Ian Fleming, le avventure dello scrittore di James Bond

Spettacolo

Federico Ercole

Ragazzo ricco e problematico, sciatore e alpinista, giornalista e stratega militare durante la seconda Guerra Mondiale, viaggiatore e infine talentuoso scrittore. Ecco chi era l’uomo che ha creato 007, ispirandosi soprattutto alla propria vita

Tra le domande che vengono poste più di frequente agli scrittori di successo ci sono “dove traggano le proprie idee e quale sia la fonte della propria ispirazione”. Se Ian Lancaster Fleming, l’uomo che inventò James Bond in arte 007, avesse dovuto rispondere a queste questioni sarebbe risultato naturale che dicesse “la mia vita”; perché nell’agente segreto più celebre del mondo c’è tantissimo di Ian Fleming. Non solo per l’alta figura atletica, il viso dai tratti duri e aristocratici che non escludono una virile bellezza, l’abilità negli sport montani e acquatici, il vizio per il fumo e l’alcool, nonché l’attrazione costante per le donne. La biografia di Ian Fleming sembra un romanzo di formazione, premesse di una vita che avrebbe potuto diventare la stessa di quell’affascinante icona dell’immaginario che è 007, ma che ha trovato invece via libera nell’immaginazione dell’uomo e poi nelle parole dei romanzi che egli ha scritto durante gli ultimi dodici anni della sua esistenza.

L’infanzia - Ian Lancaster Fleming è nato a Londra nel 1908 da una ricca e nobile famiglia inglese. Tra i parenti di Ian, come cugino di primo grado, c’era Cristopher Lee, che esordì al cinema nel 1948 in Il Mistero degli Specchi diretto da Terence Young, futuro regista di Licenza di Uccidere, e successivamente, nel 1974, lavorò un film di 007, L’uomo dalla Pistola d’Oro. Il padre di Ian morì durante la sua infanzia e questo lutto ha segnato tutta la sua giovinezza. Il futuro scrittore non brillò mai a scuola, adombrato dalle attitudini allo studio dei fratelli, se non per le sue doti atletiche e sportive e dovette lasciare il college per alcuni “imprecisati” guai che ebbe con una ragazza. Scansò inizialmente per scarso interesse e desiderio di libertà la carriera militare, ma studiò le arti della politica e della diplomazia in Austria, Germania e Svizzera, luoghi dove imparò a sciare.

La carriera militare - Durante la Seconda Guerra Mondiale Ian Fleming fu capitano di corvetta e assistente personale dell’Ammiraglio John Godfrey dell’Intelligence della Royal Navy. Non combatté mai in prima linea ma svolse delicati compiti diplomatici, fu autore di studi dedicati alla decifrazione di codici e stratega. Fleming Lavorò a fianco di personaggi come Bill Donovan, che costituì l’Office of Strategic Services, ovvero le fondamenta della CIA, assemblò unità di commandos e partecipò attivamente all’organizzazione di sbarchi offensivi in Italia e in Francia che furono determinanti per l’esito della Guerra. Al termine del conflitto Ian Fleming, già depresso dagli orrori, subì il lutto personale di un’amata morta durante un bombardamento.

 

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Giornalista e scrittore - Abbandonata la carriera militare Fleming divenne giornalista come capo redattore dei Servizi Esteri del Sunday Times, viaggiando e soggiornando a lungo in Giamaica, dove si fece edificare la tenuta che chiamò Goldeneye. Fu durante il viaggio di nozze con la contessa Anne Geraldine Rothermere che Ian Fleming scrisse Casinò Royale. Negli anni successivi, sebbene i suoi romanzi non avessero ottenuto quel successo che poi ebbero in seguito, continuò a scrivere le sue memorabili storie su 007, dedicandovi parzialmente l’esistenza. Sarà tuttavia nel 1962, con la versione filmica di “Licenza di Uccidere” interpretato da Sean Connery, chela fama di Fleming diventò mondiale.

Gran bevitore e fumatore (si faceva personalmente confezionare le sue sigarette con un tabacco speciale a Londra), Ian Fleming muore di infarto a 56 anni, il 12 agosto del 1964. Uomo di carisma e scrittore raffinato ed efficace, Ian Fleming rimane uno degli esempi più lampanti e affascinanti dell’identificazione tra un autore e il suo personaggio.

 

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