Pare parecchio Parigi, Pieraccioni e l'odissea per ritrovare gli affetti familiari

Cinema

Bruno Ployer

'Pare parecchio Parigi' racconta un viaggio incredibile, ma vero. Il nuovo film di Leonardo Pieraccioni nei cinema dal 18 gennaio

Il nuovo film di Leonardo Pieraccioni si presenta come una commedia, ma più che le battute e le situazioni comiche saranno forse le tonalità tenui a emozionare lo spettatore. La storia di ‘Pare parecchio Parigi’ è improbabile, ma ispirata a una vicenda vera: probabilmente è proprio l’incredibile a dare un delicato tocco di poesia ad un viaggio come quello della famiglia Cannistraci, con un padre alla fine della sua vita (Nino Frassica) e i  suoi tre figli (Leonardo Pieraccioni, Giulia Bevilacqua, Chiara Francini). Tra loro ogni unione si è sfibrata: ognuno vive la propria esistenza, le occasioni di incontro si sono diradate fino a scomparire negli ultimi anni. Si ritrovano al capezzale dell’anziano genitore molto malato e si danno l’obiettivo di realizzare un desiderio antico, mai realizzato. Il padre ha sempre detto di voler andare con la famiglia a Parigi, ma ora le sue condizioni di salute  non lo permettono e i tre figli trovano una inedita unità nell’organizzare alla chetichella la lunga trasferta in un camper che però rimarrà sempre in Toscana, nel maneggio del personaggio di Pieraccioni, con tanto di tappe fasulle e messinscene per ingannare a fin di bene il vecchio padre.

 

Una minuscola Odissea con peripezie da ridere e con un approdo sereno.

 

l’intervista

 

Leonardo Pieraccioni, “Pare parecchio Parigi” mi sembra più un film sulla ricerca dell’amore che un film comico. Sbaglio?

 

L.P.: “È la ricerca di un arcobaleno, di tanti colori messi insieme. Questi fratelli cercano di ritrovare i colori che hanno perso. In ogni famiglia c’è un non detto, un’acredine, un grigio che prende il sopravvento. Ecco che il babbo si accorge di questo grigio, i figli anche e cercano di ritrovarsi, di sciogliere quei nodi.”

 

Cosa la ha conquistato di questa storia tanto da farne un film?

 

L.P.: “Mi è piaciuta da morire quando me l’hanno raccontata. È una storia che avevo messo in un cassetto da quattordici anni e sul cassetto c’è l' etichetta ‘Storie audaci’, perché fare un viaggio da Firenze a Parigi tutto in un maneggio mi sembrava una cosa ardita. Mi ha fatto impazzire il fatto che questi fratelli avevano messo il padre nella roulotte dicendogli che stavano andando a Parigi. Era un abbraccio troppo bello: mi è venuto subito in mente, con le dovute distanze, quello sguardo meraviglioso di Benigni che finge per il figlio di essere in un luna park. Ho sentito un brivido del genere e mi sono divertito a scrivere il film insieme ad Alessandro Riccio.”

 

Chiara Francini, i personaggi femminili che lei e Giulia Bevilacqua interpretate hanno molte sfaccettature. È come se doveste recitare tante parti.

 

C.F.: “Sono composite proprio come sono composite le persone e poi questa meta di Parigi potrebbe essere Venezia o qualsiasi città. È proprio la volontà di andare ad agguantare un sogno, quello di rimettere insieme una famiglia composta da caratteri, vite, esperienze molto diverse, ma appartenenti alla stessa famiglia.”

 

Nino Frassica, la sua è una bella interpretazione drammatica. Come la definisce?

 

N.F.: “È una commedia all’italiana, quindi si ride e c’è anche il momento drammatico. Grazie a Leonardo Pieraccioni abbiamo interpretato personaggi veri. In realtà io non ho mai conosciuto uno come il mio personaggio, il professor Cannistraci, ma esiste, così come esistono gli altri personaggi.

Inventando persone che esistono racconti l’Italia: non a caso si dice commedia all’italiana.”

 

È normale che un attore faccia tanti ruoli durante la carriera, ma questo è veramente diverso rispetto al suo solito…

 

N.F.: “In questo film ho messo quello che so fare come attore, a differenza del varietà, dove mi sbizzarrisco e faccio cose surreali. Qua invece la realtà conta moltissimo: ci veniva voglia ogni tanto di fare qualcosina in più per far ridere, ma ci siamo autocensurati.”

“Qualcosa però c’è cascata”, interviene Pieraccioni puntualizzando il carattere da commedia del film.

“Certo-risponde Frassica- ma mantenendo la credibilità. Abbiamo rispettato i ruoli.”

 

Frassica, ma il vecchio padre, in cuor suo, si accorge che era tutta una burla?

 

N.F.: “Non lo posso dire, ma il professor Cannistraci lo sa.”

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