Alpha, tutto sul film di Julia Ducournau con Mélissa Boros e Golshifteh Farahani al cinema
Cinema ©WebphotoIntroduzione
A partire da oggi, giovedì 18 settembre 2025, arriva nelle sale italiane Alpha, il terzo lungometraggio di Julia Ducournau, già nota per Raw e il vincitore della Palma d'oro Titane.
Alpha è un’opera che porta con sé un cast di grande intensità e una storia sospesa tra realismo e visione ucronica, dominata da un enigma che resta aperto dall’inizio alla fine.
La pellicola racconta di un’epidemia che pietrifica i corpi, presentando un mondo alternativo ambientato negli anni Novanta.
Scopriamo di seguito tutto quello che bisogna sapere sul nuovo film, appena arrivato al cinema Alpha.
Nel frattempo, potete guardare il trailer ufficiale del lungometraggio nel video che trovate in alto, nella clip posta in testa a questo articolo.
Quello che devi sapere
Un mondo alternativo negli anni Novanta
L’universo in cui si muove il film Alpha non è la Francia reale, ma una sua variante possibile, collocata nei primi anni Novanta. In questo contesto l’infezione da HIV non conduce all’AIDS: i malati vengono invece colpiti da una lenta e inesorabile trasformazione in pietra. Una sorta di maledizione minerale che sostituisce la sindrome da immunodeficienza acquisita.
Restano però inalterate le regole del contagio – il passaggio attraverso sangue e fluidi sessuali, la stigmatizzazione sociale, la paura viscerale che accompagna i malati. Una scena emblematica mostra la protagonista dissanguarsi in piscina, rievocando la cosiddetta “aura viola” della discriminazione. Questa singolare deviazione storica è il cuore di una trama che rielabora il trauma dell’epidemia di HIV, ma lo traduce in un linguaggio diverso e disturbante.
La protagonista e il suo ambiente
Nel film Alpha, la protagonista è il personaggio messo a titolo: Alpha, interpretata da Mélissa Boros, è una ragazzina di tredici anni che vive con la madre, impersonata da Golshifteh Farahani. La loro vita quotidiana è segnata dall’ombra della malattia: la donna lavora in ospedale, dove i corridoi sono colmi di corpi in via di pietrificazione.
La giovane affronta le prime esperienze di adolescenza in un clima cupo. Dopo un tatuaggio improvvisato e mal eseguito, si ritrova con una grande “A” nera sul braccio e il rischio di un’infezione mortale. Al suo fianco Adrien, interpretato da Louai El Amrousy, amico e compagno di avventure, ma anche legato sentimentalmente a un’altra ragazza.
Alla già fragile stabilità familiare si aggiunge un nuovo elemento: il ritorno improvviso dello zio Amin, interpretato da Tahar Rahim, eroinomane in fase di disintossicazione. Un passato doloroso e mai elaborato riaffiora, trascinando madre e figlia in un vortice di segreti e tensioni.
Le tensioni narrative
Il film Alpha alterna presente e flashback, distinguendoli attraverso cambi di tono nella fotografia. Per Alpha la vita diventa un percorso accidentato: le ostilità dei compagni di scuola, i sospetti di contagio, il peso di un nucleo familiare spezzato. Lo zio Amin diventa il riflesso più oscuro del suo futuro, un destino di sofferenza e dipendenza con cui la ragazza si identifica.
In questo intreccio di immagini e memorie emerge una domanda di fondo: perché raccontare questa storia nel 2025? Le sequenze degli ospedali, con i corpi accumulati e un sistema sanitario in affanno, evocano inevitabilmente la pandemia di Covid-19. Tuttavia, Alpha non vuole essere un film di denuncia. Piuttosto, offre uno sguardo descrittivo, privo di giudizi morali, sulle ferite lasciate dalle epidemie e sulla difficoltà di elaborarle a pochi anni di distanza.
Epidemie, paure e passato
La regista Ducournau con il film Alpha sceglie di ritornare a un immaginario che richiama tanto la diffusione dell’eroina quanto l’incubo dell’HIV. Ma lo fa rimuovendo i soggetti che furono protagonisti reali di quella tragedia, in particolare la comunità LGBTQ e gli uomini gay. In Alpha il contagio rimane associato a siringhe, aghi, rapporti mai esplicitati, un’astrazione che sposta il focus dal sociale al familiare.
Dal punto di vista estetico, il film ha un sapore rétro, vicino a quell’ondata di recuperi degli anni Ottanta che popolano l’immaginario contemporaneo. Classe 1983, Julia Ducournau porta sullo schermo paure che hanno segnato la sua infanzia: le leggende urbane sulle siringhe abbandonate, le raccomandazioni di non calpestare cumuli di foglie. Tutto ciò diventa materia narrativa e visiva.
L’universo visivo e il body horror
Come già nei precedenti lavori, anche con Alpha la regista Julia Ducournau affronta il body horror, ma lo declina a modo suo. Non si tratta del gore e dello splatter tipici di autrici come Coralie Fargeat, né delle visioni tecnologiche e ibride di David Cronenberg. L’ossessione di Ducournau è piuttosto il sangue: esso genera la metamorfosi della protagonista di Raw, dà vita al neonato metallico in Titane e diventa motore narrativo anche in Alpha.
Il corpo, carne e sangue, resta al centro. È il luogo dell’orrore, ma anche il veicolo inevitabile dell’esistenza. La pietrificazione diventa metafora della fragilità fisica e delle paure collettive.
Tra dispersione e intensità
Se nei precedenti film di Julia Ducournau il racconto trovava una chiusura netta – il cannibalismo ereditario in Raw, la gravidanza impossibile in Titane – mentre in questo nuovo film, Alpha, appare invece come una lettera aperta, meno definita. I temi vengono frantumati e disseminati, perdendo a tratti un filo narrativo compatto.
Ciò che rimane forte è la prova attoriale. Mélissa Boros, al suo esordio, regge il ruolo con intensità, mentre Golshifteh Farahani e Tahar Rahim offrono interpretazioni potenti. In particolare Rahim, per incarnare Amin, ha perso venti chili, rendendo il personaggio un corpo fragile e devastato dalla dipendenza.
Produzione e distribuzione
Le riprese di Alpha sono iniziate nel settembre 2024 a Le Havre e si sono spostate successivamente a Pont-Audemer, in Normandia e infine a Parigi nel mese di novembre. La pellicola è stata presentata in anteprima il 19 maggio 2025 al 78º Festival di Cannes, dove ha partecipato al concorso ufficiale per la Palma d’oro.
In Francia e Belgio l’uscita è avvenuta il 20 agosto 2025, mentre in Italia Alpha arriva il 18 settembre, distribuito da I Wonder Pictures.
Accoglienza critica
La ricezione del film Alpha è stata contrastata. In Italia, Raffaele Meale su Quinlan ha attribuito un voto di 5.5, parlando di “un accumulo di materiali continuo ed esasperato”. Più positivo il giudizio di Simone Emiliani su Sentieri Selvaggi, che con quattro stelle su cinque ha definito il film “un cinema impetuoso e abbagliante”. Teo Youssoufian su CineFacts lo ha descritto come “un’opera potente ed espressiva eppure fragile”

Un film tra memoria e ossessione
Con Alpha, la cineasta Julia Ducournau prosegue il suo percorso di esplorazione del corpo come spazio di mutazione, dolore e metamorfosi. Dall’adolescenza segnata dalle ferite al corpo che diventa pietra, la regista mette in scena un orrore organico e insieme simbolico.
Un’opera che non chiude le sue domande, che lascia sospese molte interpretazioni, ma che conferma ancora una volta la radicalità di un’autrice ossessionata dalla materia più concreta e più fragile che abbiamo: il nostro stesso corpo.
