Hellraiser 2022, tutto quello che c'è da sapere sul reboot

Cinema

Manuel Santangelo

Torna a distanza di 35 anni dal primo capitolo, l’atteso reboot di una delle saghe horror più longeve di sempre. Stavolta ci sarà una donna nei panni di Pinhead, protagonista di un undicesimo capitolo che sembra già aver convinto la critica

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Non è facile trovare nuovi spunti e chiavi di lettura per rivitalizzare un franchise, soprattutto quando esiste da più di un trentennio. Hellraiser è un caposaldo dell’horror, in grado di espandersi in diversi media e di contare ormai più di dieci adattamenti cinematografici. Quello che arriva dal 7 ottobre negli Stati Uniti sulla piattaforma Hulu è un capitolo che promette di reinventare per quanto possibile la saga, senza al contempo tradirne lo spirito. Preparatevi comunque a variazioni anche inaspettate.  In italia, probabilmente, Hellraiser 2022, prossimamente sarà disponibule  su Disney+, dato che la Disney è la società madre di Hulu. Tuttavia, non è stato ancora annunciato nulla di ufficiale.

Portate rispetto a Pinhead

Di questo nuovo Hellraiser si era iniziato a parlare già nel 2019 ma il progetto ha preso davvero corpo solo dopo il coinvolgimento di  David Bruckner alla regia e di Ben Collins e Luke Piotrowski allo script. Sono loro ad aver trasformato in una vera sceneggiatura il soggetto partorito dalla creativa mente di David S. Goyer (l’uomo che aveva già partecipato al rilancio di un’icona con Batman Begins). “Abbiamo voluto rendere omaggio alla storia originale”, ha raccontato Bruckner, “Ma allo stesso tempo, il materiale di Clive Barker era così vasto che abbiamo potuto espandere il mondo da lui creato senza tradirne temi e spirito”. Quando Barker, alla fine degli anni Ottanta, decise di mettersi in prima persona dietro la macchina da presa per rendere giustizia all’universo creato nel suo libro The Hellbound Heart (da noi Schiavi dell’inferno), dimostrò molto coraggio. Cosa lo spinse a compiere questa audace mossa? La risposta va ricercata soprattutto nella sua poca fiducia nei meccanismi della Hollywood di allora. Solo dedicandosi alla regia del primo Hellraiser, il maestro dell’horror poteva essere sicuro che nessuno avrebbe annacquato la violenza e i sottotesti che emergevano dalle sue pagine. Oggi tanto tempo è passato dal primo film e i fan dell’opera hanno il rispetto e la maturità per metterci le mani arricchendola, anche in maniera coraggiosa. In più, dopo tanti sequel in cui Pinhead finiva addirittura nello spazio, sembravano maturi i tempi per dare una vera rinfrescata alla saga. Doveva averlo pensato anche lo stesso Baker che, dopo essersi gradualmente sempre più disinteressato alle vicende cinematografiche di Hellraiser, nel 2015 era uscito con un seguito su carta del romanzo originale intitolato Vangeli di sangue.

Quest’ultima fatica letteraria non ha fatto che espandere ancora l’immaginario di Hellraiser, creando i presupposti della nuova pellicola di cui Clive Barker è pure produttore esecutivo. L’inventore di Pinhead e compagni ha già fatto sapere che il nuovo film gli è piaciuto. E non è il solo.

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Tutti pazzi per Pinheadda

Hellraiser 2022 è già stato mostrato alla stampa di settore, ricevendo critiche entusiastiche dai colleghi americani. Il celebre aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes mostra un lusinghiero punteggio: ben l’82% delle analisi uscite finora lodano il film e soprattutto l’aspetto più discusso prima della uscita. Il personaggio di Pinhead infatti per la prima volta è incarnato da una donna, l’attrice Jaimie Clayton, una scelta che secondo molti addetti ai lavori sarebbe stata felicissima. Il giornalista dell’ Hollywood Reporter Frank Scheck ha applaudito alla performance dell’attrice vista in Sense8, evidenziando come riesca davvero a elevare una storia che si stava ancorando su triti cliché. Sulla stessa linea si è espresso anche il collega Sam Stone, secondo cui la nuova versione dell’Hell Priest trasforma il film in un classico istantaneo. Il primo ad applaudire la coraggiosa scelta di casting, a onor del vero, era stato proprio lo storico interprete di Pinhead Doug Bradley (che lo aveva incarnato in ben otto film): “Sembra che una Pinhead al femminile sia in dirittura d’arrivo. Non ho familiarità con i suoi lavori recenti di Jamie, ma alcuni anni fa c’era una serie di fantascienza su Netflix intitolata Sense8, della quale ero fan. C’era anche Jamie e posso dire che mi è piaciuta molto la sua interpretazione”. Scritturare un’attrice era d’altronde un modo proprio per evitare di confrontarsi con l’ombra del grande attore, come ha confessato lo stesso regista David Bruckner: “Abbiamo sempre saputo che [Pinhead donna] avesse senso vista la storia del franchise. E poi per noi è stato un modo per non imitare l’incredibile e iconica interpretazione di Bradley”, ha spiegato il cineasta.

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Il terrore che nasce dalle nostre perversioni

I cambiamenti operati non devono comunque spaventare i fan. Il cuore del nuovo Hellraiser batte vicino alla sua leggenda. Il film è stato pensato per produrre terrore senza ricorrere eccessivamente alle nuove tecnologie e continua a puntare sui due elementi cardine che ne hanno garantito il successo: la violenza e l’erotismo. I Cenobiti sono ancora i terribili esseri venuti da un’altra dimensione, la loro natura è sempre quella di umani che hanno perso ogni umanità e che (alla ricerca del piacere estremo) hanno smarrito la concezione della differenza che intercorre tra il godimento più completo e il dolore. Anche questa volta basterà aprire il terribile cubo di Lemarchand per dargli via libera, aprendo la strada a indicibili torture e fiumi di sangue. Ma in fondo queste orrende creature non sono che acceleratori della distruzione che l’uomo vuole scatenare su se stesso, in un impeto autolesionista. Con loro ciò che vogliamo e ciò che ci spaventa diventa un orribile tutt’uno, trasformando il film in una sottile metafora delle dipendenze. Dobbiamo avere paura dei Cenobiti o di noi stessi? In fondo anche questi terribili sadici un tempo erano stati come noi.

 

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