
E' al cinema Il lungometraggio con cui lo sceneggiatore di CLASS ENEMY, candidato sloveno per l'Oscar per il miglior film in lingua straniera del 2013, questa volta regista, torna fra le mura scolastiche alla ricerca del bullismo come genesi della violenza Lo accompagna il cortometraggio BIENVENIDO di Martín Jalfen & Miguel Usandivaras, breve ma intensa riflessione sulla crudezza dei riti collettivi nel mondo dello sport
E'arrivato nelle sale cinematografiche a partire dal 15 gennaio il film Role Model di Nejc Gazvoda, come il cortometraggio BIENVENIDO di Martín Jalfen & Miguel Usandivaras che lo accompagna nelle sale, esprime la volontà di esplorare il diffuso machismo rituale nei gruppi di ragazzi in età preadolescenziale, quel momento della vita in cui ciascuno di noi ha almeno una volta cercato una figura di riferimento in cui credere e dalla quale ricevere una qualsiasi forma di riconoscimento.
La trama del fim
Jan (France Mandić) è un adolescente solitario che frequenta la scuola dove sua madre Maja (Mojca Funkl) è psicologa. Il divorzio dei genitori e il trasferimento dalla capitale Lubiana alla provincia, uniti al bullismo che subisce da parte dei compagni di classe, lo portano ad avvicinarsi a un misterioso vicino di casa. Anche l'uomo (Jure Henigman) si chiama Jan e fra duetti musicali e lezioni di lotta sembra voler fare da mentore al ragazzo, dimostandosi però ben presto inadatto al ruolo.Maja nel frattempo deve fare i conti con Neja, una psicologa con la metà dei suoianni chiamata ad affiancare il suo lavoro con gli studenti minandone così l'autorità.
Le parole del regista
Alcuni anni fa sono stato il padrino di cresima di mio cugino, che ai tempi aveva 14 anni, e ho avuto quindi modo di passare più tempo con lui. Quando ha cominciato a fidarsi di me e ha iniziato a raccontarmi della sua vita, mi si è aperta una finestra su un mondo parallelo che mi ha sconvolto, un mondo pieno di insulti, molestie e brutalità, un mondo che secondo i media appartiene ormai ad un tempo passato ecercano quindi di convincerci che il tempo del dominio maschile e del maschilismosia ormai finito. Le scuole stesse hanno ripulito il loro vocabolario e i professori sono molto più attenti al politicamente corretto rispetto a un tempo, ma nell'ambiente online i ragazzi vengono ancora chiamati "F***i", oltre ad essere comparsi nuovi insulti come "autistico" o "pedofilo". Queste parole non vengono usate con una logica, ma per l'effetto che producono. Mi sono reso conto che nulla era cambiato. O, peggio, mi sono reso conto che le cose oggi sono peggio di quanto non lo fossero un tempo. Approfondendo l'argomento, ho parlato con gli studenti delle scuolesecondarie che mi hanno detto che il bullismo è oggi ancora molto presente. Ciò che è nuovo, curioso e preoccupante è che il sistema del bullismo si è spostato da campetti da gioco all'arena politica globale e, di conseguenza, anche all'arena politicaslovena. A me sembra che da una parte non ci siano mai stati così tanti appelliall'amore, alla pace, a salvare l'ambiente, e, dall'altra, così tante esortazioni amassacrare gli stranieri. Sembra anche che queste due parti non riescano ad unirsi e a riconoscersi a vicenda, prima che sia troppo tardi. ROLE MODEL è una storia sulla nascita del fanatismo, una storia raccontata nel più piccolo degli ambienti e fino ai suoi dettagli più piccoli. Allo stesso tempo, è un film “coming of age”, che affronta il mondo degli adulti, l'accettazione del fatto che siamo tutti imperfetti e che ciò che conta è come conviviamo con questi difetti. Il rapporto tra Mojca e Jan è diverso dalle rappresentazioni stereotipate di madri e figli e mette in evidenza l'angoscia di ognuno di loro. È anche un film sulla convivenza, sul perdono. L'unico modo per andare avanti è capire coloro che sono diversi da noi. A mio parere, è qui che il film è rilevante e attraente per il pubblico internazionale, così come per quello sloveno.