Il sindaco del rione Sanità, la trama del film

Cinema

Al cinema dal 30 settembre 2019 Il sindaco del rione Sanità, adattamento di Mario Martone dell’opera di Eduardo De Filippo

In sala dal 30 settembre 2019, Il sindaco del rione Sanità è il nuovo film del regista Mario Martone, che porta al cinema quanto già fatto in teatro. La pellicola è infatti l’adattamento sul grande schermo di una celebre opera teatrale, scritta e portata in scena da Eduardo De Filippo. Un testo che fece molto discutere al tempo e che ora si tramuta in un affresco di grande attualità. Si sceglie di raccontare la realtà in maniera quasi favolistica, narrando di un mondo che vanta regole proprie, distanti da quelle dello Stato, ponendosi dall’altra parte, assumendo e accettando il punto di vista di Antonio Barracano.

Il sindaco del rione Sanità, la trama

Antonio Barracano, soprannominato “il sindaco”, è l’ultima speranza della povera gente del quartiere che gestisce. È la via di fuga per chi non ha santi in paradiso e non può o non vuole passare attraverso canali legali. Quando la propria esistenza è un continuo sopravvivere, ci si ritrova a fare delle scelte impensabili, arrivando a credere fermamente nell’esistenza di uno Stato parallelo. Il regno di Barracano esiste e viene esaltato ogni giorno da chi gli chiede di intercedere, di sfruttare la sua forza e reputazione per riportare le cose sul giusto binario.

Il boss è spietato, quando deve, ma sa essere giusto e leale. In questo la narrativa di Martone sfiora la favola, offrendo volontariamente un personaggio che non esiste e che, nel caso in cui fosse reale, non potrebbe comunque in alcun modo essere giustificato. È ciò che scatenò polemiche al tempo di De Filippo e che di certo farà discutere oggi. Una provocazione utile però a sollevare un velo sul mondo parallelo italiano e non solo.

Barracano si erge a tutela degli ignoranti, di coloro che non sono in grado di muoversi agilmente in una città come Napoli, che rischiano d’essere schiacciati. Ha subito molte ingiustizie da ragazzo e questo gli ha dato la spinta per raggiungere il vertice, tentando di instaurare un clima di serenità generale, a patto che tutti seguano il suo volere. Aspira alla pace e così quando un figlio gli chiede di uccidere il padre, il boss tenta di conciliare le due parti. Nel giovane rivede sé a quell’età ed è pronto a tutto pur di salvarlo. La tragedia però è dietro l’angolo.

Il sindaco del rione Sanità, la versione di De Filippo

Mario Martone porta Eduardo De Filippo al cinema ma alla sua maniera. Il suo è un film potente, che racconta di un mondo parallelo, tanto assurdo quanto reale. Per riuscire a trasmettere il proprio messaggio al pubblico era però necessario operare delle modifiche al testo originario. Una chiara differenza è data dall’età del protagonista. La versione del 2019 di Antonio Barracano ha la metà degli anni di quella portata in scena da De Filippo, che proponeva un boss di 75 anni.

Si dice addio a quell’immagine del boss rispettato, temuto e ammirato perché coscienzioso e sapiente, maturo e saggio. Personaggi come Don Vito Corleone de Il Padrino, per fare un celebre esempio. Martone, seppur con delle eccezioni, racconta aspetti realistici. I grandi capi della criminalità odierna sono incredibilmente giovani. Il battesimo del sangue giunge in tenera età, il che porta di conseguenza ai vertici delle organizzazioni dei trentenni. Il regista si aggrappa però alle tematiche principali dell’opera originaria: vendetta, famiglia e profondo senso di colpa. Cambia però l’epoca e dunque il modo di guardare al mondo. Il Barracano di ieri è nato nell’Ottocento e si confronta con una Napoli e un’Italia ben differente. Muta inoltre l’etica e soprattutto la facilità con la quale si arriva a spegnere la vita di un’altra persona.

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