Dopo quasi due anni di silenzio LowLow torna con Dogma 93, unn album che mette la parola e la scrittura davanti alla musica. Esce venerdì 20 marzo, lo abbiamo ascoltato in anteprima e commentato con l'artista romano
(@BassoFabrizio)
Sembra di prendere da uno scaffale una enciclopedia e sfogliarla per perdersi nelle sue pagine. Dogma 93 il nuovo album di LowLow, ovvero Giulio Elia Sabatello, è un opificio di citazioni, di rimandi, di sfumature. E' un album che ha quasi due anni di gestazione e ora arriva libero da correnti artistiche e pregno di urgenza espressiva. Come avviene da un po' di tempo, causa coronavirus e nel rispetto delle direttive ufficiali, la nostra chiacchierata si è svolta al telefono.
Un disco ricco e poche, mirate collaborazioni.
Tutto i miei featuring sono da completamento, da valore aggiunto non inseguo i featurtin perchè oggi sono di moda. Al centro di Dogma 93 c’è la mia visione della musica, è stata una gestazione lunga, è stato mettermi a scrivere quando non ero al massimo ma le cose mi venivano: sono consapevole della metà oscura anche se mi affascina.
Cosa intendi per urgenza espressiva?
Partiamo dal cinema che è lo sfondo di molte idee contenute nell'album. Mi definisco una spia....
Ovvero?
Se leggo o vedo una storia e mi riconosco in essa la faccio mia e la metto nei miei pezzi. Il brano che apre il disco si intitola Bobby Fischer e parla del più grande scacchista mai esistito, ho iniziato a studiarlo senza saper giocare a scacchi ma su di me lui esercitava un fascino irresistibile: quando sento una frase e mi si accende qualcosa entra a fare parte di me. Ci innesto il mio umorismo, il mio modo di esprimermi e s che posso far provare alle persone quello che sento io.
Mi fai un esempio?
Prendiamo il film Il Divo con Toni Servillo. Da storie che mi interessano basta una sensazione per scrivere una strofa. Lì c’è una dissertazione sul male e sul bene sul quale ho ragionato a lungo e si vede netta in Io Potrei: nel ritornello parlo col diavolo, la personificazione del male. Il brano è una riflessione sul male diviso in tre storie: il mio dialogo con Satana nel presente,poi vado alla mattina del 20 aprile 1999 raccontando il massacro della Columbine High School e chiudo con la Seconda Guerra Mondiale e le leggi razziali. Prendo distanza dalla glorificazione del male, io sono legato alla figura del’antagonista. Il male è assenza non è una identià diceva Hannah Arendt.
Comma 93 è un chiaro richiamo a a Lars Von Trier.
Ho visto The Kingdom - Il regno la sua mini serie televisiva e mi ha segnato. Ma non è la sola fonte di ispirazione, ci metto anche il regista greco Yorgos Lanthimos e il regista danese Nicolas Winding Refn che crea mondi paradossali dove la violenza viene accettata come atto estetico. E non dimentichiamo Thomas Vinterberg.
Sai incrociare bene rap e a sonorità meno dure.
Voglio creare un manifesto per il momento di smarrimento. Ho deciso di mettere dei punti su cosa fossero per me il rap e la musica. Ascolto anche cose lontane dal mio mondo ma alla fine le parole vengono prima della musica e le immagini sono chiare.
In Jones Town tratti un altro tema drammatico: quando nel 1978 il reverendo Jim Jones ha imposto ai suoi fedeli un suicidio di massa.
Ho adottato una tecnica: faccio un monologo poco prima del suicidio di massa. Puoi sembrare un atto di ribellione e punk per l'ascoltatore disattento. Oggi è difficile essere individuo, io mi sento un umanista ma in una società dove una battuta urta il buongusto qualcosa non funziona. Penso che molti comici del passato oggi sarebbero disoccupati. E a scanso di equivoci io invito a ribellarsi non ad ammazzarsi.
Tratti con umanità e delicatezza l'anoressia ne La ragazza nello specchio.
Ci metto sensibilità e dununcio la mancanza di comunicazione. Parlo in prima persona come fossi una ragazza, potrebbe essere una 17enne con un amore strano e i genitori che non la ascoltano ma alla fine comprendi che voglio mettere in luce quanto la comunicazione buona indichi la giusta strada. Non è facile comunicare ma se si fa bene tanti problemi si risolverebbero. Io dico quello che non mi va, esprimo me stesso non mi tengo dentro nulla.
La mia parte migliore è dedicata ai tuoi genitori.
Premesso che non entrano nei miei testi se non sfodero la katana...sono medcici pscicanalisti. Mio padre voleva scrivere e quando hanno visto che me la cavavo ci hanno creduto. Mia mamma è attiva ad aiutarmi. Con lei sono sul campo di battaglia. Papà è assorto. Sono consapevole di quanto la mia famiglia mi abbia dato una base per raggiungere con più facilità il successo. Se sei amato non ti vergognia raccontarti.
Tra i tuoi feturing ci sono Luna, Erika e Gaia Gozzi (grande protagonista a X Factor 10, ndr) oltre a Holden col quale avete, almeno apparentemente, più punti in comune. Mi raccoti le scelte femminili?
Luna ed Erika arrivate tramite Big Fish. Con loro abbiamo scritto e registrato insieme. Con Gaia eravamo a smattare con due strofe incomplete in Non siamo niente. Si è creata dicotomia anche se dice che mi vesto male. In loro si legge la stessa voglio che ho io.
Chiudi l'album con Superuomo che affronta la questione dell'ambizione.
C'è il rapporto tra vanità e fragilità. La prima strofa è ironica, nella seconda dico che le mie canzoni mi fanno schifo. Non vivo bene perché mi sento sempre la brutta copia di quello che vorrei…ho omaggiato questa croce.
Sperando di sconfiggere al più presto il coronavirus che futuro stai studiando per Dogma 93?
Ci stiamo ragionando. Sono stato fermo molto tempo. Il disco è denso e vario, intanto sono curioso di vedere come verrà accolto, ha tanto da dire, dare ed evolversi. Non ho mai pensato di spostare la pubblicazione, sono pronto a farlo vivere.