Editors: un disco nuovo, Twilight e… in futuro il cinema?

Cinema

Marco Agustoni

Editors (Credit Rahi Rezvani)

La band inglese torna con il nuovo disco Violence (in cui ricompare il brano che era stato usato in The Twilight Saga: New Moon), suonerà il 22 aprile a Milano e per il futuro sogna una colonna sonora. Ecco l’intervista

Gli Editors, band indie rock originaria di Birmingham che si è fatta conoscere ormai più di dieci anni fa con l’esordio The Back Room, hanno cambiato pelle più volte. Eppure, mai come nel nuovo disco Violence (in cui, oltre ai singoli Magazine e Hallelujah ricompare No Sound But the Wind, che in una versione diversa era stata inclusa nella colonna sonora di The Twilight Saga: New Moon) il sound del gruppo risulta riconoscibile. In attesa di sentirli dal vivo il 22 aprile al Mediolanum Forum di Milano, ecco l’intervista con il chitarrista Justin Lockey.

Con i vostri dischi precedenti avete cambiato direzione più volte, mentre questo sembra in qualche modo riassumere tutto quanto il vostro percorso.
Se continui a fare cose nuove, a evolverti e spingerti in avanti, prima o poi ritorni alle origini. E impari a mettere insieme meglio il tuo sound, che diventa più compatto. Siamo una band che suscita emozioni, il nostro punto di forza sta nell’incontro tra la strumentazione analogica e gli effetti digitali e il segreto è trovare l’equilibrio giusto tra questi due elementi.
Come avete fatto a trovarlo, questo punto di equilibrio?
Non sai mai esattamente come fai, devi solo credere in quello che fai. In ogni caso è stato fondamentale l’aiuto di Blanck Mass, un producer di elettronica con un suono molto moderno e alla moda, mentre noi avevamo un approccio all’elettronica decisamente old school. Questo “scontro” in qualche modo ha funzionato.
Perché pensate che i fan siano così restii ai cambiamenti di una band?
In un certo senso capisco perché i fan vogliono che le loro band preferite restino sempre uguali. Le loro canzoni e i loro album sono stati significativi in momenti importanti e non sempre il loro suono cambia nel modo in cui vorresti, il che può risultare deludente. Ma fare sempre le stesse cose è noioso. E poi non cambiano solo le band, sono le persone a cambiare, sia quelle che suonano, che quelle che ascoltano.
In attesa del vostro live a Milano… come suona il disco dal vivo?
È piuttosto simile a come lo abbiamo inciso in studio, ma con qualcosa in più. I pezzi nuovi suonano in maniera grandiosa sul palco, le canzoni funzionano e finora il pubblico ha risposto benissimo.
Quali pezzi “spazzeranno via” il pubblico?
Cominciamo il set con Hallelujah, che è davvero molto potente, in modo da posizionare subito l’asticella molto in alto. L’inizio è fondamentale, per fare un buono show.
Per questo disco avete reinciso No Sound But the Wind, che era già stata inclusa nella colonna sonora di The Twilight Saga: New Moon: come mai avete sentito questa esigenza?
Abbiamo deciso di inciderla di nuovo e includerla nel disco perché è stata scritta anni fa, ma non era ancora mai stata registrata come si deve con tutta quanta la band. E in Violence c’era bisogno di una canzone come No Sound But the Wind proprio in quel punto, quindi si è rivelata l’occasione ideale.
A proposito di colonne sonore, vi piacerebbe scrivere musica per il cinema?
Assolutamente sì! Tra l’altro al di fuori della band già mi occupo molto di orchestrazioni. Il problema, però, è che al momento abbiamo troppo da fare, tra tour, promozione, scrittura e tutto il resto. Ma per il futuro sarebbe una strada interessante da percorrere.

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