Mostra del Cinema di Venezia, il Direttore Artistico Barbera racconta l'edizione

Cinema
Denise Negri

Denise Negri

Grandi autori internazionali, giovani e interessanti registi e film italiani in concorso che segnano la rinascita del nostro cinema e la sua ulteriore competitività all'estero. Secondo Alberto Barbera, il Direttore Artistico della Mostra del Cinema di Venezia, l'edizine che sta per partire sarà ricca di sorprese e non risentirà, troppo, dell'assenza di qualche star per lo sciopero degli attori di Hollywood 

Tutto pronto per Venezia 80 (Oggi il via. Apre “Comandante” con Favino. DIRETTA). che si svolgerà al Lido dal 30 agosto al 9 settembre. Abbiamo incontrato il Direttore Artistico, Alberto Barbera, per farci raccontare cosa apettarci.

 

“Sarà un’edizione ricchissima di film perché ci sono i grandi film più attesi della stagione autunnale. Ci saranno anche molte scoperte e sorprese (che mi auguro siano tali). Ci sarà la dimostrazione che il cinema è vivo e vitale e che c’è un ricambio generazionale per cui ci sono moltissimi giovani registi di grande talento insieme ai grandi autori attesi che conosciamo ed amiamo.”

 

Ci sarà una grande presenza dei film italiani in Concorso, sono sei quest’anno, e forse è arrivato il momento di non dover più “giustificare questa scelta “?

 

“Io credo di no nel senso che questi film segnalano un cambio di passo nel cinema italiano. Sono pellicole che finalmente hanno a disposizione dei budget importanti, penso agli 8 milioni del film di Matteo Garrone (Io Capitano) o ai 29 milioni per il film di Saverio Costanzo (Finalmente l’Alba): questo vuol dire diventare competitivi su quel mercato internazionale che fino ad oggi ci è rimasto precluso.

Inoltre avere dei budget più consistente significa anche dare ai registi la possibilità di osare di più e di lavorare in condizioni ideali.

Si riesce per questo puntare ad una qualità più elevata che può aiutare a riaccendere o a mantenere vivo quel desiderio di cinema nel pubblico in sala, del pubblico italiano”.

 

Quale impatto, sugli accreditati e sulle presenze del pubblico, sta avendo lo sciopero degli attori?

 

“A parte alcune defezioni di attori delle major o delle grandi piattaforme che non potranno venire, ma che però saranno un numero limitato, direi che per noi l’impatto è stato minore rispetto a quello che ci potevamo aspettare appena lo sciopero è stato annunciato.

Detto questo non ha influito assolutamente sulle presenze del pubblico e degli accreditati che anzi sono forse più dello scorso anno.

Ad oggi abbiamo venduto più biglietti e abbiamo più accreditati e questo significa che la gente non si è fatta spaventare dall’assenza di qualche grande star.

La gente viene comunque perché sa che può trovare un grande cinema e un grande evento e quindi non credo soffriremo troppo per queste assenze.”

 

Ti faccio una domanda da amante del cinema: questi scioperi quanto credi che dureranno e che impatto avranno?

 

“Io mi auguro il meno possibile perché il rischio è che se si prolungasse troppo avrebbe delle ricadute terribili su tutta la filiera nel senso che già sono stati rimandata molti dei grandi titoli attesi per l’autunno cosa che non può far bene alle sale cinematografiche e a quel ritorno del pubblico in sala che è così necessario. Questo sciopero farà mancare anche alle piattaforme molti titoli che non potranno essere proposti, e non da ultimo, avrà una ricaduta negativa sull’industria americana sia in termini economici che in perdite di posti di lavoro perché la gente non può permettersi di stare ad aspettare la fine di uno sciopero quando ha bisogno di lavorare per vivere.

Mi auguro dunque che tutte queste considerazioni che ormai sono largamente condivise, possano convincere i due fronti contrapposti a trovare al più presto una soluzione positiva”.

 

Venezia 80 dunque, che Mostra sarà?

 

“Spero sarà una Mostra molto partecipata, emozionante e ricca di sorprese e spero anche che segni il ritorno di quelle discussioni sul cinema che hanno caratterizzato l’intera storia di questo straordinario mezzo di comunicazione e di arte e che ultimamente erano un pochino scemate sotto la spinta di altri interessi”.

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