La Stanza, un thriller psicologico dalle sfumature horror

Cinema

Guido Caprino, Camilla Filippi ed Edoardo Pesce protagonisti di un perturbante film diretto da Stefano Lodovichi. Dal 4 gennaio su Amazon Prime Video

Stella (Camilla Filippi) indossa il suo abito preferito, quello che ha indossato il giorno del matrimonio, la mattina che decide di lanciarsi dalla finestra. Mentre fuori diluvia il volto della donna è assente, sospeso in un equilibrio ormai precario che di colpo viene spezzato dal suono del campanello, uno squillare incessantee fastidioso che la risveglia dalla trance. Una speranza la rianima e di colpo la donna corre ad aprire la porta.

Ma quella speranza dura poco perché alla porta c’è uno straniero che dice di chiamarsi Giulio (Guido Caprino). Un uomo che viene da lontano e che ha prenotato la camera degli ospiti per quella notte. In un’altra situazione o condizione Stella lo manderebbe via ma quando Giulio le dice che sta aspettando Sandro (Edoardo Pesce), il marito di Stella, di colpo quella speranza si riaccende e lo straniero viene fatto entrare e portato nella camera degli ospiti.

Ma chi è Giulio? A chi Stella avrà spalancato le porte della propria casa? E quali segreti nasconde quel luogo?

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Le parole del regista di "La Stanza" Stefano Lodovichi

La casa da sempre è uno dei teatri principali dei racconti di genere. In particolare di quelli famigliari. Psycho, Shining, The Others, Get Out, sono alcuni degli esempi più importanti del racconto in interno, del dramma da camera, perché da sempre sono il luogo naturale del confronto/scontro tra parenti. Perché di famiglia parla questo film, dei rapporti tra coniugi e in particolare di quelli tra figli e genitori. Con lo scenografo Max Sturiale e l’art director Adriano Cattaneo abbiamo lavorato sul definire il più possibile l’identità del nostro micro-mondo. Ci siamo ispirati al design morbido tipico dell’art nouveau senza però creare una casa totalmente liberty perché comunque l’identità del mondo non doveva fagocitare i nostri personaggi ma amplificarne le caratteristiche profonde e personali. Questa casa è come un personaggio che dorme da tantissimo tempo, un vecchio coperto di rughe, pieghe, stinto dagli anni e dai dolori del tempo che gode di una bellezza sfiorita, passata, aggredita dalle scosse della vita che lasciano segni, cicatrici dentro e fuori, sulle pareti, sui pavimenti, sulle vetrate. Perché questa casa è la nostra famiglia, è la famiglia di tutti. Una famiglia ferita, a pezzi, storta, con cicatrici che solcano le pareti in profondità e attraversano da piano a piano la palazzina. È una bolla fuori dal tempo, a tratti una gabbia. Che sopporta la pressione di una tempesta fuori (e dentro). Il tempo e la pioggia. Perché questa casa scricchiola, si muove, come una nave nella tempesta… e respira. Il tempo, da sempre veicolato nell’immaginario comune dall’acqua, in questo film scorre in modo strano, fateci caso, sommerso e travolto proprio dall’acqua. E fate caso a come le atmosfere sonore e musicali (le musiche sono di Giorgio Giampà) cerchino di raccontare il “viaggio di una nave” nella tempesta in una giornata molto particolare. Una “giornata”, non una nottata. Perché se è vero che i mostri arrivano di notte, il vero problema è quando rimangono con te anche di giorno.

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