Gli attori Dan Stevens e Gugu Mbatha-Raw, rispettivamente nei panni del protagonista e dello spolverino Plumette, spiegano come le più avanzate tecniche di motion-capture e CGI hanno migliorato il remake della fiaba Disney. Il risultato è un tripudio di effetti speciali capaci di rendere il mondo animato quasi reale
Di Floriana Ferrando
La Bestia? Nel remake appena sbarcato nelle sale cinematografiche è costruita attraverso le più sofisticate tecnologie digitali. Ecco come sono stati creati gli effetti speciali dell’action movie ispirato alla celebre fiaba animata del 1991 targata Disney.
Motion-capture e CGI – E’ l’attore Dan Stevens a dare il volto al mostruoso protagonista della pellicola. Come ha fatto ed entrare nei panni della Bestia? Ha dovuto indossare un’ingombrante tuta e camminare su dei trampoli, affidandosi alle tecniche del motion-capture e della CGI. Il lavoro si è svolto in due momenti: prima ci si è concentrati sui movimenti del personaggio, poi su emozioni ed espressioni. “Abbiamo lavorato fondendo diverse tecnologie – spiega Stevens – E’ stata usata la tecnica della motion capture tradizionale mentre ero all’interno di un grande pupazzo grigio in lycra. Poi ogni paio di settimane uno speciale macchinario scansionava il mio volto con oltre 10.000 LED. Tutto ciò che avevo fatto nelle precedenti due settimane nelle scene - mangiare, dormire, ruggire, ballare il valzer - lo dovevo rifare con la mia faccia, con Emma Watson seduta di fronte a me, per permettere ai tecnici di catturare le mie espressioni e creare così il volto della bestia”. Poi attraverso la CGI, applicazione della computer grafica 3D usata per la resa degli effetti speciali digitali, tutto è stato riportato sulla pellicola.
Non solo Bestia – Il mix di motion-capture e CGI non ha riguardato solamente Dan Stevens, ma anche tutto il gruppo di fedeli servitori della Bestia. Prendiamo Plumette, interpretata da Mbatha-Raw. Per il suo processo di creazione ci sono voluti mesi di lavoro in studio, ma i risultati sono sorprendenti: “Ero molto emozionata perché Plumette arriva persino a volare. Non sono mai stata in grado di volare in nessuno dei personaggi che ho interpretato”. Le possibilità offerte al cinema di animazione dalla tecnologia sono entusiasmanti secondo l’attrice: “Penso che sia meraviglioso poter vestire ruoli diversi e potersi trasformarsi, liberandosi persino del proprio corpo! Si può interpretare uno spolverino, si potrebbe interpretare un animale o qualsiasi altra creatura e questo è molto eccitante”.
Come nella realtà – Lo scopo del regista? Rendere il film il più possibile vicino alla realtà. “E’ stato importante fare in modo che tutto ciò sembrasse reale, vero. Io non sono un grande fan dei film in Computer Graphucs… L'idea è quella di sentirsi con i piedi per terra, senza essere distratti da cose che appaiono eccessive”. Con un budget di 300 milioni di dollari, il risultato è un tripudio di effetti visivi impensabili che mischiano la fiaba tradizionale al futuro dell’animazione: “E 'stato incredibile lavorare contemporaneamente nell’universo fiabesco e in uno spazio che sembrava futuristico - ha detto Stevens – è stato uno dei lavori più stimolanti che abbia mai fatto”.