Robin Williams, il ricordo di Sky Cinema 1 a due anni dalla morte

Cinema
Robin Williams - Foto Getty
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A due anni dalla tragica scomparsa di Robin Williams, Sky Cinema 1 gli dedica la programmazione della serata. Appuntamento, giovedì 11 agosto a partire dalle 19.20

"Se guardi al mondo con occhi onesti non puoi che diventare triste, e la tristezza fa ridere. Un comico deve essere onesto, parlare liberamente e abbracciare la realtà: questo è l'umorismo". A due anni dalla scomparsa di Robin Williams avvenuta l'11 agosto del 2014, queste poche frasi ci fanno comprendere più e meglio come l’attore americano, non soltanto ha lasciato un gran vuoto nel cinema mondiale ma in fondo è soprattutto una grave perdita per tutti noi. Perchè ci troviamo di fronte ad una grande personalità che, nei nostri tempi bui, avrebbe ancora tracciato strade, illuminato percorsi, dato un senso al nostro grigiore quotidiano. Far ridere è difficile, divertire con intelligenza ancora di più. E questo Robin Williams lo sapeva fare alla perfezione.

Per ricordarlo Sky Cinema 1 gli dedica la programmazione della serata dell'11 agosto. Si parte alle 19.20 con Notte al Museo – Il segreto del Faraone, terzo capitolo della saga fantasy ambientata all’interno Museo di Storia Naturale di Manhattan dove l’attore interpreta la statua movente di Theodore Roosevelt. In prima serata, andrà in onda la prima visione Boulevard (Tentative), con la sua ultima interpretazione nel ruolo di un marito devoto con un grande segreto da nascondere e in seconda serata il divertentissimo e indimenticabile Mrs. Doubtfire – Mammo per sempre, dove è un padre costretto a travestirsi da tata per poter stare con i figli dopo la separazione con la moglie. Chiude Good morning, Vietnam di Barry Levinson, dove lo ritroviamo nei panni di un disc jockey sboccato e disinvolto che intrattiene le truppe americane a Saigon.

Al cospetto di quando ci ha fatto divertire nei suoi film, Robin Williams, era un uomo malinconico  e sapeva di esserlo, sapeva di collimare perfettamente con il ritratto del clown triste, che vuole colui che fa ridere gli altri essere tormentato e depresso e ha provato a farci i conti tutta la vita fino a quando, in una bellissima giornata di due anni fa in California, a casa sua, ha deciso di sottrarsi alla vita, ai suoi pensieri a quelle voci che lo tormentavano e con un gesto teatrale si è tolto la vita, senza lasciare messaggi, senza uno scritto, in silenzio, da solo, come già immaginava sarebbe stato.
 

"Della vita ho capito che arrivi solo e parti solo. La parte bella è che in mezzo conosci tanta gente interessante...". Lui, comico di razza, maestro dell'improvvisazione, attore multiforme, la gente l'ha conosciuta e fatta ridere e piangere, passando come pochi altri dai ruoli comici a quelli drammatici e diventando protagonista iconico di pellicole entrate nella storia del cinema, ma non ha mai avuto pace e ha sempre dovuto lottare con diverse dipendenze, alcool e cocaina in particolare. Non taceva mai Robin Williams, era un fiume in piena, una battuta dietro l'altra, un personaggio dietro l'altro, una voce diversa per ogni risposta, per ogni battuta. Capace di affrontare temi seri e delicati, all'educazione negli Stati Uniti alla politica, alla pedofilia, con toni faceti e critici allo stesso tempo.


Sempre acceso, sempre su un palcoscenico, sempre nel personaggio per tutta la durata di un film o di un'intervista, come testimoniano i suoi colleghi, che in comune hanno il fatto di averci lavorato, ma non di averlo conosciuto. Si nascondeva con l'humour, in quell'unica dimensione che gli permetteva di celare al mondo il suo tormento. L'unico modo: parlare tanto, per non dire nulla e soprattutto per non rendersi vulnerabile: "Sono sempre stato troppo sensibile, troppo intenso, troppo vulnerabile, anche sul set ci sono rimasto male tante volte nella mia vita, anche quando forse avrei potuto evitarlo".
 

Gli ultimi tempi sono stati un dentro e fuori dalla rehab per disintossicarsi da alcool e droga, qualche film minore, qualche progetto in televisione, poche apparizioni pubbliche e poi gli ultimi metri di volo. L’attestazione di essere clinicamente depresso e l’ultimo tentativo di riabilitazione. Poi come su una commedia teatrale troppo lunga e sfilacciata è calato definitamente il sipario sul talento e la vita di uno degli attori più geniali nella storia del cinema.

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