Alita, un angelo della battaglia nato da un manga

Cinema
Alita a fumetti e nella sua incarnazione cinematografica con il volto di Rosa Salazar
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Giovedì 14 febbraio esce nelle sale il film di Robert Rodriguez ambientato in un mondo distopico in cui convivono umani e cyborg. La storia è tratta dal manga di culto di Yukito Kishiro uscito tra il ’90 e il ’95.

di Marco Agustoni


Quando tra gli sceneggiatori e produttori hai “un certo” James Cameron e alla regia hai un talento sui generis come Robert Rodriguez, l’attesa non può che essere alta. Ma a rendere Alita – Angelo della battaglia un progetto ancora più degno di nota è la fonte da cui è tratta la storia narrata nel film in uscita nelle sale italiane giovedì 14 febbraio.


Dietro questa pellicola dalla lunghissima gestazione (già nei primi anni 2000 si parlava di un film di Alita diretto da Cameron) c’è infatti un’opera che negli anni ’90 ha colpito i lettori di mezzo mondo per la sua originalità e per il suo spessore: stiamo parlando di Battle Angel Alita di Yukito Kishiro.


Pubblicato in Giappone fra il 1990 e il 1995, il manga in questione è arrivato in Italia nel 1997, dove si è guadagnato presto lo status di cult. Il fumetto è stato anche adattato in OAV (film d’animazione pensato per l’home video) e ha avuto un sequel, o meglio una sorta di “proseguimento alternativo”, con Alita Last Order, e un prequel con Alita: Mars Chronicle.


Battle Angel Alita, ambientato nel XXVI secolo, racconta le vicissitudini di Alita, una ragazza-cyborg che viene ritrovata semidistrutta e priva di memoria da Daesuke Ido, un “dottore per cyborg” che vive e lavora nella grande città-discarica che si trova sotto la città fluttuante di Salem. Da qui si dipanano una serie di avventure, fra combattimenti, tornei di rollerball e altre traversie.


A fare di Alita una micidiale macchina da guerra è l’arte marziale di derivazione marziana nota come Panzer Kunst, imparata nella sua “precedente” vita e grazie alla quale le tornano in mente brandelli del suo passato. Assieme ad Alita, Ido e ad altri comprimari come Figura Quattro, un altro personaggio chiave è il professore folle Desty Nova, responsabile di esperimenti scientifici oltre ogni regola morale.


Ciò che rende Alita un’opera davvero speciale è il fatto che, al di là della componente avventurosa, esso presenta al lettore tutta una serie di riflessioni di carattere filosofico ed esistenziale sull’uomo, sulla natura umana e sul concetto di identità.


Quanto di tutto ciò sia riuscito a trasporre nel suo film di prossima uscita Robert Rodriguez, è da vedere. Ma i fan del manga di Kishiro sono già in fervente attesa, anche se finora la pellicola ha ricevuto attenzioni soprattutto per quello che alla fine è un dettaglio: i giganteschi occhi della protagonista Rosa Salazar, ovviamente ingranditi grazie alla CGI, che a molti sono sembrati grotteschi e caricaturali.


Nel cast, oltre alla summenzionata Rosa Salazar (presente nelle saghe di Divergent e Maze Runner e, di recente, in Bird Box), ci sono veterani come Christopher Waltz (nel ruolo di Daisuke Ido), Jennifer Connelly, Michelle Rodriguez e Mahershala Ali, fresco di Golden Globe per la sua interpretazione nella terza stagione di True Detective, in onda su Sky Atlantic.

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