This Must Be the Place, le 10 cose da sapere sul film di Paolo Sorrentino con Sean Penn

Cinema
©Webphoto

Il primo film in lingua inglese del regista napoletano, tra road movie e diario intimo, è uscito nelle sale in Italia il 14 ottobre 2011. Il modello al quale è ispirato è "Una storia vera" di David Lynch. Il connubio con il protagonista nasce su espressa richiesta dell’attore, che si propose dopo aver visto “Il Divo” al Festival di Cannes

Il 14 ottobre 2011 usciva nelle sale italiane This Must Be the Place, film di Paolo Sorrentino con protagonista Sean Penn che interpreta una rock star in fase decadente che decide di completare una "missione” di ricerca di un ufficiale delle SS naziste iniziata dal padre. Nei panni della protagonista femminile c'è Frances McDormand. Nel cast anche Harry Dean Stanton, Judd Hirsch e Eve Hewson, la figlia di Bono Vox degli U2. Ecco 10 cose da sapere sul film.

La trama

Il film inizia in una Dublino grigia e piovosa. Qui si è ritirato a vivere con la moglie la rock star Cheyenne (Sean Penn), che fu leader dei Fellows, gruppo (inventato) celebre negli anni '80. L’uomo, nonostante i suoi 50 anni, fatica ad abbandonare i panni del 20enne musicista e continua a indossare abiti neri attillati e anfibi militari, oscillando fra ansia e depressione. Un giorno riceve una telefonata da New York: il padre, dimenticato da trent’anni, sta morendo. Quando arriva a casa del genitore è tardi, il padre è già morto ma Cheyenne trova dei diari e scopre che l’uomo, ebreo sopravvissuto ad un campo di sterminio nazista, non ha mai smesso di cercare un ufficiale delle SS per vendicarsi di un’umiliazione subita. Cheyenne decide quindi di portare a termine la missione intraprendendo un viaggio solitario negli Stati Uniti.

paolo-sorrentino

leggi anche

Festival di Venezia, il discorso di Sorrentino tra ironia e commozione

L’influenza di David Lynch

This Must Be the Place è il primo film di Paolo Sorrentino interamente girato in inglese. A ispirarlo, durante la lavorazione, Una storia vera di David Lynch.

Sean Penn e il Festival di Venezia

Le basi per la collaborazione con Sean Penn vengono gettate dallo stesso attore durante il Festival di Cannes 2008, dove Sorrentino aveva presentato il suo Il Divo. Penn era presidente di giuria. Dopo aver assistito alla proiezione del film, che vinse il Premio della Giuria, l’attore fece recapitare un messaggio al regista, pregandolo di tenerlo in considerazione per il suo successivo film.

Paolo Sorrentino

leggi anche

Festival di Venezia, Sorrentino: “Riesco a dare amore solo ridendo”

Sorrentino conquista Sean Penn

Paolo Sorrentino, dopo aver mandato lo script di This Must Be the Place, ha raccontato di essersi convinto che avrebbe dovuto aspettare mesi prima di ricevere la risposta di Sean Penn. Ma non fu così, dopo 24 ore arrivò il sì: "Sulle prime ho pensato a uno scherzo, anche perché il mio produttore ne fa spesso ed è anche bravo ad imitare le voci. Ma mi sbagliavo. Nel cuore della notte mi ritrovai a parlare al telefono con Sean che aveva apprezzato la sceneggiatura, ma riteneva che l'unico problema per lui potesse essere una scena in cui balla. Un problema che avrei potuto risolvere con facilità. Un mese dopo andai con il mio sceneggiatore ad incontrare Sean a San Francisco, dove abbiamo passato una meravigliosa serata assieme, durante la quale Sean spiegava come avrebbe potuto interpretare il suo personaggio. Questo mi ha confermato una cosa che sospettavo: i grandi attori conoscono molto meglio i loro personaggi rispetto al regista e allo sceneggiatore", ha detto Sorrentino.

La scelta di Frances McDormand

Sorrentino ha scelto personalmente il premio Oscar Frances McDormand come protagonista femminile del suo film. Quando le fece recapitare la sceneggiatura la avvisò che, se avesse rifiutato la parte, il suo personaggio - la moglie del protagonista - sarebbe stato tolto e il copione sarebbe stato cambiato per rendere Cheyenne vedovo o single.

CANNES, FRANCE - MAY 18:  Actor Sean Penn poses at the "Haiti Carnaval In Cannes" photocall during the 65th Annual Cannes Film Festival on May 18, 2012 in Cannes, France.  (Photo by Gareth Cattermole/Getty Images)

vedi anche

Le foto più belle di Sean Penn

La colonna sonora e il titolo

Il titolo This Must Be the Place deriva da quello di una canzone dei Talking Heads molto amata da Sorrentino. L’ex leader della band, David Byrne, firma la colonna sonora della pellicola insieme al cantautore Will Oldham e recita nel ruolo di se stesso nel film. "Il bello del titolo è che si può adattare a molte circostanze", ha ironizzato il regista. Il titolo This Must Be the Place era stato inizialmente scelto per American Life (in originale Away We Go), commedia on the road di Sam Mendes.

Cheyenne come Robert Smith

La figura di Cheyenne è ispirata a Robert Smith, leader dei The Cure, almeno per quanto concerne il look. 

Perché Cheyenne?

Paolo Sorrentino ha raccontato che per il nome del protagonista cercava un "nome rock" che suonasse autentico, così ha preso come esempio Siouxie and the Banshees e l'ha cambiato in Cheyenne and the Fellows. 

Irlanda, America e Italia: le location

La lavorazione del film è iniziata il nell'agosto 2010 a Dublino. A settembre la produzione si è spostata in Michigan e a ottobre nel Nuovo Messico, in varie località fra cui Alamogordo e Carrizozo. Poi il lavoro è proseguito a New York, mentre la fase di post-produzione ha avuto luogo a Roma.

I premi

Il film ha ottenuto 14 nomination ai David di Donatello, aggiudicandosi 6 premi: miglior sceneggiatura a Paolo Sorrentino e Umberto Contarello, miglior fotografia a Luca Bigazzi, miglior trucco, migliori acconciature, miglior colonna sonora a David Byrne e miglior canzone a If It Falls, It Falls di Byrne e Will Oldham. Tra gli altri premi, quello della Giuria Ecumenica a Cannes.

Set of "The hand of God" by Paolo Sorrentino.
in the picture Filippo Scotti, Toni Servillo and Teresa Saponangelo.
Photo by Gianni Fiorito
This photograph is for editorial use only, the copyright is of the film company and the photographer assigned by the film production company and can only be reproduced by publications in conjunction with the promotion of the film.
The mention of the author-photographer is mandatory: Gianni Fiorito.
Set del film "E' stata la mano di Dio" di Paolo Sorrentino.
Nella foto Filippo Scotti, Toni Servillo e Teresa Saponangelo.
Foto di Gianni Fiorito
Questa fotografia è solo per uso editoriale, il  diritto d'autore è della società cinematografica e del fotografo assegnato dalla società di produzione del film  e può essere riprodotto solo da pubblicazioni in concomitanza con la promozione del film. 
E’ obbligatoria la menzione  dell’autore- fotografo: Gianni Fiorito.

vedi anche

È stata la Mano di Dio, la recensione del film di Paolo Sorrentino

Spettacolo: Per te