Cinema

Werner Herzog, tra abissi e miraggi: a Venezia il Leone d’Oro a un visionario inquieto

Paolo Nizza

Paolo Nizza

©Getty

Il Leone d’Oro alla carriera a Werner Herzog illumina Venezia come una visione febbrile. Dai fiumi allucinati di Aguirre alla nave impossibile di Fitzcarraldo, fino all’abbraccio notturno di Nosferatu, il suo cinema ha sempre cercato l’estasi nel caos. Con Ghost Elephants, (presentato fuori concorso al Lido) ritratto di un branco leggendario che appare e scompare tra le montagne dell’Angola come la balena bianca di Melville, Herzog continua a inseguire spettri e miraggi, pellegrino inquieto dell’immaginario

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