Brendan Fraser ha confessato quale scena stava per fargli abbandonare la recitazione

Cinema

Manuel Santangelo

©Kika Press

La star ha rivelato che nel 2010, mentre era sul set della commedia per famiglie Puzzole alla riscossa, iniziò a pensare seriamente a un possibile addio (quantomeno temporaneo) alla carriera di attore

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Il set di Puzzole alla riscossa non sembra esattamente quello ideale per una profonda riflessione sul proprio percorso professionale. Eppure proprio mentre girava questa commedia ambientalista per famiglie Brendan Fraser si è reso conto che forse la sua carriera stava andando in una direzione diversa da quella che desiderava. Fu in un preciso momento durante la realizzazione del film che la star de La Mummia per la prima volta valutò se lasciare la recitazione o quantomeno fermarsi un attimo. Era il 2010. Ora Fraser sta vivendo un’incredibile rinascita artistica. che assomiglia quasi a una favola hollywoodiana, grazie soprattutto al ruolo in The Whale, ma non ha dimenticato quei momenti di difficoltà e confusione. Ne ha parlato durante una tavola rotonda organizzata dall’Hollywood Reporter.

Un uomo che non ha paura di mostrarsi fragile

Brendan Fraser era solo uno degli attori presenti al dibattito, al suo fianco c’erano altri grandi nomi come Colin Farrell, Adam Sandler e Austin Butler. Avrebbe potuto nascondere le sue fragilità di fronte ai colleghi, forse un atteggiamento simile avrebbe anche pagato in un mondo spietato come quello del cinema americano, ma l’attore di Looney Tunes Back in Action non è tipo da mascherare le sue emozioni o censurare le sue debolezze. Lo avevamo capito proprio qualche giorno fa, quando era diventato virale il suo discorso tra le lacrime (di gioia) dopo la vittoria ai Critics Choice Awards. In quell’occasione un commosso Fraser aveva ringraziato tutti, anche i critici, senza tuttavia mancare di ironia nel farlo: “Henry Melville una volta ha scritto: ‘Ci sono solo 5 critici in America, gli altri dormono’. Sono felice che vi siate svegliati per me. Ma dove eravate per Puzzole alla riscossa?”. La battuta finale che tira in ballo la leggera pellicola diretta da Roger Kumble non è casuale, visto che quel lavoro fu sicuramente a suo modo un punto di svolta nella carriera dell’interprete.

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Brendan Fraser ricorda più o meno esattamente quando sul set di Furry Vengeance (questo il titolo originale) ebbe i primi dubbi se continuare con la carriera d’attore. La scena era stata girata in notturna: il suo personaggio, dopo essere stato malmenato da un orso, si ritrovava in un bagno chimico a testa in giù, con addosso “un bel po’ di Gatorade e altra roba” che gli arrivata in testa. “È lì che, pensando velocemente alla mia carriera, mi sono chiesto ‘Ne vale la pena?‘ O forse dovrei rivedere le mie priorità e smettere di lavorare con gli animali?”. I problemi fisici e non solo avrebbero poi costretto Brendan Fraser a prendersi una pausa forzata ma, già allora, stava ragionando sul fatto che forse era arrivato il momento di ripensare la propria esistenza: “Ho deciso di fare un passo indietro per varie ragioni tra cui anche il fatto che le cose non stavano andando come mi aspettavo, inoltre e il business era cambiato al punto da perdere ai miei occhi il suo fattore ‘wow’. Oramai sembrava che ogni cosa immaginabile fosse possibile, come abbiamo visto in Everything Everywhere All At Once”, ha raccontato alla platea la star. Fraser non voleva rinunciare in toto al suo sogno ma era esausto, quasi inevitabilmente sconfitto e senza energie. Gli mancava quel sacro fuoco che gli avrebbe fatto accettare tutto, persino finire a testa in giù in un bagno chimico. Alla fine quel lungo stop imposto soprattutto da altre cause esterne è stato quasi un segno, un male necessario ma che si è rivelato in qualche modo utile: “Sapevo che non dovevo tagliare i ponti con quel sogno, ma dovevo ripartire da zero, tornare a sentire la fame di raccontare storie. Ho avuto il tempo di riflettere, di tornare ad avere a cuore le storie di cui avrei fatto parte o che sarei stato fortunato a raccontare, ho iniziato a sentirne di nuovo l’importanza”. Dopo la pausa non c’era più il foglio sporco di cancellature ad attendere l’attore, era stato finalmente appallottolato e sostituito da un altro intonso: Brendan Fraser poteva riprendere a scrivere la sua storia, magari partendo proprio da quel film attesissimo che ha nel titolo ancora una volta il nome di un animale. Stavolta però, per fortuna, in The Whale di Darren Aronofsky non ci sono vere balene da affrontare e i tempi degli orsi di Puzzole alla riscossa sembrano finalmente alle spalle.

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