E' il giorno de I Mortali, l'album di Dimartino e Colapesce, il primo scritto interamente a quattro mani anche se la loro collaborazione ha radice più antiche. L'INTERVISTA
Il concetto è questo. E' capitato a tutti di trovarsi in un ambiente nuovo e sentirsi a casa, sentirsi accolti. Bene, è quello che ho provato ascoltando I Mortali, il nuovo lavoro di Dimartino e Colapesce: passare da un brano all'altro è come passare da una stanza all'altra ed essere sempre a proprio agio. L'album dei due artisti siciliani contiene canzoni che trasmettono un senso di famigliarità. E dunque chiacchierare con Antonio Dimartino e Lorenzo Urcillo (Colapesce) è stato come trovarsi all'osteria davanti a una bottiglia Nerello Mescalese o di Grillo e disquisire senza confini.
E’ un istinto primordiale riuscire a non farci male ma sembra che non ne siamo capaci.
Siamo bravissimi a farci del male ma anche a proteggerci. La recente manifestazione di Roma ha evidenziato che la gente ha voglia di farsi del male, ma c’è pure un senso forte di auto conservazione: stare lontani, evitare l’abbraccio. C’è la paura di perdere tutto.
La Luna Araba (è il titolo del singolo al quale ha partecipato Carmen Consoli, ndr) cosa ha di diverso dalle altre lune?
Ha un fascino diverso, sembra un uncino che ti rapisce. La canzone racconta la Sicilia, come una grande quadro di Hieronymus Bosch.
E’ nella natura del cantautore restare solo?
La scrittura in solitudine è la sottolineatura di uno stereotipo. Il cantautore se ne va per conto suo canticchiando una melodia. Oggi più che in altre epoche è solo, crea nel suo home studio. Noi veniamo da una generazione che la ha vissuta meno, siamo cresciuti con della band dunque con atti creativi condivisi. Il Prossimo Semestre è una meta-canzone che racconta anche la vita dell’autorato. A volte non si ha la percezione di chi si ha di fronte.
Un esempio?
Piero Ciampi. Il Merlo è una melodia vincente creata per avere l'anticipo per lo champagne e questo parecchi lo sanno. Ma pochi sanno dei suoi arrangiamenti orchestrali, è uno dei pochi che li ha fatti minuziosi. I violini di Ma che Buffa che sei sono una meraviglia.
Perché avete dedicato una canzone a Rosa e Olindo?
E' la storia di due innamorati che si trovavano a scontare l’ergastolo. Una canzone d’amore che non riguardasse cose nostre ma il concetto di amore che supera una condanna penale. Quando c’è stata la sentenza loro non hanno pensato alla pena ma una cella matrimoniale
Dalla finestra a righe guardo un pezzo di città, dite in Rosa e Olindo: voi cosa avete visto dalle vostre finestre in queste settimane?
Colapesce: Ho trascorso il lockdown al mare. Era particolare. Molta solitudine che mi ha tenuto al riparo da quelle angosce che Milano me le avrebbe dato. La situazione mi ha consentito di passeggiare anche nel periodo di immobilità.
Dimartino: Sono rimasto a casa a Palermo con la mia compagna e nostra figlia e ho visto i miei vicini che non conoscevo dopo dieci anni. Ora conosco le dinamiche del mio quartiere, mi ha appassionato la cosa: il 27 aprile aperto finestra e ingannato dal riflesso del sole sul vetro del mio sul dirimpettaio mi è parso di vedere una nuova persona e invece ero io riflesso. Ah, so anche il pattume chi lo portava quando non doveva.
Il covid 19 (Speciale Coronavirus) ha ridotto il numero delle cicale impegnate poco nel sociale?
Speriamo di no, speriamo che la pandemia abbia portato la luce in certi angoli bui. Noi per troppo tempo siamo rimasti in ombra. Qualcuno ci ha definito intrattenitori. ma la musica sta cambiando la coscienza, c’è voglia di aggregazione anche se a distanza. Ai primi di marzo eravamo ottimisti poi col tempo un po' meno. I gilet arancioni hanno portato fuori in maniera prepotente la paura delle persone e questo ci fa paura. Molti che non prendevano posizione ora avranno una coscienza politica.
Dobbiamo però rilevare che con la fine del lockdown la nostra costa è già sporca.
L’ultrà che potrebbe governare è Matteo Salvini?
Ti sei già dato risposta.
Credete in una resurrezione o l’ultimo giorno sarò davvero l’ultimo?
Il nostro cervello si vuole convincere che esiste pur riconoscendo che scientificamente non c’è una prova ma tutto il background ci spinge a credere che c’è una vita dopo la morte. Abbiamo provato anche con letture nichiliste ma crediamo che una energia ci sarà dopo l’ultimo giorno.
Ettore Majorana ci ha fregati tutti?
La Sicilia è la terra delle teorie e una teoria recente dice che William Shakespeare è originario di Messina. Quindi ci piace l'idea di Majorana che è sparito e si è goduto il resto della sua vita sotto una palma.
Per chi ha acquistato l'album in presave c'è stata una bella sorpresa.
Un vero e proprio evento esclusivo, realizzato in collaborazione con il collettivo di video maker siciliani Ground's Oranges. Giovedì 4 alle ore 21,30, poche prima dell'uscita ufficiale de I Mortali, abbiamo fatto un live movie strutturato come un episodio pilota di una serie tv. Abbiamo dialogato attraversando alcuni scenari stupendi della nostra Sicilia e suonato in anteprima, in versione acustica, alcune delle canzoni dell'album.
E' vero che il siciliano che vuole restare vicino a casa va a Roma e quello che si allontana a Milano?
Colapesce: Io mi sento lontano dalla Sicilia anche a Villa San Giovanni, dall'altra parte dello Stretto.
Dimartino: Questa mi mancava e me la segno. Comunque io vivo a Milano ma ci penso spesso: basti dire che ho scritto della mia Sicilia sui Navigli.