Buon compleanno Billy Joel: ecco le sue 10 migliori canzoni

Musica

Camilla Sernagiotto

©Getty

Il 9 maggio il celebre cantautore statunitense spegne 71 candeline. Per festeggiarlo nel suo stile, abbiamo selezionato la nostra personale top ten di brani di Billy Joel. Ecco la playlist da ascoltare e riascoltare in loop, in occasione del compleanno di uno dei più grandi musicisti contemporanei

Billy Joel compie 71 anni il 9 maggio, nato com’è nel 1949 nel Bronx a New York.

Il suo nome è stato uno dei più citati, cantati e gettonati nelle radio e nei jukebox a stelle e strisce e non solo: questo cantautore, piantista e compositore statunitense è diventato a qualsiasi latitudine sinonimo di musica che mixa jazz e soft rock.

Dall’inizio degli anni Settanta fino al 1993, anno in cui ha dato alle stampe il suo ultimo album River of dreams, Billy Joel è stato un mostro sacro dell’Olimpo musicale di tutti i tempi. Anzi: dei nostri tempi. La sua musica è innervata di contemporaneità a ogni livello, dal piano stilistico a quello testuale.

Dal 1993 in poi non ha scritto nuove canzoni (dichiarando di avere già detto tutto ciò che sentiva il bisogno di comunicare), dedicandosi solamente all’attività concertistica.

Per festeggiare il suo 71esimo compleanno alla sua maniera, abbiamo selezionato le 10 canzoni che più amiamo di Billy Joel. Da Piano Man a Only The Good Die Young passando per Uptown Girl, ecco la nostra personale top ten che può diventare la playlist perfetta da ascoltare no stop per il compleanno di Billy Joel.

 

01) Piano Man (1973)

Uno dei brani più emozionanti della storia della musica pop, con un intro di piano e armonica a bocca da pelle d’oca, è Piano Man. Si tratta di una ballata dalla melodia semplice e lineare che avvolge a ogni strofa. Il testo parla dei pianisti di locali, della vita notturna e dei club, lo scenario su cui per tutta la vita si è stagliata la figura di Billy Joel.

Un pezzo che mescola alla perfezione Bob Dylan ed Elton John, restituendo una canzone che ti entra nei pori e nell’anima. E non esce mai più.

02) Uptown Girl (1983)

Il ritmo sincopato di Uptown Girl non dà tregua al piede: impossibile non batterlo a terra per seguire il tempo di questa canzone, entrata a pieno titolo nella storia del pop a stelle e strisce. La “uptown girl” celebrata è una ragazza dei quartieri alti alla cui ricerca disperata va il protagonista, dei quartieri bassi.

03) We Didn't Start The Fire (1989)

Un perfetto mix di rock, sinth e pop è We Didn't Start The Fire, il brano di fine anni Ottanta che già ha in nuce tanti elementi della musica dei Nineties. Il testo contiene allusioni a oltre cento eventi avvenuti tra il 1949, anno di nascita di Billy Joel, e il 1989, anno di uscita del brano.

We Didn't Start The Fire ha ricevuto la candidatura per il Grammy Award alla registrazione dell'anno nel 1990.

 

04) She's Always A Woman (1977)

Un omaggio alle donne sulle note dolci e morbidissime dell’inconfondibile piano di Billy Joel è She's Always A Woman. Un inno alla femminilità che racconta con realismo cosa significa essere una donna, senza tuttavia tralasciare la poesia pura. Ogni aspetto del gentil sesso viene passato al setaccio, restituendo un ritratto vivido e convincente non di una donna ma semmai di tutte le donne.

Un arrangiamento minimo composto di piano e di chitarra accompagna la melodia semplice, da ballata classica, Proprio la semplicità è ciò che ha reso She's Always A Woman una delle canzoni più orecchiabili della storia.

Billy Joel ha rivelato durante un’intervista radiofonica del 16 novembre 2010 rilasciata nella trasmissione The Howard Stern Show di essersi ispirato a Rag Doll, la canzone di Frankie Valli and the Four Season che termina con la frase diventata titolo e motivo del coro. Questo celebre brano è stato anche la fonte di ispirazione per la canzone Upton Girl.

05) Just The Way You Are (1977)

Just The Way You Are è un mix irresistibile di jazz, soul e soft rock a cui il successo di Billy Joel è indissolubilmente legato.

Il brano è stato registrato nel 1977 per l'album The Stranger, scritto come regalo di compleanno per la prima moglie del cantante, Elizabeth Weber.
Il singolo è stato il primo di Billy Joel a entrare nella top ten statunitense, raggiungendo la terza posizione della Billboard Hot 100. È stato anche il primo disco d'oro della sua carriera con cui ha vinto anche un Grammy Awards 1979 come "canzone dell'anno". Il sassofono del brano è stato suonato da Phil Woods, il celebre sassofonista statunitense soprannominato The New Bird (The Bird era Charlie Parker quindi pensate a quanto è stato importante questo nome per il jazz).
Phil Woods ha preso il posto di Richie Cannata, il sassofonista che aveva suonato in quasi tutte le canzoni del disco The Stranger.

06) Movin' Out (Anthony's Song) (1977)

Un brano tra i più conosciuti di Billy Joel è Movin' Out (Anthony's Song), una canzone che mescola sonorità à la Queen, rock puro e anticipa lo stile degli anni Ottanta.

I personaggi citati hanno nomi stereotipati quali Anthony, Mama Leone, Sergeant O'Leary e Mr. Cacciatore. L’Anthony del titolo, come ha dichiarato il cantautore, non è una persona reale ma il simbolo di qualsiasi polacco, irlandese e italiano che cerca di farsi una vita (e farsi strada) negli Stati Uniti.

07) The Longest Time (1983)

La migliore prova di doo-wop firmata Billy Joel? The Longest Time, senza dubbio.
Il doo-wop è quello stile di musica vocale nato da una costola del rhythm and blues e del rock and roll nella seconda metà degli anni Cinquanta negli States.
Si tratta di un genere che rinforza il canto solista con armonie vocali sincopate e cori che imitano strumenti di accompagnamento.
Con questa canzone Billy Joel ha voluto omaggiare alcune delle sue maggiori influenze musicali, quelle del doo-wop di nomi come Frankie Lymon and the Teenagers. The Longest Time è arrivata alla posizione 14 della Billboard Hot 100 e in prima posizione della classifica Adult Contemporary di Billboard.
La cosa strana? Non sentire il piano in un pezzo di Billy Joel. Ma la cosa ancora più strana è percepire strumenti come il basso e il rullante quando in realtà il brano è composto solo ed esclusivamente da voci umane, nella migliore delle tradizioni doo-wop appunto.

 

08) Only The Good Die Young (1978)

Only the Good Die Young è il singolo di Billy Joel, pubblicato nel 1978 ed estratto dall'album The Stranger.
Si tratta di un pezzo rock in cui il cantautore parla a una simbolica Virginia, una ragazza cattolica che si scherma dietro alla vetrata colorata simbolo della Chiesa che, secondo l’autore, non lascia mai entrare il sole. Il brano prende bonariamente in giro il perbenismo e l’ingenuità di molte ragazze connotate da una fede cieca.

09) My Life (1978)

My Life è il primo brano dell’album 52nd Street del 1978.
Ha un incipit molto particolare e originale: si apre con un sax e prosegue con una combinazione di batteria, basso e piano, seguiti da un riff di tastiera.
Dopo poco, però, melodia e arrangiamento variano totalmente, sfociando nella canzone resa celebre dalla serie televisiva della ABC Bosom Buddies con Tom Hanks e Peter Scolari (in Italia uscita con il titolo di Henry e Kip). La sitcom è incentrata sulle vicende di Henry e Kip, due uomini single che lavorano nel campo della pubblicità e che si fingono donne per vivere in un appartamento riservato alle sole ragazze.
Le voci del coro appartengono a Peter Cetera e Donnie Dacus della band Chicago.

 

10) New York State Of Mind (1976)

Una dichiarazione d’amore alla sua città, New York, ecco cos’è New York State Of Mind. Non a una donna, come solitamente accade per le ballate e le canzoni amorose, ma a una città. O, meglio, a "la città", quella Grande Mela che ha stregato totalmente Billy Joel dandogli i natali e crescendolo in seno alla sua modernità. Dopo averla lasciata per trascorrere tre anni a Los Angeles, il cantautore ritorna sui suoi passi per godere di nuovo dell’inimitabile abbraccio della Big Apple.

Il brano mescola jazz, soft rock e vene di soul, rivelandosi uno dei titoli preferiti dei fan che Billy Joel non mancava mai di suonare e cantare durante i suoi live.

Nell’ottobre 2001 l’artista l’ha suonata e cantata in una versione molto emozionante al concerto di beneficenza per i pompieri, la polizia e le famiglie delle vittime degli attacchi terroristici dell’11 settembre.

 

 

 

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