Don't Forget to Breathe, l’intervista a Matija Valant e Tine Ugrin, protagonisti del film

Cinema

Helena Antonelli

Presentato in concorso alla 17esima edizione di Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata alle nuove generazioni, Don’t Forget to Breathe vede l’interpretazione di due giovanissimi attori sloveni: Matija Valant e Tine Ugrin. L’intervista ai due protagonisti.

Don't Forget to Breathe è l’esperienza autobiografica del regista Martin Turk. È lo stesso Martin Turk (anche autore della sceneggiatura) a confermare che nelle vicende di Klemen e del fratello maggiore Peter (Tine Ugrin) c’è tanto di personale. Amori estivi, amori impossibili, si presentano allo spettatore come situazioni vissute, familiari. Presentato in concorso alla 17esima edizione di Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata alle nuove generazioni, Don’t Forget to Breathe mette a confronto l’adolescenza con la profonda inquietudine di un giovane protagonista. I due fratelli di Don’t Forget to Breathe sono inseparabili, praticamente migliori amici. Poi però Peter si fidanza e Klemen inizia a provare un’irresistibile sensazione di amore-odio nei confronti della donna che le sta portando via il fratello. Ne detesta la capacità di distruggere l’equilibrio fraterno, ma è altrettanto attratto dalla sua femminilità.

Martin Turk con Don't Forget to Breathe ritorna sui suoi luoghi d’infanzia e lo fa grazie all’aiuto di due interpreti sloveni, protagonisti nel film: Matija Valant e Tine Ugrin. L’intervista

Peter e Klemen due fratelli inseparabili fino all’arrivo di Sonja, poi cosa accade tra i due?

Tine Ugrin: Il loro legame non viene certo messo in discussione da Sonja ma è vero che i due fratelli non passano più molto tempo insieme. L’incontro con Sonja scatena in Peter la necessità di diventare adulto. Mentre per Klemen l’incontro con Sonja scatena in lui emozioni fortissime quasi incontrollabili.

Nella realtà avete fratelli?

Matija Valant: Ho un fratello più piccolo. Trovo delle similitudini tra il rapporto di Peter e Klemen nel film e quello che ho nel privato con mio fratello. Il mio privato mi ha aiutato molto nell’interpretare il mio ruolo nel film.

È stato difficile raccontare queste emozioni davanti la telecamera?

Matija Valant: Non è stato facilissimo all’inizio. Ho provato ad immedesimarmi in mio fratello più piccolo, questo mi ha aiutato a vedere il mio ruolo nel film sotto prospettive diverse. È davvero difficile far trasparire questo tipo di emozioni ma credo che in Don't Forget to Breathe l’abbiamo fatto al meglio.

Il regista ci ha svelato che sul finale c’è stato un cambio rotta. Che ne pensate di questa decisione?

Tine Ugrin: Si nella fase di post produzione c’è stato un cambio sul finale. Il nuovo finale del film chiude con un effetto eclatante, quasi un boom, e questo secondo me ha reso non solo l’ultima scena più bella ma in generale ha dato un tocco in più alla storia di Don’t Forget to Breathe.

Il regista ha espresso il suo messaggio nella sceneggiatura di questo film, il vostro qual è?

Tine Ugrin: Personalmente il messaggio che voglio far trasmettere è quello di essere grati per ciò che si ha, di rispettare quello che abbiamo ed essere felici. È importante costruire legami forti d’amicizia e appoggiare sempre gli amici.

Cosa non dobbiamo perderci di Don't Forget to Breathe?

Matija Valant: Nulla. Ma una scena in particolare, bella quanto brutale, è quella in cui Klemen cade nell’acqua perché Peter lo ha spinto. Nella scena lui batte la testa, sembra brutale come scena ma rispecchia molto la realtà. Penso che questo pensiero lo avranno anche gli spettatori nel momento in cui la vedranno.

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