Bruno Bellissimo racconta Tucker con la sua Italo Disco

Musica

Fabrizio Basso

Tucker è il nuovo concept album di Bruno Bellissimo e racconta il roboante mondo di questo strampalato personaggio attraverso sketch pungenti, vocals accattivanti e groove incalzanti, immancabile marchio di garanzia del producer Italo-Canadese. L'INTERVISTA

(@BassoFabrizio)

E' considerato il sacerdote dell'Italo Disco. Bruno Bellissimo, producer italo-canadese pubblica il suo nuovo album Tucker, un concept che racconta l'epopea di Tucker, un personaggio immaginario nelle nove tracce del disco, ma reale nella quotidianità, prodotto dal mondo dell'apparenza e che ci lascia in eredità situazioni difficili da attraversare. Ne ho parlato con l'artista al telefono.

Come nasce Tucker? Il disco intendo...
La missione è portare il suono glorioso degli anni Ottanta nella contemporaneità. Non solo come suono ma come immaginario.
E' un genere molto vitale tutt'oggi.
Sì, è un genere che ho sempre amato e molto amato in generale. E' centrale la figura del produttore.
Possiamo definire Giorgio Moroder il papà?
E' quello che diventato più famoso e dunque il più citato ma ce ne sono altri.
Per altro oggi i produttori sono ricercatissimi.
Negli ultimi anni è cresciuta per l'avvento in mainstream dell’hip hop che il produttore ha sempre avuto. Ora si allarga ad altri generi.
Ce ne sono di vari tipi.
Dipende dal background, da come si muove e da quanto si spinge fuori dalla confort zone. Io sono curioso, mi piace esplorare e provare. Ora sto lavorando a una colonna sonora distantissima da Tucker. Mi piacerebbe firmare con lo stesso nome, mi piace l'eterogeneità.
Chi è 'sto Tucker e perché lo hai chiamato così?
Con i nomi vi vengono delle fisse. Avrei potuto scegliere un nome italiano, ma mi piaceva l’assonanza con la parolaccia inglese. E’ l’evoluzione dello yuppie degli anni Ottanta e del quale io forse sono il figlio. Una critica lieve che serve a sottolineare cliché divertenti che abbiamo visto nella commedia all’italiana. Ogni mio album nasce da un tema. Questo è un tema caro a tutti e quotidiano. Sono cliché all’ordine del giorno.
Nel brano Il Piacere parli di gestione dello spazio: ti senti figlio di questa epoca?
Ci penso spesso e dico che mi sento parte di questa epoca anche se come indole dovrei essere nostalgico. Cerco di essere figlio del mio tempo. Cerco di essere originale e non è semplice mantenere una linea dritta.
Hai collaborato con Francesca Michielin per il brano Femme.
Ci conosciamo da anni. La ho seguita nel live delle discoteche di un anno fa: voleva andare sul palco da sola e avvicinarsi all’elettronica. Per me è normale ma per lei diventa una bella sfida. Come me anche lei vuole uscire dalla confort zone. Mi ha invitato poche settimane fa sul palco con lei al Rocket di Milano: è stato il coronamento di un percorso fatto insieme. Ha un grande futuro e si è già inventata molto considerata la sua giovane età.
Che farai sconfitto il coronavirus?
Un tour promozionale, dj set, serate da solo…ho tante forme con cui portare in giro il mio immaginario. E non dimentichiamo che mi attende un tour da turnista con Frah Quintale: sono bassista prima ancora di produttore di musica!

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