
Dieci anni fa, il 9 aprile 2011, moriva uno dei registi più apprezzati di Hollywood, omaggiato con l’Oscar alla carriera nel 2005. Dal suo debutto dietro la macchina da presa nel 1957 con La parola ai giurati, fino al suo ultimo lavoro Onora il padre e la madre del 2007, ha realizzato numerose pellicole acclamate da critica e pubblico. Da Quel pomeriggio di un giorno da cani a Il verdetto, ecco i suoi film più importanti
Sono passati dieci anni dalla morte di Sidney Lumet. Il regista statunitense, nato nel 1924, è morto a New York il 9 aprile 2011. Quattro candidature all’Oscar per la regia più una per la sceneggiatura. Ma ottenne la statuetta solo nel 2005, alla carriera. In 50 anni dietro la macchina da presa ha realizzato una serie di film indimenticabili: ecco quali sono

Lumet debuttò alla regia con La parola ai giurati (12 Angry Men), del 1957, che racconta la storia di un giurato che cerca di convincere gli altri membri ad assolvere un ragazzo accusato di parricidio. I temi del razzismo e dei diritti civili, oltre che l’interpretazione di Henry Fonda, ne fecero un film molto apprezzato. Ottenne 3 candidature agli Oscar, tra cui quella per la regia

Nel 1959 realizzò Quel tipo di donna (That Kind of Woman) con Sophia Loren come protagonista

L’anno seguente Lumet ha diretto Pelle di serpente (The Fugitive Kind), film tratto dall'opera teatrale Orpheus Descending di Tennessee Williams. Ambientato in una contea del sud degli Usa negli anni ’50, vede come protagonisti Marlon Brando e Anna Magnani

Nel 1964 si cimenta in L'uomo del banco dei pegni (The Pawnbroker). Il protagonista, interpretato da Rod Steiger, è un ex professore universitario, ebreo, sopravvissuto ad Auschwitz, che gestisce un negozio di pegni ad Harlem. Si tratta del primo film prodotto negli Usa che tratta il tema dell’Olocausto dal punto di vista di un sopravvissuto allo sterminio

Sempre nel 1964 Lumet gira A prova di errore (Fail-Safe), basato sul romanzo omonimo di Eugene Burdick e Harvey Wheeler. Realizzato nel pieno della Guerra fredda, racconta uno scenario in cui per riparare a un bombardamento nucleare su Mosca avvenuto per errore, il presidente degli Usa (ancora Henry Fonda) è costretto ad autorizzare un analogo destino per New York

Nel 1965 ecco La collina del disonore (The Hill) con protagonista Sean Connery. Il film vinse il premio per la sceneggiatura a Cannes. È ambientato durante la Seconda guerra mondiale, in un campo di prigionia inglese in Nordafrica, e racconta le storie di cinque soldati britannici detenuti per diversi reati

Negli anni ’70 Lumet era uno dei registi più acclamati di Hollywood. Nel 1973 realizza uno dei suoi film più celebri, Serpico. È la storia vera di un poliziotto di New York (interpretato da un giovane Al Pacino) che denunciò la corruzione tra i suoi colleghi. Il film ebbe due nomination all’Oscar e due ai Golden Globe (Pacino vinse come miglior attore in un film drammatico)

L’anno seguente ecco Assassinio sull’Orient Express, adattamento del romanzo di Agatha Christie. Il super cast guidato da Albert Finney nel ruolo di Poirot, comprendeva anche Sean Connery, Vanessa Redgrave, Anthony Perkins, Lauren Bacall e Ingrid Bergman (che vinse l’Oscar come miglior attrice non protagonista per questa interpretazione)

Il 1975 è l’anno di uno dei capolavori di Lumet, Quel pomeriggio di un giorno da cani (Dog Day Afternoon), ispirato a una vera tentata rapina con ostaggi in una banca di Brooklyn. Le strepitose interpretazioni di Al Pacino e John Cazale portarono il film a ottenere sei nomination agli Oscar (tra cui quella per Lumet alla regia). La pellicola vinse invece solo quella per la miglior sceneggiatura originale

L’altro grande capolavoro di Lumet è Quinto potere (Network) del 1976. Una feroce critica al sistema televisivo e agli effetti nei confronti degli spettatori, ottenne dieci candidature agli Oscar. Nei vinse quattro: il protagonista Peter Finch vinse la statuetta postuma perché morì pochi mesi dopo l’uscita del film. Anche Faye Dunaway conquistò il premio come miglior attrice protagonista. Ancora una volta invece Lumet si dovette accontentare della nomination (perse contro Avildsen, il regista di Rocky)

Nel 1981 ha diretto Il principe della città (Prince of the City), film basato su romanzo-verità di Robert Daley, che racconta la storia di un detective corrotto della squadra narcotici. Dopo che inizia a collaborare con la giustizia viene perseguitato da malviventi e dalle stesse forze dell’ordine. Il film ebbe una nomination all’Oscar per la sceneggiatura e una ai Globe per la regia di Lumet

Con Il verdetto (The Verdict) del 1982, Lumet dà un’altra grande prova di regia. Sceneggiato da David Mamet, è un dramma giudiziario incentrato sulla figura di un avvocato alcolizzato (interpretato da Paul Newman) che accetta un caso importante in cui riscopre la sua dignità professionale. Il film ebbe cinque nomination dell’Academy (tra cui la quarta da regista per Lumet) ma non vinse niente

Nel 1986 Lumet realizza Il mattino dopo (The Morning After) con Jane Fonda e Jeff Bridges, È la storia di un’attrice che si sveglia dopo una sbornia e scopre accanto a sé il cadavere di un uomo ma non ricorda niente della sera precedente. Jane Fonda ebbe anche una nomination agli Oscar per il suo ruolo

Del 1988 è Vivere in Fuga (Running on Empty), che ottenne una nomination al Golden Globe per il miglior film drammatico e una nomination agli Oscar al miglior attore per il giovanissimo River Phoenix

Nel 2005 l’Academy ha premiato Lumet con la statuetta alla carriera. Due anni dopo il regista ha firmato il suo ultimo lungometraggio, Onora il padre e la madre (Before the Devil Knows You’re Dead) con Ethan Hawke e Philip Seymour Hoffman