Fuoricinema: Cristiana Capotondi fa sognare Milano
CinemaÈ lei insieme a Cristiana Mainardi la mente di FuoriCinema: la singolare manifestazione che fino al 18 settembre fa di Milano la capitale del cinema, una tre giorni che vede il pubblico interagire con attori, registi e artisti del mondo dello spettacolo, della musica e dello sport. Leggi l’intervista all’attrice romana che sogna e fa sognare una realtà diversa
di Barbara Ferrara
Fuoricinema è l’evento che a Milano mancava ed è nato sognando, come ci ha raccontato Cristiana Capotondi, l’ideatrice del progetto insieme a Cristiana Mainardi e ad Anteo SpazioCinema. L’iniziativa, ricca di anteprime cinematografiche, musica, proiezioni, incontri, dj set, street food è una grande festa per tutti, innanzitutto per il pubblico. “Spero che diventi un patrimonio dei milanesi e che i milanesi se ne approprino”, ha dichiarato l’attrice romana.
Tra gli ospiti speciali abbiamo visto salire sul palco Aldo Giovanni e Giacomo, Carlo Verdone, Silvio Orlando, Gabriele Muccino e tra quelli che vedremo nella giornata di chiusura, Walter Veltroni, Pif, Stefano Accorsi, Ligabue e molti altri ancora, tutti uniti dalla stessa voglia di celebrare un momento, un pensiero, un sogno. Abbiamo incontrato l’ideatrice di Fuoricinema e le abbiamo chiesto come è nata questa splendida manifestazione che ha come parola d’ordine “condivisione”. Ecco cosa ci ha raccontato.
Come nasce l’idea di Fuoricinema?
Quando abbiamo iniziato a cullare l’idea abbiamo immaginato qualcosa cui avremmo voluto partecipare da spettatori. Fuoricinema è un’opera collettiva che nasce da un desiderio, quando con Cristiana Mainardi, sognando su Milano, ci siamo chieste cosa ci sarebbe piaciuto realizzare.
Il sogno è il tema di questa prima edizione di Fuoricinema, come è stato scelto?
Il sogno per noi è questa manifestazione stessa: tema migliore non poteva esserci. Dall’altro lato andiamo a finanziare delle associazioni che si occupano di infanzia e i bambini rappresentano i sogni.
Secondo Shakespeare siamo fatti della materia di cui sono fatti i sogni, diceva che nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita. Cosa significa per lei sognare?
Sicuramente siamo fatti di sogni. Per me sognare è lasciarsi ispirare dai sogni ad occhi aperti ma anche da quelli notturni. Credo che l’attività notturna del nostro cervello spesso sia più intelligente di quella diurna.
Il suo sogno più recente era quello di portare la sua Roma a Milano e viceversa, con Fuoricinema ci è riuscita: qual è il suo prossimo sogno?
Ho imparato a sognare a stretto giro, a desiderare e a sognare ciò che è anche realizzabile, e non perché voglia limitarmi ma perché credo che sognare l’impossibile sia in alcuni casi scoraggiante. Mi piace dare importanza alle cose semplici.
Che cosa le manca di Roma?
Qualcosa che purtroppo non si può esportare, gli odori. I platani sul Lungotevere d’estate emanano un profumo inebriante. Ed è quella natura che mi manca, anche se vivendo a Milano ho imparato ad apprezzare il paesaggio che la circonda. Ho scoperto il mar Ligure, vado al mare anche in giornata, parto al mattino e rientro la sera. E poi le montagne sono splendide.
Cosa manca invece a Roma che Milano può vantare?
Non ci sono dubbi: la mentalità, quella non ce la puoi proprio portare. Ed è un peccato, quando vivevo a Roma mi ero abituata a farmi scivolare le cose addosso, qui invece mi sono dovuto svegliare. Milano ti travolge ed è travolgente, qui tutto è possibile.
Da Notte prima degli esami di Fausto Brizzi a Tommaso di Kim Rossi Stuart: come è cambiata la sua vita?
Sono passati dieci anni, ero un’altra persona. Mi rendo conto che oggi a trentasei anni sono completamente diversa. Succede: guardando indietro non ti riconosci. Penso sia normale. Non abitavo a Milano, non avevo ancora incontrato il mio compagno, sono sicuramente i dieci anni più belli della mia vita.