Beppe Carletti dei Nomadi vince la paura con pianoforte e nipoti

Musica

Fabrizio Basso

Beppe Carletti, in piedi al centro, con i suoi Nomadi
nomadi

Fuori la Paura è il brano interpretato dai Nomadi e Paolo Belli. Gli eventuali proventi saranno devoluti all’ IRCCS dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia per la ricerca in atto sul farmaco anti Covid-19. L'intervista a Beppe Carletti, storia e aninma della band di Novellara

(@BassoFabrizio)

L'esempio arriva (anche) da Novellara. Beppe Carletti, anima, cuore e storie dei Nomadi, affronta questo periodo nella sua casa, con la famiglia e le precauzioni che bisogna seguire. Si intuisce dalla voce che avrebbe una gran voglia di essere in giro, di far cantare, ballare, divertire e commuovere la gente ma è consapevole che non è possibile e che la sola cosa da fare è lavorare per farsi trovare pronti non appena la normalità. Intanto insieme ai suoi Nomadi e a Paolo Belli ha realizzato in singolo Fuori la Paura: gli eventuali proventi saranno devoluti all’IRCCS dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia per la ricerca in atto sul farmaco anti Covid-19. Ecco cosa mi ha raccontato al telefono.

Beppe come va a casa?
Ho un pianoforte, è la mia salvezza, faccio esercizi e poi sono fortunato che ho 15mila metri di giardino e dunque posso passeggiare.
Sta nascendo qualche nuova idea?
Qualcosa di nuovo verrà fuori, ci confrontiamo seppur a distanza con parecchi colleghi perché bisogna essere pronti per quando si riparte.
Come Nomadi?
Abbiamo spostato il tour teatrale in autunno, quello estivo sarebbe da maggio e vedremo se le cose cambieranno. La situazione va accettata, comportiamoci bene.
Con Paolo Belli avete inventato Fuori la Paura.
Questa idea è stata realizzata con mezzi di fortuna. Ho subito pensato a Paolo che è a chilometro zero e ci conosciamo da tantissimi anni. Lo ho chiamato il 21 di marzo e mi ha detto che è stato il più bel regalo per il compleanno. La canzone è piaciuta, abbiamo fatto una cosa credibile. Ne sono orgoglioso, non è a scopo di lucro ma per l’ospedale di Reggio Emilia. Quel che conta è sensibilizzare le persone, dobbiamo dare un po’ l’esempio.
Soprattutto bisogna avere pazienza.
Ma ci sarà un domani e bisogna essere pronti, trasmettere positività. La musica quando arriva al cuore fa riflettere, pensare e divertire: invito ad ascoltare musica di qualsiasi tipo, è tutta bella dipende dai gusti.
Tu che ascolti?
Ascolto le cose vecchie dei Nomadi. Mi piace questo ritorno al passato perché grazie a quel passato io sono adesso presente. Le ascolto perché mi hanno permesso di essere qui dopo 57 anni. Con Augusto abbiamo fatto cose belle importanti, sono qui grazie a lui e ai tanti amici che hanno condiviso con me parte della loro vita.
Vinta questa sfida saremo tutti più umani o terminata l'emergenza prevarranno di nuovo egoismo e individualismo?
Io mi auguro che l’emotività non sia solo del momento, spero che continui. Non sarà come la fine di una guerra, io ho vissuto i primi anni Cinquanta e so come era. Oggi siamo abituati ad avere tutto, ogni ben di Dio, bisogna che ci ricordiamo di questi giorni che stiamo attraversando. Occorre essere più buoni, apprezzare le persone che ci sono vicine e quelle che stiamo conoscendo. Essere consapevoli della fortuna di una vita che è andata anche oltre le righe.
Stiamo facendo un bel bagno di umiltà.
Abbiamo toccato quasi il cielo con un dito, prevalevano invidia e cattiveria, l'amore non sapevi più dove era di casa. Il mio augurio è che ora torniamo più umani e con i piedi per terra con tanta voglia di stare insieme e condividere. Ora ci accorgiamo di quanto è importante la libertà, che non è solo una parola ma è la vita.
Nel progetto Fuori la Paura è coinvolto tuo nipote Nicola.
Ha disegnato un arcobaleno diverso da un arcobaleno vero ma colorato e festoso. Ne abbiamo fatto il simbolo del brano, è un disegno istintivo.
A proposito di nipoti: cosa gli racconti?
Di non preoccuparsi che passerà tutto. Che sono fortunati che stanno a casa da scuola per quanto studino da casa tramite il pc. La stanno vivendo bene. Capisco che hanno voglia di rivedere i compagni e mi commuove, come è successo con la mia nipotina, quando si sono organizzate per salutarsi tutte atrraverso i tablet e una è scoppiata a piangere per l'emozione.
Pensi al futuro? A una scaletta particolare?
Quando diranno una data in base alla quale saremo liberi ragioneremo su quali canzoni proporre. Non pensarci è quasi un esorcismo. Dobbiamo essere pronti per mettercela tutta al momento giusto. Ne abbiamo 330 in repertorio, alcune meritano più di altre e potremmo fare ogni giorno quattro concerti con tutti brani differenti.

 

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