Rosalie arriva al cinema, intervista alla protagonista del film Nadia Tereszkiewicz

Cinema
Paolo Nizza

Paolo Nizza

Dal 30 maggio approda nelle sale italiane, distribuito da Wanted Cinema, un emozionante e coraggioso lungometraggio ispirato alla figura di Clémentine Delait, la dama barbuta diventata celebre all’inizio del XX secolo. Per l’occasione abbiamo incontrato la talentuosissima interprete vincitrice del Premio César come promessa femminile nel 2023

Intervista a  Nadia Tereszkiewicz

In questi tempi scostanti e sgarbati la gentilezza è rivoluzionaria. E Nadia Tereszkiewicz risulta una portatrice sana di affabilità. Parla un italiano fluente impreziosito da un delizioso accento francese che sarebbe piaciuto a Federico Fellini. Anche se Nadia è cresciuta con i film di Michelangelo Antonioni, di cui suo padre è un grande estimatore. Regale nei modi (d’altronde è nata a Versailles, il 24 maggio 1996) l’attrice è la straordinaria protagonista di Rosalie. Diretto da Stéphanie Di Giusto e presentato in anteprima mondiale nella sezione Un certain Regard al Festival di Cannes, il lungometraggio arriverà nelle sale italiane dal 30 maggio, grazie a Wanted Cinema, distributore da sempre attento alla qualità e all'originalità. La pellicola è liberamente ispirata alla vita di Clémentine Delaitl, celebre donna barbuta vissuta in Francia all'inizio del XX secolo.  Un film in barba ai pregiudizi.

8 anni dopo Io danzerò, il film con cui hai esordito sul grande schermo, torni a essere diretta da Stéphanie Di Giusto. Qual è la prima cosa che hai pensato quando hai letto la sceneggiatura di Rosalie?

Si tratta di una grande storia d’amore. Terminata la lettura, mi sono commossa. Per preparami al ruolo, ho guardato il film Rosetta scritto e diretto da Jean-Pierre e Luc Dardenne e incentrato su una ragazza che lotta con tutte le proprie forze per amare e essere amata. In fondo Rosalie reclama il suo diritto alla felicità e alla libertà di poter essere se stessa. Sono tematiche molto attuali.

 

Da Only the Animals - Storie di spiriti amanti di Dominik Moll a Babysitter, di Monia Chokri, da Forever Young - Les Amandiers di Valeria Bruni Tedeschi a Mon Crime - La colpevole sono io di François Ozon, hai sempre interpretato personaggi estremi e molti forti. Quanto è stato complesso interpretare Rosalie?

È stata un’esperienza completamente nuova, questo ruolo ha cambiato il mio rapporto con il mio corpo. Mi piacciono i cambiamenti, le trasformazioni e le sfide. Non è stato semplice. Il film mi ha portato a interrogarmi sulla mia femminilità. All’inizio delle riprese, un po’ mi vergognavo di portare la barba invece alla fine ne ero fiera. Viviamo in un mondo di pregiudizi e grazie a Rosalie ci apriamo a un'idea di bellezza non stereotipata e conforme.

 

Come  è stato il rapporto con Benoît Magimel, che in Rosalie interpreta tuo marito?

La regista ha chiesto che non avessimo contatti fino all’inizio delle riprese. Sicché durante la prima parte del film, che è stato girato in ordine cronologico, non è stato semplice per me. Poi ho compreso che mi aveva fatto un regalo meraviglioso. Abbiamo imparato a conoscerci attraverso le scene che abbiamo interpretato. A volte Benoît mi ha portato su territori che mi sembravano talmente reali che non mi sembrava nemmeno di recitare.

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Rosalie esplora i territori affascinanti e imperscrutabili del desiderio.

Sì. Il desiderio non può mai essere decodificato. Non segue i percorsi consueti della logica. In realtà, se siamo onesti con noi stessi spesso non desideriamo quello che la società ci impone o vorrebbe che noi desiderassimo.

 

Credo che il film rimandi all’aforisma di Nietzsche “Diventa ciò che sei”. Tuttavia è molto difficile in un mondo in cui, anche per la presenza dei social, l’opinione che gli altri hanno di noi è sempre più preponderante.

In effetti se fossi una dodicenne di oggi non so come farei. Spesso i social esprimono giudizi molto violenti e si sponsorizza, specie su Instagram, una presunta e omologata idea di perfezione assolutamente posticcia. Per fortuna esiste anche un movimento che diffonde una cultura legata alla body positivity.

 

Il film parla anche di quanto sia difficile essere donne.

Certo. Rispetto all’epoca in cui è ambientato Rosalie, la situazione è decisamente migliorata. Però la strada è ancora lunga. C’è ancora bisogna di lottare.

 

Come mai ha scelto di diventare attrice?

Io ho iniziato come ballerina di danza classica. Poi mi hanno proposto di partecipare al casting di un film. E da quel momento ho capito che quello era il mio mondo. Recitare sullo schermo mi ha consentito di crescere come donna. Insomma, il cinema mi ha reso libera.

 

C’è un’attrice a cui ti ispiri o qualcuna con cui ti piacerebbe lavorare?

La mia madrina è Marion Cotillard. Poi vorrei recitare con Alba Rohrwacher che trovo straordinaria.

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Sei stata anche protagonista di Possessions, una notevole serie tv (disponibile on demand su Sky).

Oggi molti registi cinematografici famosi lavorano per la tv, le serie ti consentono di esplorare e sviluppare maggiormente le storie e i personaggi. Mi piacerebbe tornare a recitare anche per il piccolo schermo.

 

Invece, quale sarà il tuo prossimo film?

Girerò Testa o croce?, il nuovo lungometraggio di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, registi di Re granchio, una pellicola che ho molto amato. Si tratta di un western ambientato nel 1800. Per l’occasione ho imparato ad andare a cavallo.

 

Infine, perché uno spettatore dovrebbe andare a vedere Rosalie?

Perché è un film che parla d’amore e in questo momento ne abbiamo molto bisogno. È un inno alla tolleranza e alla gentilezza. Poi credo che sia una pellicola che farà bene alle persone che la guarderanno.

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