Melanie Griffith, la ribelle di Hollywood

Cinema
Un'immagine tratta dal remake del film "Lolita" di Adrian Lyne del 1997
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A dicembre torna l’appuntamento su Sky Cinema Passion in compagnia delle grandi star di Hollywood, con l’attrice Melanie Griffith. Appuntamento sabato 17 e domenica 18 dicembre alle 21.00

A dicembre torna l’appuntamento su Sky Cinema Passion in compagnia delle grandi star di Hollywood, con l’attrice Melanie Griffith. Sabato 17 dicembre la troviamo al fianco di Don Johnson nel remake della celebre commedia di George Cukor, NATA IERI, nei panni della bellissima ma frivola fidanzata di un uomo di affari, che la affiderà ad un giornalista affascinante per imparare le buone maniere. Domenica 18 dicembre invece, sempre in prima serata, andrà in onda LOLITA di Adrian Lyne, la torbida storia di passione tra un raffinato e brillante professore di letteratura francese e la sua provocante figliastra.

Figlia d'arte (il padre Peter è stato pubblicitario e attore, la madre è la celeberrima Tippi Hedren, icona hitchcockiana della schizofrenia) Melanie si ritrova, per uno scherzo del destino, lo stesso nome che la madre aveva nel personaggio de Gli Uccelli. Cresce nel turbine di una famiglia difficile (la madre si risposa nel 1964) e con il nuovo compagno alleva in casa anche tigri e leoni, risente dell'incrocio di razze dei suoi genitori (ha sangue inglese, tedesco, norvegese, svedese), finisce su un set come modella ad appena nove mesi e poi, con scarsa voglia ma una certa regolarità, fin dai primi anni '70. Proprio sul set di Harrad Experiment (1973) incontra l'attore Don Johnson (22 anni, già divorziato due volte) e si innamora di lui. Ha appena 14 anni, ma la madre acconsente ad un matrimonio che, tra abbandoni e riconciliazioni, scandirà la sua vita per più di 20 anni.
 

Il suo pigmalione cinematografico è Arthur Penn che le fa un po' da secondo padre fin dal 1975, quando la sceglie per un ruolo minore in Night Moves e la salva dalla prima crisi di alcoolismo, la accompagna all'altare del secondo marito (Steven Bauer, nel 1981) e le fa studiare recitazione con Stella Adler. Ma la vera svolta artistica si deve a Brian De Palma che, dopo averla vista a teatro, la scrittura per lo scabroso ruolo della porno star in Body Double (1984). Da lì passa agli ordini di Jonathan Demme che la vuole, senza nemmeno un provino, come protagonista del suo Qualcosa di Travolgente.
 

E' il 1986 e la porta d'oro si schiude per Melanie Griffith che, tre anni dopo, riceve anche la nomination all'Oscar per Una donna in Carriera di Mike Nichols. Purtroppo, pochi mesi dopo, ritorna in clinica per disintossicarsi dall'alcool e trova aiuto nell'ex marito Don Johnson con cui ha anche una figlia, Dakota. Ma Melanie Griffith è destinata alle difficoltà: finisce coinvolta nel disastro artistico di Il falò delle Vanità (Brian De Palma, 1990), sbaglia altre scelte, lascia il suo compagno, nel frattempo vittima della droga. Si riconcilierà con lui brevemente, ma nel 1995 ritrova l'amore sul set di Two Much (diretto da Fernando Trueba) dove incontra Antonio Banderas. Sul lato privato è una svolta determinante perché la coppia si dimostra da subito affiatata, con grande gioia dei settimanali scandalistici ma anche dei due coniugi che avranno anche una figlia, Stella.  Tuttavia anche questo matrimonio si concluderà con una separazione nel 2014.
 

Non altrettanto bene vanno le cose sul piano della carriera nonostante alcuni riconoscimenti critici e qualche bella riuscita tra tv e cinema indipendente. Un grave incidente di macchina (il secondo nella sua vita) e l'insuccesso del primo film diretto da Banderas, Crazy in Alabama, le fanno il vuoto intorno fino al ritorno in grande stile, a Broadway, nel 2003 con la parte dell'assassina Roxie Hart in Chicago.
 

Il mito di Melanie Griffith  è indissolubilmente legato a una generazione di sex symbol più o meno della sua eta' (da Kim Basinger a Sharon Stone) che difficilmente si rassegna alle alterne future dello star system e al passare degli anni: incarna una stagione del costume e dell'America che si divide tra buoni sentimenti e trasgressione giovanilista. Di fatto, tutta la sua vita sembra tesa a dimenticare un'infanzia traumatizzata dalla figura materna e dal difficile impatto col mondo dello spettacolo, strada su cui si è incamminata quasi senza accorgersene e che ha percorso controvoglia, sognando una vita tranquilla da buona madre e moglie.

Emblematico un aneddoto, forse vero e forse inventato, che ama raccontare: ''Da bambina Alfred Hitchcock mi regalò una bambola con le fattezze di mia madre. Voleva essere gentile ma la bambola mi arrivò tra le mani in una bella scatola di legno. A me sembrò una bara e da allora ho orrore per quel ricordò”. 

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