Omaggio a Frida Kahlo, la pittrice che trasformò la sofferenza in arte

Cinema
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Mercoledì 13 luglio Sky Cinema Cult omaggia la visionaria artista Frida Kalho nel 62° anniversario della sua morte, dedicandole la programmazione della prima serata. Alle 21.00 andrà in onda Frida, pellicola vincitrice di due Oscar, che ripercorre la vita travagliata della pittrice interpretata da Salma Hayek; nel cast anche Antonio Banderas, Valeria Golino, Geoffrey Rush

di Massimo Vallorani

Una figura femminile tra le più amate e del suo tempo, una delle artiste più stimate che ancora oggi crea intorno alla sua immagine grandi consensi: è Frida Kahlo, una donna diventata mito. In occasione del 62° anniversario della sua morte. Sky Cinema Cult celebra l'artista messicana con il film Frida (mercoledì 13 luglio alle 21.10), pellicola vincitrice di due Oscar, che ripercorre la vita travagliata della pittrice interpretata da Salma Hayek; nel cast anche Antonio Banderas, Valeria Golino, Geoffrey Rush.

Il film narra le vicende della vita con particolare riferimento alla burrascosa relazione con il marito Diego Rivera, anche lui pittore, e al circolo di amici e amanti frequentato dalla coppia tra cui figurano alcuni dei maggiori esponenti della politica e della cultura dell'epoca. Bisessuale, comunista e affetta da una grave menomazione alle gambe dovuta alla poliomelite di cui aveva sofferto da bambina e a un grave incidente. Frida muore a soli 47 anni per abuso di droga e alcool.

Tanti gli avvenimenti drammatici segnarono la vita di Frida Kahlo: figlia di padre europeo (Guillermo Kahlo era figlio di ebrei ungheresi emigrati in Germania) e di madre messicana, nel 1925, a 18 anni, fu vittima di un incidente che le procurò ferite così gravi, in quasi tutto il corpo, che la portarono e subire oltre trenta interventi chirurgici da quel momento fino al 1954, quando morì. Fu durante la prima convalescenza che cominciò a dipingere i suoi autoritratti, aiutata da uno specchio appeso sul soffitto. La sua pittura si trasformò presto in un "diario" della sua vita, dalla vicenda amorosa con Diego Rivera fatta di passione, tradimenti reciproci, abbandoni e nuovi incontri (dopo essersi separati tornarono a sposarsi una seconda volta) alla militanza nel partito comunista che la portò a presenziare ai momenti più salienti della storia del partito nel suo paese.

Ed ancora: la storia e la tradizione messicane così radicate in lei che, ispirata da un forte nazionalismo, le fecero cambiare la data della sua nascita nel 1910, anno della rivoluzione messicana; le radici indigene che la portarono a vestire come le indigene tehuane e che riempirono i suoi quadri di un particolarissimo simbolismo; la famiglia, quella di origine e quella allargata, come punto costante di riferimento affettivo e ideologico. Infine, i viaggi negli Stati Uniti, tanto amati da Rivera e tanto odiati da lei, che alimentano ancora una volta di simbolismi alcuni quadri  e ai quali sono legati alcuni momenti salienti della sua vicenda umana.

La Pittura di Frida fu naturalmente apprezzata dai suoi contemporanei. Fu Andre' Breton, il padre del surrealismo, a firmare la prefazione al catalogo della mostra organizzata, nel 1939, nella galleria di Julian Levy a New York; Picasso e Kandinsky furono entusiasti della sua pittura quando ebbero modo di vedere le sue opere a Parigi. Tuttavia, la pittrice, fedele alle proprie origini e alla propria originalità rifiutò la definizione che le venne data di artista surrealista. ''Pensavano che anche io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata - diceva - ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni''.

Un'opera e una vita al di fuori di qualsiasi definizione e una realtà, quella di Frida, dominata dal tema del dolore. Un dolore che, viene trasformato in opera d'arte, mai chiuso su se stesso o portatore di disperazione. Una sorta di karma vissuto e trasformato nella pittura con quell'ironia tanto tipica dell'artista e tanto radicato nella cultura messicana. 

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