Appuntamento, in prima, tv, mercoledì 1 novembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno - Emma Thompson e Brendan Gleeson in un thriller storico dal forte impatto emotivo. Berlino, 1940. Quando Otto e Anna Quangel ricevono la notizia che il loro unico figlio ha perso la vita in battaglia, decidono di combattere il regime nazista iniziando una campagna di resistenza basata su delle cartoline contro Hitler depositate in luoghi strategici della città. Ben presto, la Gestapo inizierà a dar loro la caccia
"Il libro più importante che sia mai stato scritto sulla resistenza tedesca al nazismo". Così Primo Levi descrisse Ognuno muore solo (pubblicato in Italia da Sellerio), il romanzo di Hans Fallada sulla vera storia di una coppia di tedeschi piccolo borghesi di mezz’età, Otto ed Elise Hampel, che nella Berlino del 1940 portarono avanti la loro personale resistenza al Fuhrer. Dal libro, uscito nel 1947 poco dopo la morte per overdose di morfina del tormentato autore, Vincent Perez ha tratto il suo ultimo film da regista, Lettere da Berlino, che ha per intensi protagonisti Emma Thompson e Brendan Gleeson. Ora, dopo essere passato con grande clamore ed emozione nei nostri cinema grazie a Videa, arriva sugli schermi di Sky Cinema Uno, per la prima volta in tv, mercoledì 1°novembre alle 21.15
Gli Hampel, ben immaginando quale sarebbe stato il loro destino (sono stati entrambi arrestati, processati, condannati e decapitati nel 1943), denunciarono per due anni su centinaia di cartoline lasciate per la città le ingiustizie del regime nazista, incitando alla ribellione. Il regista del film Perez, di padre spagnolo e madre tedesca, ha un legame personale con la storia: suo nonno fu fucilato dai franchisti e uno dei suoi prozii è morto nelle camere a gas.
Nella realtà Otto ed Elise Hampel (la cui vicenda è già stata adattata altre volte per il grande e piccolo schermo) iniziarono la loro azione contro Hitler dopo la morte del fratello di lei sul fronte. Nel film, Otto ed Anna Quangel decidono di reagire dopo la morte in guerra del loro unico figlio. E' l'uomo, capo officina in una fabbrica, ad avere l'idea, e la moglie che lo scopre mentre scrive la prima cartolina ("madre, il Fuhrer ha ucciso mio figlio e ucciderà anche il tuo"), decide di aiutarlo.
Insieme in quest'obiettivo comune ritrovano l'unione e l'intesa che sembravano perdute. Iniziano a lasciare le cartoline negli androni dei palazzi e degli uffici, nelle cassette delle lettere, ovunque possono, mentre l'atmosfera a Berlino si fa sempre più cupa, tra requisizioni e violenze. Ne hanno una testimonianza diretta anche nel loro palazzo, dove assistono alla fine drammatica di una loro anziana vicina di casa ebrea.
La paura ("volevo che il film ne fosse intriso", ha detto Perez), la fiducia in Hitler e in una vittoria rapida della guerra, tuttavia, continuano a prevalere nei tedeschi. Quasi tutte le cartoline vengono consegnate alla polizia e alla Gestapo, che però faticano a trovare i responsabili. Fino a un inevitabile incidente. Nel cast, fra gli altri, anche Daniel Bruhl, nel ruolo di Escherich, l'ispettore incaricato delle indagini.