Tom Walker fa vibrare Verona tra musica e racconti di vita
MusicaIl Rumors Festival ha ospitato Tom Walker. Un'ora intensa ed emozionante al Teatro Romano di Verona durante la quale l'artista di Glasgow ha presentato il suo album What a time to believe e ha raccontato un po' della sua vita. La recensione
(@BassoFabrizio
Inviato a Verona)
Verona si veste a festa per accogliere Tom Walker, l'artista scozzese che ha visto la sua popolarità, già comunque solida, lievitare nel nostro paese grazie al featuring con Marco Mengoni nel brano Hola (I say). L'appuntamento è domenica sera al Teatro Romano nell’ambito della rassegna Rumors Festival e per Tom Walker si tratta della prima data del tour estivo. What a time to believe, uscito lo scorso primo marzo per Sony Music, è il primo album in studio del cantautore britannico ed è già disco d’oro nel Regno Unito. Leave a Light on, My Way e Just you and I sono le hit con cui si è fatto conoscere al pubblico italiano, oltre alla collaborazione con Mengoni. Il legame con l’Italia è sempre più forte e lo conferma il fatto che il teatro romano è pieno. Si notano tra il pubblico molti turisti di lingua inglese. C'è chi è venuto appositamente e chi ci è capitato un po' per caso, magari dopo una passeggiata nel cuore della città scaligera. Insomma è un pubblico trasversale, per età e per provenienza, quello che riempie gradinate e platea.
La musica si accende, puntuale, alle ore 21.30. Il palco è minimal, la scenografia è fatta solo dai musicisti, un chiaro segnale che a essere protagonista sarà la musica. Vediamo una chitarra, synth, tastiere, batteria e Tom Walker che si alterna tra una batteria e le sue chitarre. Bisogna ricordare che il tour non è iniziato nel migliore dei modi: poco prima del concerto gli sono state rubate due chitarre acustiche, ma lui la prende con (apparente) filosofia: “Se avete visto qualcuno camminare con due chitarre acustiche in mano erano le mie fottute chitarre”.
La scaletta comprende tutti i brani dell’album e non trova spazio il brano di Mengoni per il quale c'era una certa attesa. Un’ora di musica in cui l’artista si intrattiene col pubblico, racconta emozioni e canzoni, paure e momenti di fragilità, insomma quasi una seduta terapeutica per artista e pubblico. Fade away l’ha scritta a 19 anni, dopo la rottura con la ragazza della sua prima relazione importante. Si sente la rabbia di quell’età, nelle sue parole, la sua voce graffiante, forse più del solito, come se ci fosse un irrisolto, come se ci fossero dei non detti che hanno lasciato un segno. Il teatro è silente e partecipe di quel male dell'anima suonato piano e voce. Dominoes talks about news si scusa per le notizie che arrivano dalla Gran Bretagna, non dimentichiamo che lui è di Glasgow, è scozzese: “Sorry, can we still be friend?", possiamo essere ancora amici? É un dialogo continuo con il pubblico, si concede a confidenze come quando racconta il periodo in cui ha vissuto in una casa con dodici musicisti e lo considera uno dei momenti più belli della sua vita. Il concerto si conclude alle 22.30 e lascia addosso una bella carica emotiva. L'esecuzione di Leave a light on, disco di platino in Australia, Italia e Germania, e disco di diamante in Francia, è accompagnata da un pubblico tutto in piedi. E un po' triste perché avrebbe voluto che la sua voce scaldasse ancora un po' l'Adige e i suoi ponti.