Le Mans 66- La grande sfida, una storia vera, tra motori e amicizia

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2  premi Oscar per il biopic con Christian Bale e Matt Damon.  Ambientato nel 1966,  il film racconta la storia del progettista Carroll Shelby e il pilota Ken Mile  ingaggiati dalla Ford per battere la Ferrari alla 24 ore di Le Mans. In prima tv su Sky Cinema Uno lunedì 2 novembre

Nel 1959 Carroll Shelby (Matt Damon) è all’apice del successo, dopo avere vinto la più difficile fra le gare, la 24 Ore di Le Mans. Ma il trionfo è presto seguito da una notizia devastante: i dottori comunicano all’intrepido texano che, a causa di una grave patologia cardiaca, non potrà mai più correre. Shelby è un uomo dalle risorse illimitate e si reinventa un lavoro come progettista e venditore di automobili in un magazzino di Venice Beach, con un team di ingegneri e meccanici di cui fa parte l’irascibile collaudatore Ken Miles (Christian Bale). Miles, premiato pilota britannico e devoto padre di famiglia, è un asso del volante, ma è anche brusco nei modi, arrogante e poco incline al compromesso. Quando le vetture di Shelby ottengono a Le Mans un ottimo piazzamento alle spalle del venerabile Enzo Ferrari, la Ford Motor Company ingaggia il giovane visionario e impulsivo per progettare una macchina da corsa rivoluzionaria, in grado di battere la Ferrari sul difficilissimo circuito francese. Decisi ad avere la meglio contro tutto e tutti, Shelby, Miles e il loro team eterogeneo e poco organizzato combattono le ingerenze della casa automobilistica, le leggi della fisica e i loro demoni personali, riuscendo a sviluppare un veicolo straordinario, capace di sbaragliare tutti gli altri concorrenti. Ma alla fine gli sforzi instancabili esigeranno un  pesante tributo da questi uomini coraggiosi, che pagheranno la vittoria a caro prezzo

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La grande sfida secondo il regista James  Mangold

Questa è una delle vicende più leggendarie nella storia dell’automobilismo. Carroll Shelby, lavorando spalla a spalla con l’esuberante pilota collaudatore Ken Miles, sviluppa un’auto straordinaria che riesce a battere i bolidi della mitica Scuderia Ferrari nell’edizione del 1966 della 24 Ore di Le Mans. È la storia di un gruppo di uomini anticonvenzionali che, superando mille peripezie, ottengono un risultato eccezionale grazie alla pura inventiva, alla determinazione e alla forza di volontà.

Il regista James Mangold si è entusiasmato per la duplice sfida del progetto: la possibilità di rappresentare delle sequenze emozionanti, che avrebbero letteralmente proiettato gli spettatori nelle automobili accanto agli intrepidi piloti, e l’opportunità di ripercorrere la turbolenta amicizia tra Shelby e Miles. Dotati entrambi di una propria personalità incontenibile — Shelby risoluto ma affabile, Miles suscettibile e intemperante — ciò che li unisce è la passione per l’innovazione e il profondo amore per le corse.

Più semplicemente, Shelby e Miles hanno una forte motivazione ad eccellere, anche se ciò significa mettere in gioco la vita tutte le volte che sono al volante. “I due si capiscono a un livello più profondo”, dichiara Mangold. “Quando Shelby deve affrontare il fatto di non poter più correre, si reinventa un lavoro e, da pilota, diventa progettista e venditore di automobili, mentre Miles rappresenta il mezzo per realizzare i sogni di Shelby. Miles non riesce a trattenersi né a controllarsi quando si trova in un contesto aziendale o in situazioni pubbliche.

Dice qualunque cosa gli passi per la testa, perciò Shelby assume il ruolo di suo difensore e portavoce. I due vivono un rapporto simbiotico: quando uno si tira indietro, l’altro subentra al suo posto”

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