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Pedro Almodóvar ha parlato pubblicamente del suo prossimo progetto, un western LGBTQ+

Cinema

Manuel Santangelo

©Kika Press

Ospite nel podcast della popstar Dua Lipa, il regista spagnolo ha anticipato che il suo corto Strange Way of Life sarà presentato a Cannes e avrà dei dialoghi inediti per un western

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La canzone che ha ispirato, già dal titolo, Strange Way of Life è un fado portato al successo dalla leggendaria artista portoghese  Amália Rodrigues. In Estranha forma de vida Rodrigues canta: “Cuore indipendente, cuore che non comando, vivi perso tra la gente, sanguinando ostinatamente”. Questi versi hanno fatto presa su Pedro Almodóvar che, partendo da quelle parole, ha iniziato a pensare a un western svuotato del machismo del genere. Un cortometraggio in cui i protagonisti si sfidano in un duello speciale, dove il più coraggioso non è chi spara prima ma piuttosto colui che per primo riesce a confessare il proprio amore.

Pedro Almodovar, Do you speak english?

Almodóvar ha parlato del suo ultimo progetto durante una puntata del podcast di Dua Lipa At your service. La popstar anglo-albanese ha definito l’autore di Tutto su mia madre il suo regista preferito e ha confessato che proprio grazie alle sue pellicole sta imparando lo spagnolo. La conoscenza della nuova lingua non tornerà tuttavia utile alla cantante di IDGF nel breve periodo, visto che il prossimo progetto di Pedro Almodovar sarà girato completamente in inglese. Strange Way of Life è un cortometraggio di mezz’ora ma ha grandi ambizioni, come si può intuire sia dalla scelta della lingua sia dal parallelo coinvolgimento di due grandi star di Hollywood come Ethan Hawke e Pedro Pascal. Dopo aver rinunciato a un film sostanzialmente “in corsa”, abbandonando la regia di A Manual for Cleaning Women con Cate Blanchett, Almodovar ha deciso di concentrarsi su un’opera più personale e intima per il suo primo lavoro non in spagnolo dai tempi del mediometraggio The Human Voice. Una scelta probabilmente saggia ma che comunque non va presa come il segnale di una resa alla “comfort zone” da parte del cineasta: il corto che sarà presentato a Cannes rappresenta al contrario un coraggioso tentativo di far penetrare la poetica almodovariana anche in spazi cinematografici dove sembrerebbe quantomeno poco scontato vederla apparire.

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Come detto, Strange Way of Life è nato partendo da una musica che si sentirà anche nel corto ed è lo stesso Almodóvar a spiegare cosa possa c’entrare un brano della tradizione portoghese con una storia che ha la struttura di un western: “Quelle canzoni sono tutte molto tristi ed è così che vivono questi due personaggi principali”. Conosciamo già i nomi dei due protagonisti della storia: Silva e Jake. La coppia di ex pistoleri ha avuto un rapporto speciale venticinque anni prima ma quando Silva torna dopo tanto tempo dall’amico (nel frattempo diventato sceriffo) è chiaro che non lo fa solo per riannodare i fili di un’amicizia. Con un simile presupposto non ci vuole molto a capire come Almodóvar piegherà al suo volere anche il genere forse più machista di tutto il cinema: Strange Way of Life ha tutti gli elementi del western, dai pistoleri fino agli sceriffi, ma il regista userà questi ingredienti per rileggere tutto dal suo particolare punto di vista. “Si tratta di mascolinità in un senso profondo, perché il western è un genere maschile. Quello che posso dirvi sul film è che ha un sacco di elementi del western (abbiamo un pistolero, abbiamo il ranch, e anche lo sceriffo) ma quello che ha, che non è presente nella maggior parte dei western, è il tipo di dialogo che non credo sia mai stato proposto in un western tra due uomini”, ha anticipato l’uomo che ci ha regalato capolavori come Volver nel colloquio con Dua Lipa. La definizione che Almodóvar ha dato del suo corto è quella di “queer western” spiegando che “ci sono due uomini e si amano. Questi tuttavia affrontano la situazione in modo diverso, comportandosi in modi diametralmente opposti”. Il riferimento più vicino a qualcosa del genere pare quel I segreti di Brokeback Mountain di cui lo stesso autore spagnolo aveva declinato al tempo la regia, forse non sentendosi pronto. Adesso però anche Almodovar ha capito che, come insegna proprio Amália Rodrigues, “non c’è esistenza più strana di una che ignora i propri desideri” ed è il momento di mettersi in gioco anche rileggendo nuovi linguaggi. D’altronde se tutti i personaggi dei film del maestro per sua stessa ammissione “sono mossi dalla passione” perché lui dovrebbe comportarsi diversamente dalle proprie creature, precludendosi qualche strada?

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