Tra musica, video, inglese, famiglia e una radio (social) originalissima corrono le giornate casalinghe di Paolo Belli. Con Beppe Carletti e i Nomadi sostiene, e ne è protagonista, una canzone che si intitola Fuori la Paura e i cui proventi andranno tutti all’IRCCS dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia per la ricerca in atto sul farmaco anti Covid-19. L'INTERVISTA
(@BassoFabrizio)
La paura fuori ma tutti in casa a combatterla. Paolo Belli lancia una doppia sfida al coronavirus: la prima in coppia con Beppe Carletti e i Nomadi è una canzone che si intitola, appunto, Fuori la Paura e i cui proventi andranno tutti all’IRCCS dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia per la ricerca in atto sul farmaco anti Covid-19. La seconda la porta avanti da solo, dalla sua casa di Carpi, e consiste nel creare messaggi per i social e appuntamenti musicali che facciano stare bene. Ci siamo parlati al telefono.
Paolo come va l'isolamento domestico?
Ti dico che ero partito per Roma per iniziare a lavorare a Ballando con le Stelle, la capitale non era ancora zona rossa. Io quando sono arrivato mi sono posto in auto isolamento per evitare problemi. Qunado l'Italia si è fermata sono riuscito a rientrare e mi sono imposto un altro auto isolamento.
Insomma sei recluso in casa.
Con mia moglie ci vediamo a mangiare e chiacchierare ma a debita distanza. Dormiamo in stanze diverse. In effetti è una vita un po’ strana.
E con la tua famiglia musicale come fai?
Con i musicisti ci incontriamo su piattaforme e parliamo dei nostri progetti, poi io faccio video per i social e approfondisco l'inglese. Ora il mondo ha scoperto che c’è internet e in questa fase si lavora di più. Io ci aggiungo meno male così ti tieni impegnato. All’inizio la ho presa male ora sono organizzato.
In questa condizione hai festeggiato il compleanno il 21 marzo.
E' stato tremendo e meraviglioso. Con gli amici storici avevamo progettato di andare a Napoli, molti non c’erano mai stati. Io frequento quella città da trent'anni e so come muovermi, eravamo pronti poi ci è crollato il mondo addosso in maniera violenta.
Però hai detto che c'è stato anche del bello.
Dall’altra parte è stato meraviglioso perché ho avuto testimonianze di affetto in rete, c'è stata una festa virtuale: tutto strano e commovente.
So che hai ricevuto un regalo speciale con una telefonata.
Verso le 23 mi ha chiamato Beppe Carletti e mi ha proposto di fare con lui Fuori la Paura. E' stato bellissimo, una emozione speciale. Solo che io in casa non ho lo studio, ho solo un mezzo microfono.
Il risultato è notevole. Che ti sei inventato?
Ho cantato tutta notte facendo il lavoro migliore possibile con i mezzi che avevo. E' una canzone che esprime tutti i sentimenti contrastanti del periodo, so che è trasmessa e sta piacendo. Ora prepariamo il video, pure lui in casa, raccogliendo le interpretazioni delle persone che ci arrivano sui social. Chi acquista il brano aiuta l’ospedale e per me non il regalo di compleanno di un giorno ma di una vita. Sapere che grazie a te ci sono persone che lavorano in modo più sano e protetto e altre che possono guarire ti fa sentire parte di meccanismo bellissimo.
Cambia anche la prospettiva del tuo lavoro.
Guarda, il mio lo ho sempre pensato come un mestiere leggero e invece ora capisco che può essere pesante. Rimettere a posto l’anima non è effimero ma importante. Basta una persona che scarica il brano e si uniscono arte e fare del bene.
La gente cosa ti chiede?
Vuole che canti.
Ascolti più musica?
Quando in queste terre ci fu il terremoto avevo inventato ho una rubrica quotidiana Radio Fan Cool.
Come funziona?
La musica la metto io e mi permette di passare un po’ di tempo con la musica che amo e fare ascoltare cose che non si sentono più. Dal rhythm 'n' blues anni Sessanta e Settanta alle big band degli anni Quaranta per arrivare alle cose nuove. Mi chiedono di fare la radio e chi mi segue in questo progetto ha una passione forte. Aiuta molto anche me ascoltare generi e artisti che sono stati la mia scuola. E' tutta roba suonata.
Ragioni un pochino sul dopo?
Non ho ancora pensato a quel che sarà. Per ora rispetto le regole e mi curo di chi mi vive accanto. Cerchiamo di arrivare sani alla meta, al poi ci pensiamo: è ancora presto. Magari pensare già da domattina alla ripartenza!