“Fixed”, una commedia sexy contro l’ipocrisia della società

“Fixed”, il nuovo film di Genndy Tartakovsky distribuito da Netflix, è esattamente quello che sembra guardando le prime immagini diffuse su Youtube: una commedia sexy animata, con battute e situazioni esplicite, che parla di sesso, di sessualità, di rapporti e che usa i suoi protagonisti – tutti rigorosamente cani – per sottolineare le nostre contraddizioni. La trama è semplicissima: Bull, il protagonista, sta per essere castrato. E così decide di scappare di casa per passare un’ultima notte di libertà con i suoi amici. I padroni di Bull non compaiono mai; ne vediamo appena le caviglie, le gambe e parte del bacino e del busto. E lo stesso succede con gli altri esseri umani: solo una volta si vedono per intero, ma fanno parte dello sfondo e sono figure piccole e sottili, praticamente indistinguibili dal resto. Tartakovsky ha lavorato a “Fixed” per quasi vent’anni. Ha dovuto superare diverse fasi per convincere gli studios a produrlo, e quando ha ottenuto l’approvazione di Sony Animation ha deciso di sviluppare il suo film utilizzando unicamente la tecnica tradizionale, con disegni fatti a mano. E questo per un motivo semplicissimo: Tartakovsky ha sempre fatto così. Fin dalla sua primissima serie, “Il laboratorio di Dexter”. Per Tartakovsky la cosa più importante non sono le animazioni o i disegni ; per Tartakovsky la cosa più importante è il tono del racconto, la sua capacità di coinvolgere lo spettatore e, soprattutto, di farsi portatore della storia e dei suoi messaggi. Più o meno nascosti e più o meno fondamentali per la comprensione completa del contesto. “Fixed” nasce da un desiderio preciso di Tartakovsky. Quello, cioè, di raccontare la sua compagnia di amici, le dinamiche che li hanno tenuti insieme nel corso del tempo e il loro modo di scherzare. Ovviamente, qui ogni cosa è portata all’estremo e c’è una ricerca continua di paradossi e colpi di scena. La scelta di utilizzare dei cani come personaggi principali serve per andare oltre un certo autobiografismo che parla di sé stessi e per provare a coinvolgere il pubblico più ampio. Nella sua carriera, Tartakovsky si è specializzato in animazione per adulti. Pensiamo, per esempio, a “Samurai Jack”, che è arrivato in un momento in cui non era esplosa la passione per il Giappone e in cui gli anime, come prodotto di largo consumo, non si erano ancora affermati in Nord America. L’elemento più importante, in quel caso, era l’estetica. Con “Fixed”, invece, il ruolo centrale è riservato alla scrittura. Come dicevamo prima, le animazioni e i disegni, benché rappresentino il punto di partenza del processo creativo di Tartakovsky , non sono l’unica cosa che conta. Quelli, in un certo senso, in una scala di priorità artistiche e creative, vengono dopo. Se “Fixed” funziona, e funziona, è per la sua brillantezza, per il suo essere costantemente sul limite, tra ciò che è socialmente accettato e ciò che invece viene spesso evitato, per il suo essere comunque in grado di non nascondersi, di non autocensurarsi, e di dire con esattezza quello che vuole dire. Utilizzare l’animazione tradizionale, disegnata a mano, non rappresenta di per sé una vera e propria svolta all’interno dell’industria cinematografica. È vero, però, che negli ultimi anni si è diffusa la tendenza di utilizzare la computer grafica per ottenere risultati simili, o comunque abbastanza vicini, al 2D. Il che, se ci riflettiamo, è abbastanza assurdo. Tartakovsky conosce il linguaggio dell’animazione; sa che cosa può offrire a chi vuole raccontare storie se usato correttamente e, soprattutto, se usato con intelligenza. “Fixed” è una commedia; spesso è sboccato, incredibilmente esplicito, sia per quanto riguarda il sesso che per quanto riguarda la violenza. Eppure non dimentica mai qual è il suo obiettivo principale, quello, cioè, che vuole dire. Un cane che sta per essere castrato, che ha un rapporto compulsivo con il sesso e con la sua sessualità, può essere un ottimo strumento per riflettere sulle nostre contraddizioni e sul nostro finto perbenismo, su una fetta di società che si proclama incorruttibile e pura e che, invece, è imperfetta come tutti.

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“Fixed”, una commedia sexy contro l’ipocrisia della società

Gianmaria Tammaro