Isabella Turso, fa vibrare la Natura e le anime in Big Break

Musica

Fabrizio Basso

Andrea Varani

E' uscito Big Break (Bluebelldisc Music), il nuovo album di Isabella Turso. L’uscita del disco è accompagnata dallo speciale videoclip del singolo Sliding Doors, realizzato al MUSE – Museo delle Scienze di Trento, sua città natale. L'INTERVISTA

Il racconto delle emozioni, dei sentimenti, della vita in punta di dita. Isabella Turso ha pubblicato il suo nuovo lavoro Big Break e al centro c'è la Natura. L'album, che ho ascoltato in anteprima, è un viaggio nell'umanità a tratti quasi fiabesco. Ne abbiamo parlato al telefono.

Isabella cominciamo dall'essenza di Big Break.
E' una raccolta di esperienze maturate negli ultimi anni, ho fatto cose diversificate, ho cercato di raccoglierle il mio viaggio e cucirlo con un filo conduttore essendo tutti brani di epoca diversa, alcuni fermi da anni che non pensavo di recuperare.
Difficile oggi mettere tanti sentimenti in un album.
Ho costruito uno spettacolo teatrale sull’epistolario amoroso da Mozart a oggi quindi sono preparata. Certo passare dalle lettere agli emoticon e, peggio ancora, ai messaggi vocali è una rivoluzione al contrario.
Oggi si comunica in modo diverso quel che sospira il cuore.
E’ un mondo cambiato radicalmente. Io lo indago con la mia musica e lo assorbo da fuori. E' cambiato il tempo, non ci si sofferma più sulle parole. Una volta c'era la necessità di tempo perché le parole arrivassero al destinatario. Ora è stato tirato il freno a mano. Spero che quello che stiamo attraversando ci faccia riflettere, è una grande occasione per tutti.
Tu sei molto legate alla Natura, a livello umano e sociale: come la hai vissuta in queste settimane?
La mia finestra è un film, vedo le montagne del Trentino. Ho vissuto sempre con la visione del panorama naturale. La sento molto vicino a me. Anche attraverso la musica racconto il paesaggio, in questo periodo l’immaginazione deve correre di più.
Ti è pesato l'isolamento?
Un musicista è abituato a stare solo, l’immaginazione germoglia lì.
Hai rallentato i ritmi?
Ora ho una differente percezione del tempo, ho vissuto una esistenza frenetica negli ultimi due, tre anni e ora ho acquisito quel giusto distacco. L'umanità è passata da iperattiva a bloccata.
Resisterai?
Ti assicuro che la percezione mia sarà diversa, manterrò un sano distacco. E sarò un po’ più accorta.
Sei amica dell'ambiente anche negli abiti che indossi.
Sono per l'eco-sostenibile: aderisco al progetto Scart ideato circa 15 anni fa da Maurizio Giani, CEO di Waste Recycling che si occupa di rifiuti. E' un manager visionario. I rifiuti vengono rianimati. Anche X Factor in una puntata ha utilizzato i suoi abiti e pure Andrea Bocelli al Teatro del Silenzio di Lajatico. Per l'immagine mi sono affidata ad Andrea Varani, un super mega fotografo. Abbiamo lavorato a Rosignano su una spiaggia bianca per creare una immagine lunare. Il mio abito era fatto con camere d’aria riciclate, pesa otto chili: dopo un po’ se non sei seduto ti schiaccia, diventa difficile da indossare ma ha un valore sociale enorme.
Tra i brani di Big Break c'è Oblivion di Astor Piazzolla.
Ho una passione sfrenata per Piazzolla come per Carlos Gardel. Per me la sua scrittura è come quella di Mozart, c’è una direzione tale nel mondo di descrivere che ti arriva subito eppure sotto ha struttura complessa.
Il singolo, col video è Sliding Doors: la tua quando c'è stata?
Durante un concerto su George Gershwin. Era all’aperto, ci fu un temporale e un tuono echeggiò su un preciso accordo: in quel momento mi sono detta che questo è il mestiere che devo fare per sempre unendo generi diversi. Quella è stata la mia sliding doors.

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