Mostra del Cinema di Venezia 2019: Marianne Mirage presenta L'Amore è finito

Spettacolo
Marianne Mirage
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Due volti, un telefono, un’automobile. Lui sembra sapere già tutto. Lei è alla ricerca di riscatto. Hanno un passato, ma noi ne conosceremo solo il presente. E' l'inizio di L'Amore è Finito di Marianne Mirage, un cortometraggio di cinque minuti nel quale Marianne è affiancata da Marco Giallini. L'INTERVISTA

(@BassoFabrizio)

Grata superveniet quae non sperabitur hora. Insomma nell'era dei video iper-tecnologici e un po' tutti uguali, scoprire che c'è chi riesce a far tracimare una idea musicale in un cortometraggio e portarlo addirittura a Venezia. Se poi chi firma l'operazione è una persona che segui da tempo e che stimi alla sorpresa si aggiunge l'ammirazione. Brava dunque Marianne Mirage che porta al Lido i cinque minuti abbondanti di L'Amore è Finito, che sarà anche il primo singolo del nuovo disco, e al suo fianco ha Marco Giallini. Il video è diretto da Fabio Resinaro, la fotografia è affidata a Paolo Bellan. La storia è questa: due volti, un telefono, un’automobile. Lui sembra sapere già tutto. Lei è alla ricerca di riscatto. Hanno un passato, ma noi ne conosceremo solo il presente. Intorno a loro, una città, non definita. E' un finale crudo che è anche speranza. Ho intervistato Marianne.

Come nasce l'idea?
In studio. Mi sono resa conto di non poterne più dei soliti videoclip, di volere raccontare una storia.
Perché?
Solo attraverso le storie si comunicano emozioni.
Essere al Lido dimostra che la tua idea è vincente.
Non è stato facile anche se mi hanno supportato tutti da subito a partire dalla Sugar, la mia etichetta discografica.
La storia è cruda. La fine di un amore tra due persone, tra inganno e vendetta.
Io credo che si parli soprattutto di etica. Di un'etica che non c'è. In questa coppia e spesso anche in coppie reali.
Chi ha sbagliato nel tuo corto?
Gli sbagli si fanno insieme quando, all'interno di una coppia, si arriva a un livello dal quale non si torna indietro. E poi è sempre il destino che sceglie per noi: alla fine del video piango perché non mi aspettavo che finisse così.
Una aspetto che apprezzo molto è che la tua storia non ha filtri, non ci sono i social a mediare i sentimenti.
Mi sono un po' stufata del mondo social, credo faccia male abusarne. Ciò detto anche io li uso ma con attenzione. Se vado una settimana in vacanza e voglio stare tranquilla posto un paio di foto quando già sono tornata, non faccio un diario quotidiano. Credo nel valore della privacy.
Perché Marco Giallini?
Ci siamo conosciuti sul set di The Place di Paolo Genovese dove io ho scritto la title track (con lei gli Stag di Marco Guazzone e Matteo Curallo, altri amici, ndr). Marco ama la musica, la conosce. In hotel gli ho fatto ascoltare il mio album e poi gli ho proposto di essere protagonista di un mio video: ha subito accettato.
Nel video ci sono molte citazioni. Tra tutte Marlon Brando: credi che a lui sarebbe piaciuto?
Non credo. Il suo maschilismo non gli avrebbe fatto accettare di essere picchiato da una donna. Resta comunque un mito.
Riprese lunghe?
Un giorno. Intenso ma un giorno. Ora vorremmo portarlo a qualche Festival di Corti. Dal 20 settembre lo potrete vedere su youtube.
Come lo definisci?
Un ibrido, per la sua forma e il suo minutaggio. Spero che possa essere di ispirazione per molti. Io, con la mia squadra, sto già pensando al secondo. 
Il nuovo disco?
A metà ottobre. Un album scarno e vero. Ho imparato a suonare la tromba e il pianoforte.
Una one woman band.
Adoro distruggere le convenzioni. Basti dire che a Venezia sono praticamente vestita da uomo con una t-shirt di Breaking Bad!




 

 

 

 

 

 

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