Cinema e teatri, un mese dopo le riaperture

Cinema

Bruno Ployer

©Getty

Si può riaprire, ma non tutti luoghi dello spettacolo hanno riaperto. Numeri e strategie di Cinema e Teatro per  programmare l'uscita dalla pandemia.

Subito dopo il via libera del Governo, nell’ultimo weekend di Aprile hanno riaperto 182 cinema dei circa 1350 esistenti in Italia. La settimana successiva erano 271, a metà Maggio 332, per arrivare a 494 nei giorni 20-23 Maggio. Questo ci dicono i dati ANEC, che specificano che da 89.932 spettatori si è passati in quattro settimane a 142.947. Sebbene gli incassi di oltre 2 milioni e mezzo di Euro nell’intero periodo non siano paragonabili ai 48 milioni del Maggio 2019 (Una stagione d’oro per  il cinema) il progresso di tutti i parametri è evidente.

 

Risultati incoraggianti

 

“I dati indicano una progressione che ci dà ottimismo, sempre con cautela, verso il ritorno a un mercato che prima della pandemia stava andando veramente bene - commenta Mario Lorini, presidente dell’Associazione degli esercenti cinematografici -Oltre ai prodotti internazionali si sta affacciando anche il cinema italiano, ora con “Il cattivo poeta”, presto con il nuovo film di Salvatores e poi con altri titoli. Siamo fiduciosi che molti produttori seguiranno l’esempio”. 

Perché molti cinema sono ancora chiusi?

“Per molti esercenti ripartire lasciando gli ammortizzatori sociali è un’impresa coraggiosa, ma bisogna farlo anche per dare una prospettiva ai lavoratori. Ci sono stati molti sacrifici nel sostenere i costi fissi, ora dobbiamo convincere anche gli altri a riaccendere i proiettori quest’ estate, nonostante la stagionalità del cinema, che in certe regioni si sente particolarmente.”

Presidente Lorini, come pensate di invogliare il pubblico a tornare?

“I festival di Cannes e di Venezia ci potranno aiutare per riportare l’attenzione sul cinema. A Luglio poi faremo le Notti Bianche. Inoltre nelle grandi città e in selezionate città di provincia vogliamo coinvolgere attori e registi in giornate di full immersion nelle sale. Gli eventi collaterali alla proiezione saranno necessari nel futuro. Le dirette streaming hanno avuto grande successo quando partecipavano gli artisti; lo stesso è avvenuto per i reading di Nanni Moretti in diverse città per accompagnare la nuova uscita di “Caro Diario”. Crediamo nella polivalenza, vogliamo includere le arti visive: tutto questo sarà sempre di più la differenza tra l’esperienza cinematografica, che è partecipativa, alla visione domestica. Nessuna concorrenza, ma un processo comune."

 

Le due facce del Teatro

 

Per i teatri sembra che la riapertura non sia per tutti. In mancanza di un censimento, L’AGIS, che riunisce associazioni di categoria, federazioni e fondazioni dello spettacolo stima che siano 592 su 1284 (il 46,42 %) i teatri in condizione più di altri di riaprire. Sono sostanzialmente le strutture beneficiarie, direttamente o indirettamente, della sovvenzione statale del FUS, il Fondo unico dello spettacolo.

“La riduzione della capienza delle sale per le norme sanitarie comporta incassi ridotti dal 50 al 65 % e quindi non è sostenibile per i teatri privati e le compagnie indipendenti che hanno contratti di percentuale sugli incassi. Credo che la loro attività riprenderà nel 2022 sperando che la configurazione della sale possa essere piena." E’ questa l’analisi di Filippo Fonsatti, vicepresidente AGIS, presidente di Federvivo e direttore del Teatro Stabile di Torino. “Bisogna differenziare quindi tra teatri più tutelati e non- continua il manager-. Da direttore di un teatro nazionale vedo la prospettiva con ottimismo, anche considerando  la reazione del pubblico, che sta tornando con entusiasmo. Dal 26 Aprile ad oggi a Torino abbiamo alzato il sipario 60 volte nei nostri teatri e programmiamo fino ad Agosto inoltrato con ottime previsioni di affluenza. Però da presidente di Federvivo, che rappresenta gli interessi differenziati di musica, teatro, danza e circo contemporaneo, rilevo criticità evidenti. E’ in crisi anche il teatro per i ragazzi, che vive nell’incertezza perchè per ora è chiuso e non si sa se dall’autunno le scuole vorranno far tornare i loro studenti nei teatri. Il 2022 sarà un anno di transizione."

Cosa sta succedendo nei teatri privati, che dipendono dagli incassi? Ne parliamo con Massimo Romeo Piparo, presidente dell’ATIP, l’associazione di categoria, e direttore del Teatro Sistina di Roma.

“Il 95 % dei nostri teatri non sta riaprendo. In questo scorcio di fine stagione ci sta provando qualche struttura che fa spettacoli a carattere locale. Sono esperimenti molto importanti per noi, vedremo con quali esiti. Tutto lascia pensare che il prossimo autunno si torni agli spettacoli nei teatri privati, dove il riscontro di pubblico è necessario. Molti di noi stanno facendo lavori di ammodernamento per accogliere il pubblico”

Cosa serve ai privati per riaprire?

"Serve la capacità di programmazione – Risponde Piparo-. Dobbiamo poter guardare al prossimo triennio e invece dobbiamo aprire a Ottobre tra mille incognite. Servono strumenti fiscali per fare fronte ai costi e al calo degli incassi che ci sarà. Ci serve un sistema di incentivazione del pubblico.  Tra l’altro stiamo chiedendo la defiscalizzazione del biglietto: come uno scontrino di farmacia anche il biglietto teatrale con codice fiscale dovrebbe essere portato dallo spettatore in detrazione."

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