Francesca Michielin, la nuova rivoluzione Punk si chiama Feat (Stato di Natura)

Musica

Fabrizio Basso

Francesca Michielin esce con Feat (Stato di Natura), un progetto musicale unico nel suo genere tanto è punk nell'anima. In questo periodo di tanti pensieri e zero contatti l'intervista è scivolata su Skype

(@BassoFabrizio)

Il Punk, sul finire degli anni Settanta, ha rivoluzionato musica, società, anima. E' stato l'ultimo vero sconvolgimento in musica che ha segnato la società. Ho respirato lo stesso clima ascoltando in anteprima Feat (Stato di Natura) il nuovo progetto (perché quello è, un album è qualcosa in meno) di Francesca Michielin. Nella stagione in cui si cercano certezze lei ha osato. Tutti, i più, si cullano nella linearità del concept, lei ha creato undici tracce e non ce ne è una che assomiglia l'altra. Il suo Monolcale sembra un loft sterminato, il suo Leoni è un inno sincero, viscerale alla libertà. Ogni brano ha un featuring e ha saputo scegliere i suoi compagni di viaggio con la saggezza di una artista di lunga esperienza.  E ha solo 25 anni. Mi sembra giusto dire con chi ha condiviso le emozioni: Maneskin, Fabri Fibra, Gemitaiz, Shiva, Elisa e Dardust, Coma Cose, Takagi & Ketra e Fred De Palma, Max Gazzé (in francese), Carl Brave, Charlie Charles e chiude con Giorgio Poi. Avrebbe potuto essere più ruffiana, percorrere un sentiero meno ripido e invece eccola dissacrante come il Punk, profonda come l'oceano, emozionante come una poesia. In questo suo muoversi tra la città e la natura ci riempie di colori come un caleidoscopio. In Yo No Tengo Nada (condiviso con Elisa e Dardust) racconta che esplode una stella: è l'immagine perfetta, secondo me, di Feat (Stato di Natura) perché i frammenti dell'astro attraversano l'universo con la loro scia di luce e (com)muovono le nostre esistenze.

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