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Dogman, 5 curiosità sul film di Matteo Garrone

Cinema

Andrea Cominetti

Dalla sceneggiatura, iniziata 12 anni fa, all'incontro tra il regista e Marcello Fonte, imprevisto e folgorante: scopri di più

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Dopo la consacrazione alla 64esima edizione dei David di Donatello, si può tranquillamente dire che «Dogman» di Matteo Garrone è senza ombra di dubbio il film italiano dell’anno.

Una storia iniziata 12 anni fa


Il regista ha dichiarato di aver iniziato a scriverne la sceneggiatura già 12 anni fa e di averla ripresa in mano diverse volte nel corso degli anni. A sbloccare la situazione, l’incontro con il futuro protagonista Marcello Fonte, che gli ha fatto capire la direzione da prendere.

L’incontro tra il regista e il suo protagonista

I due si sono incontrati al Cinema Palazzo, dove vengono organizzati gli spettacoli teatrali con i detenuti. Il regista si trovava lì per assistere alla rappresentazione, sperando di trovare magari sul palco qualche nuovo volto su cui puntare, mentre Fonte - tra gli organizzatori della serata - era sul palcoscenico, a sostituire un detenuto che non si era sentito bene. Quando, insomma, si dice trovarsi nel posto giusto al momento giusto: la sua interpretazione colpì immediatamente Garrone («Ha modi alla Buster Keaton e alcuni elementi comici tipici del cinema muto» racconterà poi in seguito il regista, a proposito dell’attore) che decise di coinvolgerlo nel progetto.

L’ispirazione a un fatto di cronaca nera


Un’opera ispirata al cosiddetto delitto del Canaro, l'omicidio del criminale e pugile dilettante Giancarlo Ricci, avvenuto nel 1988 a Roma per mano di Pietro De Negri, detto appunto «er canaro» per il negozio di cani che gestiva. Qui, Marcello (Fonte) trascorre le sue giornate sempre identiche, intervallate dalle chiacchiere con i vicini e le visite della figlia Alida, cui è legatissimo. Per arrotondare, l’uomo spaccia cocaina e, in virtù di ciò, instaura una torbida amicizia con Simone (Edoardo Pesce), un delinquente locale che terrorizza gli abitanti del posto, senza che nessuno abbia il coraggio di intervenire.

La richiesta di sequestro del film


Proprio per il dichiarato gancio al delitto del Canaro, Vincenzina Carricella, madre di Ricci, ha chiesto il sequestro del film, oltre a un risarcimento al regista. Secondo la donna, la pellicola mina la dignità della vittima, mostrandola come una persona brutale e violenta. Il gip di Roma ha, però, successivamente respinto la richiesta.

La partecipazione a Cannes


L’opera è, quindi, uscita nelle sale e - prima ancora - è stata in concorso all’ultimo Festival di Cannes dove, oltre ad aver ricevuto pressoché ovunque ottime recensioni, è stato premiata per il suo attore protagonista.