Da Scarface a Toy Story, quando l’insulto finisce al cinema

Cinema

Floriana Ferrando

Anche i protagonisti dei film perdono le staffe: ecco una carrellata di titoli di successo che hanno portato sul set cinematografico ingiurie e battute insolenti. Da Full Metal Jacket al premio Oscar La Favorita, fino al cinema di animazione

Ingiurie nascoste fra le righe e insulti per nulla velati: spesso le battute inserite nelle sceneggiature dei film più celebri sfiorano il limite della volgarità. Ecco alcune delle battute meno politicamente corrette del grande schermo, tratte da commedie come Il diario di Bridget Jones e da cult come Full Metal Jacket e Scarface, fino ad arrivare al cinema di animazione con Shrek e Toy Story.

Il Sergente Hartman di Full Metal Jacket

Il Sergente maggiore Hartman, il duro di Full Metal Jacket, non le manda a dire: nel film del 1987 diretto da Stanley Kubrick, Hartman mette in riga un plotone di giovani coscritti e per prepararli ad affrontare la guerra del Vietnam, punta non solo sulla preparazione fisica, ma anche sulla violenza psicologica (“Non siete neanche fottuti esseri umani, sarete solo pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta…..”). Hartman non si risparmia quando si tratta di dare contro al giovane “Palla di lardo” (con il volto di Vincent D'Onofrio), che dice assomigliare ad un anziano alle prese con il sesso, da quanto è goffo durante gli allenamenti. 

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Da Scarface all’Oscar

Non è da meno Elvira Hancock, interpretata da Michelle Pfeiffer, in Scarface, quando nel film del 1983 diretto da Brian De Palma rifiuta le avances di Tony Montana (Al Pacino), senza troppi complimenti: “Senti, anche se fossi cieca dalla nascita, se fossi disperata, e avessi la bava alla bocca dalla voglia su un'isola deserta, tu saresti l'ultimo con cui…..”. Colpisce nel segno anche il sarcasmo di Julia Roberts nei panni di Erin Brockovich in Erin Brockovich - Forte come la verità del 2000 di Steven Soderbergh: “Beh, visto che non ho cervello, né esperienza legale e che Ed stava perdendo fiducia nel sistema [...] sono andata a distribuire favori sessuali”, con tanto di dettagli. Più sottile, invece, la battuta che nella pellicola vincitrice dell’Oscar, La Favorita, Sarah Churchill (Rachel Weisz) riserva alla regina Anna (Olivia Colman), intenta a prepararsi per un incontro diplomatico: “Sembri un tasso”, commenta acida riferendosi al make-up marcato. 

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Anche i cartoni animati perdono le staffe

Ricordate i giocattoli parlanti di Toy Story? Il primo film della fortunata serie risale al 1995 e racconta l’arrivo di Buzz Lightyear, moderno giocattolo futuristico, nelle vite di Andy e del suo (ex) giocattolo preferito Woody. Durante un’accesa discussione Buzz dice allo sceriffo di pezza: “Sei uno strano e triste omuncolo e ti compatisco”. È meno diplomatico l’orco Shrek nei confronti di Ciuchino: “Ottusa, irritante, bestia da soma in miniatura!”, gli dice nel film del 2000. 

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Una notte da leoni e Bridget Jones

Neppure le commedia risparmiano ingiurie più o meno esplicite. Prendiamo l’esilarante Una notte da leoni: nella pellicola del 2009 Stu si arrende di fronte alle stranezze dell’eccentrico Alan e commenta: “Sei troppo stupido perché io ti insulti!”. Mentre Renée Zellweger nei panni della stralunata protagonista de Il diario di Bridget Jones del 2001, fa arrivare forte e chiaro a Hugh Grant alias Daniel il suo disprezzo, dichiarando che preferirebbe essere la badante del dittatore Saddam Hussein piuttosto che lavorare per lui. Ma non esattamente in questi termini...

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