Jova Beach Party, il racconto del concerto di Jovanotti a Rimini

Musica

Fabrizio Basso

Lorenzo fotografato da Michele Lugaresi

Che bella la tribù che balla di Jovanotti. La tappa di Rimini del Jova Beach Tour è stata la conferma di una formula vincente. Una grande festa sulla spiaggia, tra Giacomo Leopardi e Lucio Dalla, per 40mila persone educate e cittadine del mondo. Il mio racconto della serata di Rimini

(@BassoFabrizio
Inviato a Rimini)


La tribù che balla di Lorenzo si ritrova in spiaggia. L'invasione inizia in mattinata ed è pacifica, bella, colorata. Tutto intorno Rimini vive la sua quotidianità. Questo è il senso della musica portare gioia senza corrompere l'armonia dei luoghi. Il Jova Beach Party è questo e molto di più: è rispetto, è passione, è fratellanza, è una festa per tutte le età e tutte le nazionalità. E' una festa che cambia tutte le sere, senza una liturgia definita: non esiste una scaletta, esistono solo Jovanotti, la sua band, un esercito di persone che lavorano per creare questo villaggio in riva al mare e poi c'è la bellissima tribù che balla. Rimini abbraccia questo popolo festante di 40mila persone con la consueta bonomia romagnola. Il colpo d'occhio quando arrivo, a pomeriggio inoltrato, è pazzesco. Il palco sembra un puntino in fondo. Tra me e lui migliaia di teste. C'è chi è seduto, chi è sdraiato, chi passeggia, chi si disseta, chi fa conoscenza, ci sono coppie che si baciamo, e non importano né il sesso né il colore della pelle, c'è il senso profondo dell'accoglienza.

I camerini hanno la forma dei tepee dei nativi americani. Ospite dello spazio Terrazza Martini fatico a vedere dove finiscono le teste ma si vede benissimo quando, intorno alle 20.15, dietro il palco iniziano i movimenti. Pochi minuti e Lorenzo è sul palco. Il look è psichedelico, sulla testa porta il cappellino giallo col numero 46 del suo amico romagnolo Valentino Rossi. Poche parole, lo sguardo stupito di fronte a quella folla sterminata e sullo schermo compare Luca Parmitano, l'uomo con la testa sopra le nuvole, che sensibilizza sull'ambiente per garantire "un sogno di umanità". Prima che il party inizi Jova desidera omaggiare la terra che lo ospita e invita sul palco Moreno il Biondo e l'Orchestra Grandi Eventi per eseguire un inno che si chiama Romagna Mia (incisa nel 1954 da Secondo Casadei): tutti cantano, molti ballano, la spiaggia è una balera sterminata. Il messaggio è Godi come Dio comanda.

Il sole si è nascosto a occidente, una esplosione di colori che fa dell'aria un arcobaleno e delle persone dei quadri on the beach preannuncia l'inizio della festa. Questa parentesi di Holi Party fa scattare la musica. Jovanotti balla, canta, sta al mixer e poi alza gli occhi al cielo e cerca la luna. Giacomo Leopardi non è nato molto distante dal palco, è nato a Recanati, e nel 1820 quando ha composto Alla Luna vedeva la stessa Selene di tutti noi il 10 luglio 2019 a Rimini. Vedeva, Leopardi, la stessa luna graziosa, diletta e benevola di Lorenzo e che ha fatto dire all'artista umbro: "Stiamo pensando la stessa cosa io e te nello stesso momento. E' una nuova era". Che si apre con è questa la vita che sognavo da bambino: che bel Megamix con Jova a fare il deejay. Poi torna ad alzare gli occhi al cielo e sussurra: "Questa luna è per voi, è per i sognatori, gli esploratori, gli immortali, i pieni di vita. i cercatori d'oro e di bellezza, gli italiani, i cittadini del mondo".

E ora il ritmo si alza e va su l'adrenalina perché, assicura Jova, "c'è quella cosa che mi carica, si chiama musica e viene dall'Africa". La festa va avanti senza un filo conduttore se non la fantasia, i pensieri e l'anima di Lorenzo. Dopo la luna si volge verso il mare e ricorda che la vita è nata in mare e poi si è spostata sulla terraferma: "E il Mediterraneo è meraviglioso". E sul dondolio delle onde, che si allungano fino a lambire la folla, compare Luca Carboni e insieme duettano sulle note di Mare mare. Poco dopo una dimostrazione di grande civiltà arriva dal pubblico: qualcuno sta poco bene, serve l'intervento della Pubblica Assistenza, si accendono le luci di decine di cellulari che creano un corridoio tra la folla e poi quando la persona è stata portata via si richiude come un Mar Rosso dell'umanità. Questi ragazzi, queste persone che hanno spontaneamente collaborato, vanno applaudite. Come le centinaia del servizio d'ordine: discrete, attente, rispettose. Un tetris perfetto.

Si scivola verso il finale con l'energia dell'inizio. Si salta, si balla, ci si abbraccia, i 40mila si commuovono quando Lorenzo ricorda Lucio Dalla: insieme a Luca Carboni propongono 4/3/43 "una canzone che racconta la sua storia". Arriveranno dopo citazioni per i Rolling Stones e i Queen ma, per me, uno dei momenti più intensi della serata è quando le note finali di Bella si trasformano in un sirtaki. Ormai la notte avvolge Rimini, protegge le palme sul palco e si fa scaldare dai bidoni che sono accessi come si vede nelle banlieu. La prossima tappa del Jova Beach Party è a Castel Volturno, in Campania. Ci saranno altre storie da ascoltare, altre musiche per ballare, altre parole da condividere ma non mancheranno la voglia di fare festa e di sentirsi figli del mondo.

 

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