Alessandro Genovesi realizza un remake del quasi omonimo film di François Ozon, tra indagini, risate e sorellanza. Un giallo natalizio tutto al femminile in onda in prima tv questa sera su Sky Cinema, in streaming su NOW e disponibile on demand
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Non c’è bisogno di aver letto il celeberrimo libro Il cinema secondo Hitchcock di François Truffaut per sapere che cos’è un “whodunit”. Come è noto si tratta di genere letterario e poi cinematografico che in italiano tradurremo come “giallo classico”, in cui un detective, o sua figura vicaria, applica alle indagini per risolvere un caso di cronaca nera il metodo deduttivo. In altre parole, all’interno dei canoni di questo genere lo spettatore è messo in condizione di scoprire l’assassino grazie alla lunga serie di indizi che, nel corso del tempo, il protagonista gli svela. Esempi paradigmatici sono i romanzi della serie su Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle o quelli scritti da Agatha Christie. Anche il cinema ha fornito una serie di esempi notevoli di questo genere da Assassinio sull'Orient Express al recente Cena con delitto - Knives Out e relativo sequel. Ma senza dimenticare la proto-serie tv La signora in giallo, con la compianta Angela Lansbury da poco scomparsa Il film che vi proponiamo oggi appartiene a questa categoria, ecco perché vi diremo pochissimo. Soltanto alcuni indizi
L'appuntamento con 7 DONNE E UN MISTERO, è pèr domenica 11 dicembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Christmas), in streaming su NOW e disponibile on demand.
7 donne è un mistero è il libero adattamento di un film francese girato giusto vent’anni fa da François Ozon, il quasi omonimo 8 donne e un mistero. E anche qui dobbiamo aprire una parentesi, perché la nazione transalpina sta dimostrando negli ultimi anni una vitalità produttiva strepitosa, tanto che i suoi titoli più notevoli vengono puntualmente rifatti altrove. La prova forse più magnifica è CODA - I segni del cuore di Sian Heder, remake de La famiglia Bélier che quest’anno si è aggiudicato ben tre Oscar, tra cui quello per il miglior film. Ma anche da noi gli esempi non mancano: un titolo per tutti: Il nome del figlio di Francesca Archibugi, rifacimento del film francese Cena tra amici, a sua volta tratto dalla pièce teatrale Le Prénom di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte.
È precisamente quel che accade qui, anche Ozon si era ispirato a un lavoro teatrale, Huit femmes di Robert Thomas, su cui il regista parigino ha sovrapposto la propria peculiare cifra stilistica, ivi incluse certe sprezzature sulfuree e amori saffici. Il lavoro di traduzione dal francese all’italiano da parte di Alessandro Genovesi ha previsto un’adesione ancora più precisa dell’originale al testo teatrale di partenza. E ciò forse si deve al fatto che, prima di mettersi dietro la macchina da presa, nel 2011 con La peggior settimana della mia vita, il regista milanese ha lavorato a lungo come drammaturgo con e per il meglio della scena teatrale meneghina: Luca Ronconi, Elio De Capitani e Carlo Cecchi. È proprio grazie a una pièce prodotta dal Teatro dell’Elfo, Happy Familiy, che Genovesi approda al cinema come sceneggiatore di Gabriele Salvatores, che nel 2010 ne cura l’adattamento cinematografico.
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7 donne e un mistero, le "papere" del film di Alessandro Genovesi
Si capisce allora la sua attrazione fatale per questo film che si presenta come un kammerspiel claustrofobico, un atto unico di 82’ minuti tutto racchiuso dentro una villa tempestata da una nevicata interminabile come nemmeno in The Hateful Eight. È lì che le sette donne del titolo ingaggiano una lotta fratricida al femminile sulle mortali spoglie del capofamiglia, Marcello, ucciso da una coltellata alla schiena. Un “carnage” polanskiano in chiave di commedia, nel quale la plural tenzone moltiplicata per sette diventa anche una prova d’attrice del meglio dello stardom tricolore. Nel ruolo della moglie della vittima troviamo una sofisticata Margherita Buy; le due figlie sono interpretate da Diana Del Bufalo, emigrata a Milano e Benedetta Porcaroli, che è il detective implicito. La domestica partenopea è Luisa Ranieri e l’amante charmante, Micaela Ramazzotti, che nel film si chiama Veronica forse proprio perché è truccata e pettinata come la celebre stella del noir della Hollywood della golden age, Veronica Lake. La zitella, ovviamente acida come un limone, è Sabrina Impacciatore e la nonna semialcolizzata e venale Ornella Vanoni, che è tornata a recitare proprio grazie a Genovesi con Ma che bella sorpresa del 2015.
Inutile aggiungere che la soluzione del delitto riserverà diverse sorprese, e un esito davvero impensabile, ma è tutta la vicenda ad essere punteggiata di svolte repentine della trama e di turning points dei singoli personaggi, con un finale all’insegna della sorellanza.
Produce Wildside di Mario Gianani, casa di produzione e distribuzione controllata da Fremantle, che nei dieci anni abbondanti della sua attività, da Boris - Il film a Siccità di Paolo Virzì, si sta ritagliando uno spazio interessante tra intrattenimento di qualità e cinema d’autore.