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"Michelangelo - Infinito" arriva su Sky Cinema Uno

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Sky, Magnitudo Film e Lucky Red presentano Michelangelo - Infinito, un ritratto avvincente e di forte impatto emotivo e visivo dell’uomo e dell’artista Michelangelo. Un evento cinematografico senza precedenti: coinvolgente, poetico, innovativo. Nel cast, Enrico Lo Verso è Michelangelo Buonarroti, Ivano Marescotti è Giorgio Vasari.  Appuntamento, in prima tv, sabato 12 gennaio alle 21.15 e in contemporanea su Sky Arte

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Arriva in sala, distribuito da Lucky Red, MICHELANGELO – INFINITO, il nuovo film d’arte prodotto da Sky con Magnitudo Film. Dai creatori di Caravaggio – l’Anima e il Sangue e di Raffaello – il Principe delle Arti, un ritratto avvincente e di forte impatto emotivo e visivo dell’uomo e dell’artista Michelangelo, genio indiscusso dell’arte universale,  di pari passo con il racconto cinematografico della sua vasta produzione artistica, tra scultura, pittura e disegni, con spettacolari riprese in ultra definizione (4K HDR) e da punti di vista inediti ed esclusivi, cui si aggiungono ricostruzioni storiche sorprendenti attraverso evoluti e sofisticati effetti digitali. Un film-evento senza precedenti in cui lo spettacolo del cinema incontra l’emozione dell’arte.  Appuntamento, in prima tv, sabato 12 gennaio alle 21.15 e in contemporanea su Sky Arte

Ad interpretare Michelangelo Buonarroti è Enrico Lo Verso (Il ladro di bambini, Lamerica, Così ridevano, I Miserabili, Maltese - Il Romanzo del Commissario, Raffaello – il Principe delle Arti). Genio assoluto dell’arte universale, uomo schivo e inquieto, capace di forti contrasti e passioni, autore di opere immortali ed ‘infinite’. Tutta la forza e la potenza della personalità di Michelangelo sono state delineate nel film in modo fedele attraverso le centinaia di Lettere e Rime che l’artista ci ha lasciato, e trovano eco nella cruda, spigolosa immensità della natura in cui è inserito il limbo da cui si svolge la narrazione di Michelangelo: un’imponente Cava di Marmo di Carrara, dove le fonti documentano che Michelangelo si recò a scegliere personalmente il marmo per i suoi capolavori: quella materia che, a detta dello stesso artista, “già conteneva in potenza la figura”.

In questo ambiente materico, un limbo ‘congelato’ nel tempo presente, attraverso un fluire di ricordi, il personaggio di Michelangelo rievoca gli snodi principali della sua vita lunga, vivida e inquieta, i suoi tormenti più intimi, le passioni amorose, la ricerca della fede, le sue considerazioni su vita, morte ed arte. Il film ripercorre così la storia di Michelangelo e dei suoi capolavori immortali, partendo dai luoghi in cui tutto ebbe inizio, con l’aggiunta di una curiosa coincidenza: il 28 agosto del 1498 Michelangelo firmava il contratto per la Pietà Vaticana per la cui realizzazione si recò alle Cave di Carrara; nello stesso giorno, il 28 agosto 2017, sono iniziate le riprese di Michelangelo – Infinito sul set di quelle stesse cave di Marmo di Carrara (oggi Cava Calacata Borghini).

Il racconto della dimensione storico-artistica è affidato a Giorgio Vasari, narratore qualificato e familiare della vita e delle opere del Buonarroti, che ebbe la fortuna di conoscere personalmente, che è interpretato da Ivano Marescotti (Johnny Stecchino, Raccontami, Hannibal, Cado dalle nubi, A casa tutti bene). Pittore, architetto e rinomato storico dell’arte, autore delle Vite de’ più eccellenti Pittori, Scultori ed Architettori, Vasari accoglie lo spettatore all’interno di un grande teatro ellittico in legno che ricalca il modello dei teatri anatomici del XVI secolo (in particolare il teatro anatomico di Padova) in uso presso alcune università. Una scelta che deriva dal desiderio di fornire l’idea di una biblioteca della conoscenza. Dal suo limbo, Vasari ci guida con passione ed autorevolezza, calore e famigliarità, negli snodi del racconto, attraverso monologhi teatrali rivolti allo spettatore, in una lingua alta, raffinata, calda, avvolgente, adattata in italiano moderno dal suo Le Vite.

Michelangelo – Infinito definisce un nuovo genere cinematografico, compiendo un decisivo passo in avanti nella trasformazione dei film d’arte Sky da documentari cinematografici a film ‘documentati’ (o film di ‘autorevole finzione’) che portano a compimento il dialogo tra mondo del cinema e mondo dell’arte.

La costruzione narrativa è innovativa e strutturata su quattro livelli: un limbo concettuale, quello delle suggestive ed imponenti cave di Marmo di Carrara, in cui Michelangelo (Enrico Lo Verso) rievoca gli snodi principali della sua vita e i suoi tormenti più intimi; un limbo storico, quello di Giorgio Vasari (Ivano Marescotti), narratore qualificato e familiare della vita e delle opere del Buonarroti; le scene di ricostruzione storica della vita di Michelangelo, in cui lo ritroviamo ragazzo presso i Giardini di San Marco, o scorgiamo la realizzazione del David attraverso la struttura da lui progettata per nasconderlo alla vista, o a scegliere il marmo alle cave di Carrara o ancora alle prese con la realizzazione degli affreschi della Volta della Cappella Sistina e del Giudizio Universale; il cuore pulsante del film: il racconto delle opere immortali ed infinite dell’artista. Un’esperienza di pura poesia, che lascerà senza fiato.

La regia è di Emanuele Imbucci. Il soggetto e la direzione artistica sono di Cosetta Lagani. Sceneggiatura: Sara Mosetti, Emanuele Imbucci e Tommaso Strinati. Consulenza scientifica: Vincenzo Farinella.

Il film si è avvalso della collaborazione dei Musei Vaticani e di Vatican Media, con il Riconoscimento del MIBAC – Direzione Generale Cinema, in collaborazione con il Consiglio Regionale della Toscana e con il Patrocinio del Comune di Firenze e del Comune di Carrara. Media partner RTL 102.5.

I NUMERI E LA TECNOLOGIA DEL FILM

6 luoghi storici, tra quelli che custodiscono le opere dell’artista (Firenze, Roma, Città del Vaticano, Milano), e quelli in cui sono state ambientate le scene di ricostruzione storica: la Cave di Marmo di Carrara e il Castello Odescalchi di Bracciano (oltre agli Studi di Cinecittà). 15 set, quasi 2 anni di lavoro, 8 mesi di pre-produzione, 2 mesi di riprese, 10 mesi di post produzione e 200 persone coinvolte, oltre 70 ore di girato. Nella sfida tecnologica sono stati coinvolti mezzi di ripresa e macchine dotate di sensori ultra sensibili, raffinati impianti illumino-tecnici, proiettori, tecnologie led ed esposizioni multiple (HDR – High Dynamic Range) che consentono di ottenere un’esposizione ottimale per le riprese sia in interno che in esterno. Il grande valore aggiunto tecnologico del film è rappresentato dai visual effects, che hanno richiesto oltre 6 mesi di lavoro in postproduzione e 6 artisti specializzati, che hanno lavorato alla realizzazione degli effetti grafici su risoluzioni altissime di immagini spesso in scala 1:1 su file pesantissimi (oltre 100MG, 6 volte le normali risoluzioni in uso) e multilivello, uno per ogni elemento dell’immagine (luci, ombre, trasparenze…). Per un totale di 20 minuti di effetti visivi realizzati, 28.000 fotogrammi e oltre 3.000 ore di calcolo.

Una metodologia, che ha consentito di raggiungere un risultato sorprendentemente realistico e con l’ultra definizione del 4K HDR, utilizzata sia per rendere più fluida e poetica la transizione dai limbi dei protagonisti alle opere d’arte, ma anche per le scene di ricostruzione storica, e che sarà apprezzabile in tutta la sua maestosità in particolare nel lungo piano sequenza tra i più spettacolari e suggestivi del film, che ritrae Michelangelo, da solo nell’immenso spazio della Sistina, alle prese con gli affreschi della Volta e del Giudizio Universale.

I LUOGHI

Il film è un viaggio nella vita, nei luoghi e nelle opere di Michelangelo. Tra questi Firenze, Roma, Città del Vaticano, Milano, le Cave di Marmo Carrara entrando nei luoghi che custodiscono la principale produzione scultorea e pittorica dell’artista, tra cui la Galleria dell’Accademia, la Galleria degli Uffizi, Fondazione Casa Buonarroti, il Museo Nazionale del Bargello e il Museo delle Cappelle Medicee a Firenze, i Musei Vaticani, il Palazzo Apostolico e San Pietro in Vincoli a Roma, il Museo della Pietà Rondanini a Milano.

IL GRANDE INEDITO: L’EVOLUZIONE DELLA CAPPELLA SISTINA

Il film compie un’impresa senza precedenti: ripercorrere i cambiamenti della decorazione pittorica della Cappella Sistina dal 1508, anno in cui il giovane Michelangelo viene incaricato da Papa Giulio II di sostituire la preesistente decorazione a cielo notturno a stelle di Pier Matteo D’Amelia della Volta, fino alla conclusione del Giudizio Universale nel 1541. Tra riprese all’interno della Cappella, immagini in altissima risoluzione, ricostruzioni storiche di scene di finzione ‘compositate’ con evoluti visual effects, il film ricostruisce per la prima volta, e con la massima correttezza filologica possibile, la realizzazione del lavoro michelangiolesco sugli affreschi della Volta e del Giudizio Universale della Cappella Sistina, seguendo la reale progressione delle “giornate” di lavoro dell’artista grazie a preziosi documenti messi a disposizione dai Musei Vaticani.

La rappresentazione parte dalla Cappella Sistina pre-michelangiolesca realizzata su un modello 3D 360° (modeling 360) rispettando le esatte misure e proporzioni dell’originale. Sulla base di rilievi effettuati con precisione millimetrica all’interno della Cappella Sistina e di fotografie ad altissima risoluzione messe a disposizione dai Musei Vaticani dell’intero ambiente (affreschi, pavimenti, pareti, volta), un team grafico specializzato e altamente qualificato ha realizzato in computer grafica il modello completo della Cappella Sistina a 360° e l’ha ‘rivestito’ delle immagini.

Le immagini partono dalla Sistina pre-michelangiolesca, riproposta posizionando sulla Volta della Cappella l’immagine del cielo stellato di Pier Matteo d’Amelia (disegno oggi custodito alla Galleria degli Uffizi) e sulla parete dell’Altare i dipinti del Perugino (andati perduti e ricostruiti attraverso le fonti dall’artista professionista Marco Romano), per poi mostrare la realizzazione del lavoro michelangiolesco sulla Creazione di Adamo e sul Cristo Giudice del Giudizio Universale, seguendo la reale progressione delle “giornate” di lavoro dell’artista; quest’ultima ricostruita, grazie alla consulenza scientifica fornita dai Musei Vaticani, attraverso le indagini effettuate dai ricercatori e restauratori dei Musei durante il restauro degli affreschi di Michelangelo della Cappella Sistina (1980-1994). Un unicum restituito alla storia dopo oltre 500 anni.

Tutte le scene di finzione che riproducono Michelangelo alle prese con il lavoro a fresco della Cappella Sistina sono state girate su green screen e poi completate con le immagini della Cappella stessa attraverso gli effetti digitali. La resa visiva finale è di un realismo impressionante.

Una delle sequenze più suggestive e spettacolari del film è proprio quella in cui la macchina da presa, partendo dal basso della Cappella Sistina, si mette in volo alzandosi fino alla sommità del ponteggio – riprodotto secondo il progetto originale michelangiolesco per la Volta - e arriva a inquadrare l’artista, da solo, al lavoro sulla superficie immensa della Volta, mentre realizza le mani di Adamo e di Dio Padre della Creazione dell’Uomo. Tale sequenza scenica è stata ottenuta riproducendo l’intera scenografia (la volta, l’impalcatura lignea, il movimento di macchina) in FULL CGI, cioè completamente in digitale, integrando in un secondo momento l’immagine dell’attore ripreso in studio su green back; mentre per il dettaglio delle due mani della scena della Creazione di Adamo, riproposto fedelmente in scala 1:1, gli artigiani di Bottega Tifernate hanno dipinto su un cartone di 3 x 2 metri le diverse fasi della sua realizzazione, rispettando l’effettiva progressione  delle ‘giornate’ di lavoro di Michelangelo.

Questa scena, da sola, riassume tre delle principali tecniche VFX impiegate nel film: PAINT (Pittura Digitale), ovvero il lavoro realizzato dalla produzione tecnica sugli affreschi della Cappella Sistina. Le immagini in ultra risoluzione messe a disposizione dai Musei Vaticani sono state scontornate e ricostruite, ripercorrendo l’ordine e i vari passaggi di esecuzione impiegati da Michelangelo, nel rispetto della documentazione fornita dai Musei Vaticani. COMPUTER GRAFICA (Full CGI – Computer Generated Images) applicata alla generazione delle immagini, come nel caso di quelle di alcune inquadrature della Volta della Sistina: le fotografie dei Musei Vaticani sono state mappate, illuminate e hanno generato il modello (rendering). COMPOSITING, ovvero l’unione del girato live con l’attore (Enrico Lo Verso) su green back e la scenografia, ottenuta con quanto prodotto dalla computer grafica.

Di diversa natura, ma non meno complessa, è stata una seconda ricostruzione della Cappella Sistina: quella con le opere pittoriche della parete dell’Altare, prima dell’intervento michelangiolesco finalizzato alla realizzazione del Giudizio Universale, oggi andate perdute. Le opere in questione, rappresentate dai dipinti del Perugino tra cui la pala d’altare con l’Assunzione della Vergine e San Sisto e le due lunette con gli Antenati di Cristo dello stesso Michelangelo, sono state dipinte dall’artista Marco Romano grazie alle fonti disponibili e collocate virtualmente nel modello ricostruttivo della Cappella.

Un’operazione complessa e preziosissima, mai tentata prima, che, al di là dell’impegno profuso nella ricostruzione filologica di un insieme andato perduto per sempre, punta a consegnare alla storia una suggestione di credibile spettacolarità della Cappella Sistina così come non si è mai vista prima.

Per la prima volta in assoluto sul grande schermo, il film ricostruisce e mostra inoltre lo straordinario lavoro svolto da Michelangelo per la realizzazione della figura del Cristo Giudice, al centro dell’affresco del Giudizio Universale. Su un’impalcatura in legno realizzata in scenografia e poi moltiplicata con gli effetti digitali fino ad ottenere le dimensioni reali del ponteggio utilizzato da Michelangelo pari a circa 14 metri di altezza per 12 metri di larghezza, l’artista è in piedi, da solo, davanti alla parete dell’altare, impegnato a realizzare la porzione di affresco del Cristo Giudice.

La scena svela la corretta progressione delle "giornate" di lavoro dell’artista e la tecnica esecutiva di riporto del cartone "a spolvero" utilizzata da Michelangelo per la figura del Cristo Giudice. Questa tecnica consiste nel disegnare a grandezza naturale su un cartone preparatorio la figura da realizzare nell’arco della “giornata” di lavoro; il cartone viene poi perforato lungo i contorni del disegno, applicato sull’intonaco fresco e successivamente tamponato con un sacchetto di polvere, così da far passare attraverso le parti perforate la traccia del disegno preparatorio sul muro. I cartoni utilizzati nella scena sono stati realizzati in scala 1:1 dalla Bottega Artigiana Tifernate e perforati sul contorno della figura del Cristo Giudice per replicare esattamente la tecnica “a spolvero” utilizzata da Michelangelo, ben testimoniata dalla documentazione grafica e fotografica messa a disposizione dai Musei Vaticani.

LE ALTRE IMMAGINI DI FORTE IMPATTO VISIVO

Tra le sequenze poetiche e di forte impatto visivo, di cui molte esclusive o inedite, si segnalano inoltre:

La Cappella Paolina all’interno del Palazzo Apostolico con gli ultimi affreschi che Michelangelo realizzò all’età di 75 anni: la Crocifissione di San Pietro e la Conversione di Saulo. Uno dei luoghi più riservati nel cuore del Palazzo Apostolico straordinariamente ripresi da Vatican Media, partner del film, da prospettive ravvicinate, che, attraversando la Sala Ducale e la Sala Regia, conducono allo svelamento della Cappella Paolina;

Timelapse Mosè e Cappelle Medicee, piani sequenza straordinari, illuminati con giochi di luce che riproducono l’evolvere della luce da calda a fredda e il passaggio dall’alba, al giorno, al crepuscolo, alla notte;

La Pietà Vaticana ripresa oltre la teca di protezione e il ‘faccia a faccia’ con il David di Michelangelo ripreso con un braccio telescopico di 15 metri, con la risoluzione del 4K HDR e la possibilità di accarezzare questi capolavori a distanza ravvicinata e ammirarli nei singoli dettagli e da punti di vista normalmente non visibili;

Il nascondiglio segreto al di sotto della Sagrestia Nuova nella Basilica di S. Lorenzo, in cui sembra che Michelangelo si sia nascosto nel 1530. Ritenuto solo un vano per conservare la legna, fu scoperto nel 1975 e contiene disegni autografi attribuiti a Michelangelo, tra cui una Testa del Laocoonte. Un luogo angusto di 7 metri per 2, cui si accede da una botola, e non aperto al pubblico.