La rassegna Le maschere del suono, promossa dalla biblioteca Loria di Carpi si è chiusa con la sonorizzazione dal vivo de La Passione di Giovanna d'Arco di Carl Theodor Dreyer con una immensa Renee Falconetti. A sonorizzare sono Xabier Iriondo e Corrado Nuccini. L'INTERVISTA
(@BassoFabrizio
Inviato a Carpi)
Un progetto originale, intenso ma soprattutto attuale e affascinante. La rassegna Le maschere del suono, promossa dalla biblioteca Loria di Carpi si è chiusa con la sonorizzazione dal vivo de La Passione di Giovanna d'Arco di Carl Theodor Dreyer con una immensa Renee Falconetti. A sonorizzare sono Xabier Iriondo (chitarrista degli Afterhours) e Corrado Nuccini (chitarrista de I Giardini di Mirò). Mentre pioggia e foschia avvolgevano vie e piazze in sala si consumava forse la passione più epica di Giovanna d'Arco che nei decenni più volte è stata portata sul grande schermo. Ma come Renee Falconetti...nessuno mai. Ho incontrato Iriondo e Nuccini poco prima che la loro rappresentazione avesse inizio.
La scelta di sonorizzare questa Giovanna d'Arco nasce durante un corso tenuto a Modena da Nuccini: "Il Festival di Filosofia che si svolge in queste zone ha avuto come tema nel 2018 la verità e questa pellicola era perfetta perché riunisce i concetti di verità, fede ed eresia. Lì è stata proposta per la prima volta e poi è stato chiesto di rifarla e ho chiesto a Xabier di accompagnarmi. Il racconto come finisce si sa, lo straordinario è l’introspezione sull’emotività che permane in tutto il film, primi piani estremi e contemporanei che ci portano in differenti luoghi musicali. Produciamo rumori sciamani, blues, rock jazz".
Quando si tratta di attualizzare la figura della Santa, Iriondo sottolinea che oggi non sarebbe "né una terrorista né una Greta. E' stata proiettata su questa terra per uno scopo ben preciso. C'è la costruzione del destino. La ricerca è il destino che si deve concretizzare. L'epoca contemporanea è inquietudine". E non dimentichiamo che la storia, in quell'epoca, non segnala figure di donne così forti. Ci viene in mente Matilde di Canossa, per altro in quelle zone, ma bisogna andare indietro di circa quattrocento anni, poco dopo il Mille. Iriondo è orgoglioso del "meta-linguaggio che abbiamo creato per la nostra Giovanna d'Arco".
In teoria quella carpigiana dovrebbe essere stata l'ultima rappresentazione ma non si esclude che ci possa essere qualche altra replica. Entrambi sono nemici della compulsività: "Non sentiamo la necessità -dicono- di fare una cosa dietro l’altra. Se ci sarà qualcosa di livello in futuro con belle affinità ci rivedremo". Per entrambi ora ci sono idee e le rispettive band, gli Afterhours e i Giardini di Mirò.