musica del creato.
Quindi prossimo viaggio?
Seguire gli uomini del creato a partire dalla mungitura. Poi mi ha detto che vuole farlo sentire a Francesco...gli ho chiesto è Francesco: e lui ha detto il Papa. Anche Pistoletto ha sottolineato che questa musica arriva, che crea una esperienza. Non è un usa e getta: mi sono arricchito molto ascoltando il dream team dell’ambientalismo italiano.
I video ci saranno?
Sì e ho coinvolto Marino Capitanio. E’ un oggetto espanso. Farò un racconto per brano spiegando come da un cuculo si arriva a tastiera e al basso, come uccello spatola è blues e la balena è il pianoforte.
Stai già lavorando a qualcosa, aspettando i suoni del creato?
Ora vorrei mettere insieme i materiali del lavoro più urbano, organizzare la dimensione metropolitana.
E' una testimonianza per i posteri ciò che stai facendo.
Ciò mi emoziona, mi piace il senso di universalità. Chiudi gli occhi e immagini di volare.
Chiudiamo con tre spunti di rifessione.
Il fiume come voce del mondo. Lo stupore che suscitano questi suoni. Il desiderio di empatizzare con la natura.