A distanza di cinque anni dall’uscita di Mi Casa Es Tu Casa (INRI/Metatron/ Cosecomuni), il canatutore romano torna con un nuovo album. Boomerang è il primo singolo estratto. Qui sceglie per noi la sua playlist canadese
1. Neil Young - Out on the weekend
Questa canzone mi accompagna dall’infanzia, la ascoltava mio fratello maggiore. Harvest è uno degli album che ho ascoltato di più in assoluto. Molti anni dopo sarei andato a vivere a Toronto a pochi passi dalle strade frequentate da Neil Young.
2. City And Colour - As much as I ever could
Side project del chitarrista degli Alexisonfire, questa è l’ultima traccia di Bring Me Your Love, e contiene la frase che dà il titolo all’album. L’ho visto dal vivo al Massey Hall di Toronto per il tour del disco. Uno dei concerti più belli della mia vita.
3. Alexisonfire - Young Cardinals
L’album Old Crows/Young Cardinals uscì nei giorni in cui mi trasferii a Toronto. Il mio cognome è Cardinale. Colonna sonora costante da quel momento. Si apre con la meravigliosa strofa “Strange things happen in the nighttime hour, yesterday's buds are tomorrow's flowers”, per me un altro modo di spiegare il significato di Viva Lion.
4. Moneen - Don’t ever tell Locke what he can’t do
Band seminale del circuito indie/emo/alternative, sono rispettatissimi non solo in Canada. Anche loro visti dal vivo in uno storico live club di Toronto, fecero un free show per presentare il disco The World I want to leave behind. La traccia scelta è dell’album precedente, erano gli anni di Lost e il titolo è un omaggio a John Locke.
5. Feist - The bad in each other
La mia artista femminile preferita. Una voce e una scrittura incredibilmente originale e raffinata, e un’ottima chitarrista. Una canzone d’amore al contrario, racconta la prospettiva di una relazione tra due persone buone che tirano fuori il peggio di sé. “When a good man and a good woman can't find the good in each other, then a good man and a good woman will bring out the worst in the other”.
6. Fucked Up - Queen Of Hearts
Punk band di Toronto, politica e conscious, questa è una canzone di protesta e di amore allo stesso tempo: una relazione nata durante una protesta in una fabbrica. la considero la mia love song numero 1, sebbene (o proprio perché) nascosta tra chitarre distorte e screaming alternato alla voce melodica femminile. “She placed it in my hand / co-workers seen the sparks / I couldn't understand / What just happened to my heart
Hello, my name is David, your name is Veronica / Let's be together, let's fall in love
Hello, my name is David, your name is Veronica / Let's be together, 'til the stars go out”.
7. Arcade Fire - The Suburbs
Non hanno bisogno di presentazioni, tra le migliori band degli ultimi 20 anni per originalità e creatività. Grammy Awards nel 2011 per l’album The Suburbs (da cui la title track). Ricordo un viaggio a Montreal quell’anno, ogni strada mi raccontava del loro sound.
8. Broken Social Scene - Lover’s spit
Super group di Toronto fondato tra gli altri da Feist, godono di una reputazione internazionale di gran lunga superiore al successo commerciale. Una grande famiglia, un collettivo intorno al quale ruota un numero indefinito di artisti e musicisti. La versione live di questa traccia, con Feist alla voce, mi emoziona moltissimo ogni volta.
9. Daniel Romano - Two pillow sleeper
Produttore, cantautore, polistrumentista, fotografo, poeta, videomaker, grafico. Un esempio fondamentale per me da molti anni. Solo nel 2020 ha pubblicato 9 album originali, NOVE. Incessante attività live (pre covid).
Fondatore degli Attack In Black (visti dal vivo a Toronto in apertura a City And Colour) il suo progetto solista inizia con il country classico, per poi passare al rock anni ‘60, poi ‘70, al power pop, una continua trasformazione musicale ed estetica. Inarrestabile e indefinibile. Two pillow sleeper è del primo periodo, e coincide con gli anni in cui mi sono avvicinato alla country music. E sono un two pillow sleeper anche io.
10. Comeback Kid - Wake the dead
Da Winnipeg, Manitoba, per molti anni la mia band hardcore preferita per produzione e mix di melodia e aggressività.
Anche se la mia produzione è indie/folk o insomma musica più intimista e introspettiva, l’hardcore (suonato e registrato bene!) è per me imprescindibile.
Questa Wake the dead è stata la mia colonna sonora nelle passeggiate notturne in downtown Toronto e in molti viaggi in Nord America. “We said, we said, we said
This time was gonna be different
Wake up the dead”.