Strano mondo quello del jazz. Tutti lo amano, lo desiderano ma pochi ne conoscono le sfumature, i generi e i geni. Un sassofonista del valore Lionello "Lello" Colombo ha scelto dieci brani divendoli in tre gironi
La scelta non ha carattere progressivo, ma semplici legami, a volte sotterranei. Il tutto ha a che fare con dischi che ho e con lo strumento che suono, il sassofono.
Un sentiero mentale dove tradizione e modernità si compenetrano. Non è ovviamente estranea la mia convinta adesione al Free Jazz più radicale.
PRIMO SENTIERO
Louis Armstrong - V.S.O.P. (Very special old phonography)
Il jazz a cavallo tra l'eterofonia del dixieland, il blues e l'inizio di presenze soliste importanti.
Charles Mingus - Oh Yeah
L'evidente richiamo alla tradizione che si coniuga alla modernità.
Duke Ellington - New Orleans suite
L'eleganza orchestrale a riassumere i ragionamenti fatti in precedenza.
Albert Ayler - Live in Greenwich Village
Il fuoco del free jazz come ritorno all'eterofonia primordiale
SECONDO SENTIERO
Charlie Parker - One night in Birdland
Il virtuosismo espressivo del bebop, la rivoluzione veloce.
Ornette Coleman - Free Jazz
Il disco simbolo, la frenesia del bebop che si proietta libera, la libera linea melodica che si impone sulle strutture, l'incontro con Eric Dolphy.
Cecil Taylor - Nuits de la fondation Maeght
La libertà incontra il virtuosismo di un pianista straordinario
TERZO SENTIERO
Due musicisti fondamentali si incontrano ma i loro sguardi divergono.
Miles Davis - Britches Brew
Il jazz incontra l'elettricità del rock e lo sguardo sciamanico di Miles.
John Coltrane - Ascension
L'apoteosi spirituale del free jazz, l'esplosione stellare del suono.