Via del Vanto è il nuovo singolo di Joan Quille, una vita tra musica e filosofia, con la prima in vantaggio. In questa presentazione ci racconta un po' di lei, del suo progetto artistico e del video
Come dico anche nel prologo del mio album Sono Joan Quille. Dietro questo nome d’arte si nasconde, senza troppo celarsi, Annalisa Mazzolari. Ho 22 anni e vivo di entusiasmo e di passione per molte cose. Se dovessi fare una selezione senza dubbio metterei sul podio la musica seguita dalla filosofia. In tutte le cose che faccio cerco di fondere queste due discipline avvalendomi di un’arma in mio possesso, la creatività. Sono diplomata in Conservatorio, pianoforte e canto lirico, ma oggi sto proseguendo su un’onda più jazz che sto conoscendo grazie ai miei maestri Boris Savoldelli (canto) e Valerio Gaffurini (pianoforte). Mi sono laureata nel corso triennale di filosofia a Trento e attualmente sto frequentando la magistrale in Filosofia del mondo contemporaneo presso l’Università San Raffaele, a Milano.
Spesso mi rendo conto che lo studio non basta a dare forma alle mie idee, le stesse che nel mio caso si trasformano in canzoni. E così amo viaggiare, amo esplorare, sono curiosa del mondo e delle storie che ognuno ha da raccontare. Credo nella potenza della comunicazione e proprio per questo motivo mi pongo come obbiettivo quello di raccontarmi, con la speranza di cantare emozioni che anche il pubblico possa fare proprie. Joan Quille in particolare parla di ottimismo: il fiore giallo che rappresento, la giunchiglia, è sinonimo di coraggio, di positività, di amore per se stessi, che si riflette in quell’equilibrio che ci permette di stare bene, di relazionarci con il prossimo. Sostanzialmente, di amare.
Il progetto è nato nella primavera del 2017 e dopo due anni di intenso lavoro, affiancata da grandi professionisti (tra cui cito i più vicini collaboratori: Valerio Gaffurini e Alessandro Ducoli), è sbocciato, lo scorso 24 maggio con la pubblicazione del mio disco omonimo. È stato un viaggio carico di cambiamenti, tanto forti da portarmi ad esplorare una nuova identità che ho appunto deciso, forse osando, di esplicitare lasciando che il mio nome proprio venisse sostituito da uno pseudonimo. Penso si sia capito quanto il progetto sia narrativo. Racconta una tipica fiaba di principesse, draghi e principi…ma lo fa in chiave introspettiva. Nel fil rouge (meglio, fil jaune…giallo) delle sette canzoni che compongono il disco, ho messo “Via del Vanto” come terzo capitolo.
Joan Quille è nella sua foresta, fuori dal castello che rappresenta la sua prigione mentale, in una sorta di limbo nel quale si chiede se valga la pena esternare o meno i propri sentimenti oppure soffocare ciò che prova perché tutti intorno le dicono di farlo, perché nessuno capisce davvero quello che sta realmente attraversando e, soprattutto, perché nessuno se ne preoccupa veramente. Accade spesso che le malelingue interpretino a modo loro il vissuto di un’altra persona, talvolta non limitandosi al giudizio erroneo, ma piuttosto pensando di sapere come debbano andare le cose. In piazza si radunano tutti: tristi poeti, equilibristi, il fornaio. Ognuno di questi individui, sordi, ciechi, finisce per raccontare la propria verità. Lungo la stretta…”Via del vanto”.