Clash: l’Egitto tra caos e guerra civile

Cinema

Il golpe del 3 luglio 2013 che in Egitto ha scatenato la guerra tra l’esercito dei Fratelli Musulmani e le forze di sicurezza, è stato raccontato in modo inedito dal regista Mohamed Diab nel film Clash, presentato al Festival di Cannes. L’opera va in onda il 4 novembre su Sky Cinema Cult alle ore 21.00 e offre una visione interna sugli scontri, che ha scatenato polemiche in patria

Il 2013 per l’Egitto, paese già sconvolto due anni prima dalla caduta e il conseguente esilio del suo presidente Mubarak, è nuovamente sull’orlo della guerra civile dopo il golpe ai danni del nuovo Presidente Morsi e la lotta tra due fazioni, coloro che sono a favore dell'esercito e del governo e i Fratelli Musulmani che lo combattono.

E’ in questo contesto politicamente drammatico  che il regista egiziano Mohamed Diab ambienta il suo secondo film Clash , in onda su Sky Cinema Cult, sabato 4 novembre alle 21.15. Una prima tv, girata nei veri luoghi delle rivolte di piazza del 2013 e concepito come un claustrofobico racconto a più voci. Un’'opera forte e incisiva in cui 25 manifestanti fermati dalla polizia e sbattuti senza troppi complimenti nello spazio chiuso di un furgone cellulare della polizia guardano quello che succede al di fuori del loro provvisorio spazio protetto di cui possono solo cogliere frammenti e angosce.

Questa piccola e improbabile comunità di reclusi raccoglie tutte le anime dell'Egitto di allora e di oggi: gente comune, islamisti e rivoluzionari, giornalisti e moderati, perfino un cristiano. Nel microcosmo fatto di paura e di orrore che si spalanca davanti a ciascuno è facile veder salire il livello della paura e con questa l’ostilità per chi è sentito come un potenziale nemico. Pian piano si va invece avanti la solidarietà ed è su questa che il regista scommette con il suo grido d'orgoglio e di monito per un paese che altrimenti rischiava di sprofondare nella nuova barbarie.

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