Valentina Mattarozzi omaggia la Holiday e canta I'm Billie

Musica

Fabrizio Basso

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Un progetto affascinante su Billie Holiday. L'artista bolognese Valentina Mattarozzi con I'm Billie ci racconta la signora del jazz da un punto di vista femminile. La abbiamo intervistata, parlando di jazz, cantautori, Bologna, integrazione e curiosità

(@BassoFabrizio)

La sfida è di quelle tutte in salita. Ma Valentina Mattarozzi non ha preoccupazioni. Perché la sua voce è come il cambio della bicicletta: quando la pendenza varia lei cambia il rapporto e prosegue la scalata. Ne è dimostrazione il suo ultimo progetto, Io sono Billie, dedicato alla vita di Billie Holiday. Per pedalare al suo fianco la abbiamo intervistata.

Ci racconta il suo incontro con Billie?
La ho artisticamente incontrata all'inizio del mio percorso perché se ti dedichi al jazz prima o poi ti imbatti in lei.
Prima di lei chi c'è stato?
La prima folgorazione è stata con la voce di Diane Schuur: è più vicina a me, più moderna.
La svolta?
Nel 2012 quando assiste a un mio spettacolo Massimo Macchiavelli che mi propone lo spettacolo Lady Day - Omaggio a Billie Holiday. E le assicuro che recitare è più impegnativo di cantare.
Come si è rapportata con Billie?
A teatro ho iniziato ad approfondire la sua storia, quindi la sua voce e la personalità. E' diventata parte della mia vita, posso dire che stiamo insieme da cinque anni.
Ed eccoci ad I'm Billie.
Finito il percorso teatrale con Macchiavelli mi è venuta voglia di scrivere io di lei, di raccontarla in una ottica femminile. Ha avuto una esistenza difficile, è stata sacrificata al potere dei bianchi, aveva un carattere strano e forse era bipolare per uso di droghe. Ma già nel 1939, prima quindi di Martin Luther King, ha avviato una lotta sociale. Tutto è nato con la morte di suo padre.
Le vostre voci?
Non sono paragonabili. Io ho lavorato di emozione pensando alla sua vita. Siamo simbiotiche in certi momenti.
Come si è preparata?
Ho ascoltato tutte le versioni possibili per perfezionare la pronuncia. In inglese sono auto-didatta.
Quindi come agisce?
Interpreto il testo e agisco di pancia. Ma quando devo aggiustare la pronuncia subentra la testa.
Lei chi è?
Mi chiedo anche io cosa sono. Mi piace dirmi curiosa come un gatto.
Cosa intende?
Mi piace esplorare tanti luoghi musicali. Ogni musicista col quale collabora mi dà emozioni nuove e mi spinge in territori per me inesplorati.
Il prossimo progetto?
Sto scrivendo, penso a un lavoro un po' più cantautorale con qualche dose di jazz.
Come ha iniziato?
Con la lirica.
Cosa le manca?
Il rap e il metal.
Si sente fortunata?
Molto. In questo periodo difficile per tutti io vivo di musica.
Vulcanica.
Eccome. Da quando ero piccola. Ma nella mia scrittura c' sempre una vena melanconica.
Cosa ascolta?
Dischi di amici. Oppure Jannacci e Gaber. Mi piacciono le interazioni tra persone.
Come si sta a Bologna?
E' la città più bella del mondo, lo ho capito dopo un anno di assenza. Mi sono innamorata di lei durante un viaggio in autobus.








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