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Fantasia e Fantasia 2000 su Disney Cinemagic

Cinema
© Disney

A gennaio, all'interno del consueto appuntamento su Sky Cinema Family con la magia di  Disney Cinemagic, arrivano il visionario e coloratissimo capolavoro d’animazione Fantasia e il sequel Fantasia 2000.Appuntamento sabato 21 e sabato 28 gennaio in prima serata

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Ci sono due anni importanti nel mondo dell'animazione targata Disney: la prima è il 1940 e la seconda è il 2000. 60 anni di distanza tra il primo Fantasia e Il secondo Fantasia 2000. Due estremi che messi uno dietro l'altro riassumono il mondo Disney e la grandezza del suo fondatore, Walt.
 

Ma andiamo con ordine e ritorniamo a quel 13 novembre 1940 in cui Fantasia, terzo classico Disney, sbarcava nelle sale di New York, precisamente al Broadway Theatre, e in poche sale di altre tredici città statunitensi. Il mondo è sull'orlo del baratro, la seconda guerra mondiale è già scoppiata, eppure la Disney ci regala questa ennesima perla di animazione. Negli otto episodi del film, lo spettatore viene portato in una sorta di viaggio sensoriale, partendo da temi e figure astratte, proseguendo con l’alternarsi delle stagioni e l’origine della Terra, fino alle figure mitiche dell’antica Grecia e al cupo ultimo episodio (“Una notte sul Monte Calvo”), incentrato su spiriti maligni e anime inquiete, che però, alla fine, fanno spazio alla luce. Naturalmente, oltre alle critiche entusiastiche della maggior parte della critica specializzata, ci sono stati anche pareri negativi che evidenziavano, soprattutto: l’eccessiva lunghezza; il fatto di non essere adatto ad un pubblico di bambini (fatta eccezione forse per l’episodio de “L’apprendista stregone”) e che le immagini distraessero troppo dalle meravigliose musiche, un vero e proprio concerto che ha fatto la felicità degli amanti della musica classica.
 

Nel 1999 Disney fece uscire, in previsione del sessantesimo anniversario dell’uscita di Fantasia, un nuovo film: Fantasia 2000. Il “secondo” Fantasia cita spesso il primo e ne condivide la struttura di base. Fatta forse eccezione per l’apprezzato episodio Rapsodia in blu di George Gershwin, ambientato nella New York degli anni Trenta, il film non convinse né critica né pubblico e fu visto più come una non molto efficace operazione commerciale che come un nuovo capolavoro capace di fondere musica di qualità a immagini artistiche e “storie” astratte ed esteticamente intriganti.