Incontro ravvicinato con Enrico Vanzina che debutta ora alla regia dopo moltissimi film come sceneggiatore. Il suo "Lockdown all'italiana" è una pellicola dolce/amara sui vizi di un popolo che conosce molto bene e che ha raccontato al cinema per decenni. Il tutto nel rispetto di una tragedia sanitaria dalla quale non siamo ancora usciti
La commedia ce l’ha nel sangue. A partire dal padre, il grande Steno, fino alla carriera e ai film fatti con il fratello Carlo (che hanno oggettivamente segnato un genere cinematografico), per arrivare al suo esordio alla regia. Enrico Vanzina presenta ora, dopo averlo scritto cosa che gli viene più naturale, “Lockdown all’italiana”. Non un film che deride la pandemia ma una pellicola che si concentra su vizi e virtù del nostro popolo che ad un certo punto si è ritrovato per mesi chiuso in casa.
LOCKDWON ALL'ITALIANA, LA TRAMA
Girato in pochi giorni con una lunga preparazione a distanza, il film vede Ezio Greggio, Paola Minaccioni, Martina Stella e Rocky Memphis protagonisti di una commedia dolce/amara dal finale a sorpresa. “Mi sentivo una grande responsabilità addosso, dice Enrico Vanzina ospite a Sky Tg24, perché sapevo che era un argomento delicato e che eravamo una delle prime troupe a ripartire dopo il lockdown. Volevamo però dare un segnale forte al cinema e dire, noi ci siamo”. Il film, che esce in sala proprio per amore per il cinema, racconta le vicissitudini di due coppie “scoppiate” che si ritrovano loro malgrado chiuse in casa, insieme, nonostante la fine delle rispettive relazioni. “Paola Minaccioni ed Ezio Greggio non si conoscevano, prosegue Enrico Vanzina, eppure tra di loro è scattata fin da subito una grande sintonia professionale”.
“Ero davvero molto emozionato all’inizio delle riprese, continuavo a pensare a Carlo, a cosa avrebbe fatto lui. Lo sentivo sempre vicino a me”, dice Enrico. “Del resto, prosegue, credo che il dolore di una grande perdita si debba imparare a tenerlo nel cuore, imparare a conviverci”. Ora, in un momento di grande incertezza verso il futuro di un intero paese, Enrico spera di essere dalla parte “di chi agisce per uscire da una situazione difficile”. “Noi italiani siamo un popolo fantastico, comunichiamo male e ci organizziamo male, ma siamo fantastici su tutto il resto”, dice sorridendo. In conclusione arriva una domanda sul suo rapporto con la commedia: “E’ una cosa che so fare, che ho sempre voluto fare e che non mi hai mai deluso”, dice lo sceneggiatore, il giornalista e ora anche il regista.